Il laboratorio di NCAB in Svezia è uno dei sette del Gruppo nel mondo. Gli altri si trovano in Italia, Regno Unito, Paesi Bassi, Germania, a Chicago negli USA, oltre a quello globale, in Cina. Nella foto di anteprima: Benjamin Klingenberg, Vicepresidente per l’Europa di NCAB Group.
Benjamin Klingenberg, VP Europe Gruppo NCAB, descrive la filosofia dell’azienda, che con un incisivo approccio manageriale, e una strategia di acquisizioni, pensa soprattutto al futuro dei PCB. E guarda con molta attenzione al mercato italiano.
di Riccardo Oldani
A chi è abituato alla dimensione italiana delle aziende che lavorano nel settore dei PCB, svolgendo una funzione di collegamento tra il committente europeo e il produttore di circuiti stampati in Estremo Oriente, Europa e America, il Gruppo NCAB appare senza dubbio come un mondo a parte. Un’azienda gestita con una forte impronta manageriale, organizzata in una serie di attività che non riguardano soltanto la produzione ma anche la sostenibilità e la formazione del personale, e in costante e continua crescita.
Fondato nel 1993, il Gruppo, che ha la sua sede centrale in Svezia, è cresciuto fino a raggiungere un fatturato intorno ai 400 milioni di dollari, in grado di gestire circa 120.000 consegne in un anno, con una percentuale del 95,2% per la precisione delle consegne e del 99,6% per le performance di qualità. Risultati che stupiscono, conoscendo quanto sia complicata la filiera dei PCB e quanto sia soggetta a interferenze esterne legate a una molteplicità di fattori. Per capire come NCAB Group abbia ottenuto questi risultati ci siamo rivolti a Benjamin Klingenberg, Vice President Europe, che abbiamo incontrato a Vicenza in occasione dell’ultima edizione della Fiera Focus On PCB.
Qual è la vostra opinione sul mercato dei PCB in Europa? Che cosa vedete dal vostro osservatorio per quanto riguarda produzione, assemblaggio e vendita di questi prodotti elettronici?
Il mercato dei PCB in Europa è ancora molto grande. Se si considera l’intero territorio europeo, Scandinavia inclusa, la richiesta di PCB è considerevole, compresa in un valore tra 5,5 e 6,5 miliardi di euro. Ci sarà sempre un gran bisogno di schede elettroniche, trainato dalla richiesta di tecnologie sempre più integrate e sofisticate che necessitano di un numero crescente di circuiti stampati in grado di incorporare molteplici funzionalità. Mi riferisco, per esempio, a mondo del 5G, dell’Internet of Things (IoT), dell’intelligenza artificiale (AI), dell’iperautomazione e dell’elettrificazione.
Dove evolverà questo mercato e, in particolare, si sposterà in altre aree, come i Paesi Baltici, o verso l’Est Europa?
Per quanto riguarda i trend, soprattutto alla luce quanto stanno facendo le aziende che effettuano l’assemblaggio di schede elettroniche e il tipo di automazione di cui si stanno dotando, non vedo all’orizzonte cambiamenti sostanziali della domanda nel prossimo futuro.
PCB rigido-flessibile progettato e prodotto da NCAB Group.
Riscontrate una tendenza al reshoring in Europa per certe tipologie di PCB?
Bisogna distinguere tra produzione di PCB e assemblaggio. Al momento viviamo in una situazione di costante incertezza per le tensioni geopolitiche in diverse parti del mondo. L’auspicio è naturalmente che la pace e il buon senso prevalgano, ma vediamo anche che sempre più gruppi industriali si stanno preparando al peggio. Soltanto due anni fa il 90% della produzione di PCB di NCAB era collocato in Cina, ora questa percentuale è scesa intorno all’84%-85% perché soddisfiamo le richieste dei clienti grazie ai nostri partner produttivi fuori Cina o Taiwan. Possiamo però parlare di un vero e proprio spostamento del business? Direi non ancora. Ci sono ancora molte sfide da superare a partire dalle infrastrutture per questo tipo di industria, che in molti Paesi non esistono o sono insufficienti. Per esempio, i materiali di base per la produzione dei PCB provengono ancora essenzialmente dalla Cina da cui vengono acquistati per gli impianti che stanno sorgendo in Paesi come la Tailandia o in Europa. Insomma, la produzione sta forse diventando un po’ più globale rispetto a prima, ma ci sono ancora molte sfide da affrontare per ridurre la dipendenza dalla Cina.
Per quanto riguarda NCAB Group quali sono i ragionamenti e le valutazioni che state facendo per crescere?
Ci stiamo focalizzando molto sulle tecnologie più avanzate e sulle applicazioni più sfidanti che ci vengono richieste dai clienti. Per esempio, ci concentriamo sulla produzione di PCB che entrano in applicazioni in cui non sono ammesse rotture o malfunzionamenti, come, per esempio, quelle mediche, da cui dipende la vita delle persone. Per prodotti di questo tipo noi e i nostri partner, insieme con tutto il nostro sistema di controllo di qualità, siamo i fornitori ideali. Vogliamo restare fedeli ai valori che rendono possibile questo nostro approccio, e cioè, innanzi tutto, la qualità senza compromessi.
Abbiamo attivato anche molte strategie per crescere ed evolverci. Ci stiamo impegnando per esempio per ridurre sempre di più i tempi di consegna e per sviluppare tecnologie sempre più complesse, come la produzione di PCB Ultra HDI, cioè a densità estremamente alta, caratterizzati da larghezza e distanza del conduttore e da spessore dielettrico inferiori a 50 µm.
Siete molto impegnati sul fronte della sostenibilità. Perché? Ce ne vuole parlare?
La sostenibilità è estremamente importante per noi. Nel 2023 EcoVadis, un servizio indipendente di rating che attesta l’impegno per la sostenibilità delle aziende attraverso le loro politiche, azioni e risultati, ci ha attribuito la medaglia d’oro, con un punteggio di 73 su 100, che ci pone nel 5% delle aziende top al mondo su 85 mila valutate a livello globale.
Abbiamo iniziato il nostro programma in questa direzione 10 anni fa, tra i primi nel nostro settore, e da diversi anni ormai non solo promuoviamo azioni concrete, ma realizziamo anche il nostro Rapporto di Sostenibilità. Abbiamo voluto essere tra i primi a imboccare questa strada nel nostro settore, anche con l’ambizione di imprimere una svolta al settore. E in effetti abbiamo visto che negli ultimi anni diversi nostri concorrenti hanno iniziato a seguirci lungo il percorso della sostenibilità. Siamo contenti di questo, e riteniamo importante che anche altri, oltre a noi, si prendano a cuore l’ambiente e il pianeta.
L’interno del laboratorio globale di NCAB Group in Cina.
Come bisogna approcciarsi al percorso verso la sostenibilità? Qual è l’aspetto più importante?
La trasparenza. È fondamentale essere chiari in tutto quello che facciamo, indicare senza reticenze i consumi energetici che abbiamo, gli eventuali sprechi, le emissioni di CO2 generate e anche in quale modo misuriamo tutti questi valori.
Va poi detto che nella produzione dei PCB entrano un gran numero di processi e non sempre è possibile essere precisi al 100% nel determinare consumi e impatti di ogni PCB prodotto. I volumi sono talmente elevati che implicano comunque emissioni di migliaia e