I tre fratelli Camozzi. Da sinistra, Luigi, Attilio e Geromino Camozzi.
Il Gruppo Camozzi festeggia 60 anni di attività confermando il proprio approccio olistico: tecnologia e fattore umano, insieme, contribuiscono allo sviluppo di una realtà che affronta con rinnovata energia le sfide dei mercati.
di Andrea Pagani
Nascere come piccola impresa familiare di provincia e diventare, nel corso di 60 anni di storia, una vera e propria multinazionale che opera in oltre 75 Paesi nel mondo non è una condizione nella quale ci si imbatte spesso. A meno di parlare del Gruppo Camozzi. Un’evoluzione tutt’altro che terminata e per la quale risulta difficile identificare uno specifico evento capace di innescare tale crescita; si tratta più di un mix di attività, a partire dall’impegno quotidiano di tutta la famiglia Camozzi che, da sempre, mette la responsabilità dell’impresa davanti a qualunque cosa.
“La nostra storia inizia dall’intuizione di mio padre Attilio e dei suoi fratelli, Luigi e Geromino, che nel 1964 decisero di acquistare un tornio usato e di mettersi in proprio a Lumezzane, Paese con uno spiccato senso dell’imprenditorialità”, conferma Lodovico Camozzi, presidente e amministratore delegato dell’azienda. “A loro dobbiamo riconoscere grandi vedute e tanto coraggio. Altrettanto fondamentale è stato allora, e lo è ancora oggi, il laborioso e costante contributo di tutti i nostri lavoratori, che ogni giorno ci rendono orgogliosi del percorso industriale che abbiamo fatto, crescendo da anonima realtà di provincia fino a diventare una vera e propria tech company italiana”.
Oggi il Gruppo conta su ben 5 divisioni per un totale di 12 aziende. Pur con radici tecnologiche ben salde nel settore dell’automazione industriale, è affidata alla divisione Machine Tools la produzione di macchine utensili ad asportazione di truciolo e per l’additive manufacturing, mentre nella divisione Textile Machinery vengono sviluppate e prodotte macchine d’avanguardia per il settore tessile.
La divisione Manufacturing, forse la più istrionica, aggrega aziende con business apparentemente molto diversi, come le fusioni, le lavorazioni meccaniche o i processi di stampa 3D di grandi dimensioni. Un asset che sicuramente distingue il Gruppo da altre realtà del settore, perché permette di massimizzare il livello di servizio al cliente offrendo soluzioni immediate di contract manufacturing. Ultima per anagrafica, ma non certo per importanza, la divisione Digital & Mechatronics: realtà che ha l’ambizione di trainare la digitalizzazione della manifattura attraverso soluzioni basate su tecnologie di ultima generazione, compresa l’intelligenza artificiale generativa.
L’offerta Camozzi Automation comprende in misura sempre crescente la digitalizzazione di processi, prodotti e soluzioni, grazie allo sviluppo di tecnologie innovative ed alta efficienza energetica, favorendo l’incremento della produttività dei clienti.
UN MIX VINCENTE
Una crescita costante e bilanciata nel corso del tempo ha sostenuto il Gruppo Camozzi lungo i decenni. Anche l’aggregazione di realtà talvolta molto eterogenee tra loro ha contribuito alla fase di sviluppo. “Sono sempre passaggi delicati, ma i fattori positivi vincono sulla complessità”, aggiunge Lodovico Camozzi. “Integrare aziende diverse significa portare ricchezza culturale all’interno del Gruppo e, soprattutto, ampliare il nostro know-how tecnologico facilitando sinergie orizzontali. Gli esempi in tal senso non mancano. L’embrione della divisione Digital & Mechatronics è nato con Marzoli dove, ormai quasi 20 anni fa, abbiamo per la prima volta sperimentato la digitalizzazione con l’obiettivo di sviluppare algoritmi per il monitoraggio e la manutenzione predittiva di macchine che, dall’Italia, vengono installate in giro per il mondo, spesso in contesti con una bassa conoscenza tecnologica del prodotto”.
“Se allora ‘digitalizzare’ rispondeva all’esigenza tutta interna di velocizzare il servizio di assistenza e supporto al cliente, oggi significa sviluppare prodotti e soluzioni per il mercato. Questa divisione infatti adesso lavora in stretta sinergia con Camozzi Automation per lo sviluppo di componenti smart. Ancora, la nostra azienda americana Ingersoll Machine Tools, nota soprattutto per aver brevettato una delle stampanti 3D più grandi al mondo, oggi ha agevolato la divisione Manufacturing, permettendo lo sviluppo di una business unit capace di offrire servizi di 3D printing secondo modelli di production as a service”.
La dimostrazione pratica del successo di questo approccio è visibile a chiunque, basta sapere dove guardare. A Genova, per esempio, il nuovo Ponte San Giorgio dispone di robot di ispezione e manutenzione costruiti proprio dal Gruppo Camozzi in collaborazione con l’Istituto Italiano di Tecnologia. Un progetto di grande rilievo per il suo interesse tecnologico, ma soprattutto per il suo valore sociale. Questo lavoro ha visto infatti il coinvolgimento attivo del Camozzi Research Center (CRC), oltre a Ingersoll Machine Tools e Camozzi Advanced Manufacturing per la stampa 3D e la posa di fibra di carbonio per la costruzione fisica dei dispositivi.
Sempre nell’ambito dei progetti che hanno avuto un impatto diretto sulle persone, è importante ricordare la costruzione in tempi record durante il periodo pandemico di uno dei primi respiratori, donato poi agli ospedali del territorio. Proprio in questi anni, le aziende della divisione Machine Tools stanno contribuendo alla costruzione del Giant Magellan Telescope (GMT), in Cile, con l’ambizione di rivoluzionare la comprensione dell’universo, studiando pianeti al di fuori del sistema solare alla ricerca di altre forme di vita.
Presso il plant di Polpenazze (BS) l’azienda si specializza nella meccatronica, sviluppando software e hardware.
CONIUGARE TECNOLOGIA E FATTORE UMANO
La simbiosi tra sforzo tecnologico e contributo umano è una delle chiavi capaci di aprire la porta del successo sul mercato globale. A patto di saperli combinare nel modo più opportuno. “La tecnologia è la pelle della manifattura, un elemento imprescindibile”, prosegue Lodovico Camozzi. “La vera sfida sta nel saper anticipare e intercettare l’innovazione tecnologica che, soprattutto negli ultimi vent’anni, è diventata una forza disruptive costante, in grado di trasformare processi produttivi e modelli di business. In questo scenario investire con forza in ricerca e sviluppo è fondamentale per anticipare i tempi del mercato e farci trovare pronti quando la domanda da latente diventa reale”.
Camozzi Research Center (CRC) è il centro di ricerca interno, tramite il quale vengono coordinate tutte le attività di R&D e nel quale viene gestita l’intera Intellectual Property del Gruppo. Ma non solo: CRC è anche un hub tecnologico che mette a sistema imprese, università e altri centri di eccellenza per facilitare percorsi di ricerca avanzata e di open innovation. Oggi il Gruppo Camozzi può contare su solide partnership con più di 10 università italiane e internazionali e forti collaborazioni con partner tecnologici. Queste sinergie sono fondamentali per intercettare i megatrend tecnologici, sperimentarli e selezionarli, per poi “metterli a terra” al livello applicativo. Meccatronica, robotica, scienze dei materiali: non esistono limiti, soprattutto nell’ambito dell’evoluzione green della manifattura.
La velocità dell’innovazione tecnologica pone tutti noi di fronte a un’altra sfida, stavolta del tutto umana: quella della resilienza, intesa come capacità di adattarsi al cambiamento repentino. “Possiamo avere o sviluppare le tecnologie migliori sul mercato, ma senza un’organizzazione agile e lavoratori con skills estremamente profilate non riusciremmo ad integrarle. Per questo investire in formazione è tanto importante quanto investire in R&D. Camozzi LINK è l’Academy interna che garantisce a tutte le nostre persone un percorso di formazione costante sia sul piano tecnico, sia su quello delle cosiddette soft skills, consentendoci di allenarci e prepararci al cambiamento”.
Non a caso la mission del Gruppo Camozzi si identifica in una frase che ben evidenzia un approccio che tiene in grande considerazione l’essere umano: Essere d’ispirazione per l’industria sviluppando tecnologie, prodotti e soluzioni innovative, in grado di contribuire al benessere sociale e ambientale per plasmare il futuro del mondo. “L’innovazione tecnologica deve portare progresso e sviluppo alla società e alle persone”, precisa il presidente del Gruppo Camozzi. “Parlo spesso di umanesimo tecnologico per spiegare proprio questo: la persona è al centro di ogni innovazione e di ogni tecnologia che sviluppiamo”.
Il Gruppo Camozzi e l’Istituto Italiano di Tecnologia hanno ideato e realizzato un sistema robotico unico al mondo per la sicurezza del nuovo ponte San Giorgio di Genova.
OPPORTUNITÀ DA COGLIERE
A proposito di cambiamenti, mercati che mutano sempre più velocemente e tecnologie disruptive, è innegabile che serva un cambio di marcia per cogliere tutte le opportunità senza esserne travolti. È da poco più di un decennio che la quarta rivoluzione industriale ha dato una sferzata alle aziende del settore, ma già si affaccia la quinta dove assoluti protagonisti sono la sostenibilità dei processi, l’automazione avanzata e l’intelligenza artificiale.
“Credo fermamente che queste tecnologie siano dei fattori abilitanti fondamentali per la cosiddetta Industry 5.0, ovvero una smart factory green. La nostra divisione Digital & Mechatronics, insieme al Camozzi Research Center, si misura da tempo su questi temi per sviluppare soluzioni concrete sia per le nostre fabbriche che per il mercato. Industrial Internet of Things (IIoT), Machine Learning e Intelligenza Artificiale generativa diventeranno tecnologie sempre più capillari nei processi produttivi”.
Masterprint è una delle stampanti 3D più grandi al mondo; è capace di costruire parti fino a 12 m di lunghezza per 4 m di larghezza in un’unica soluzione.
“Individuare i nodi critici delle macchine, sensorizzarli e portare a bordo componenti smart capaci di raccogliere dati raffinati significa dotare un plant produttivo di vere e proprie piattaforme di comunicazione capaci di interagire in tempo reale con l’operatore. Anche il controllo da remoto e la manutenzione predittiva sono aspetti chiave per la sostenibilità, perché consentono di massimizzare l’efficienza e ridurre sprechi ed errori nei processi”, ha concluso Lodovico Camozzi.
A questi temi si affiancano i digital twin, sempre più essenziali in uno scenario produttivo più orientato alla produzione di lotti relativamente piccoli e customizzati. Non dimentichiamo poi il mondo dell’additive manufacturing, dal 3D printing al fiber placement, che trova applicazione sempre più capillare soprattutto in quei settori produttivi ad altissimo contenuto tecnologico ed elevati costi fissi come l’aerospaziale. In generale, la scienza dei materiali e in particolare il mondo dei compositi saranno fonte di grandi sviluppi, portando presto importanti cambiamenti nei materiali di consumo e negli stili di vita delle persone e costringendo l’industria a ripensare in modo significativo i processi di produzione. © TECN’È
Il Gruppo Camozzi, tramite la controllata Ingersoll Machine Tools, ha siglato un accordo con GMTO Corporation per la realizzazione del Giant Magellan Telescope.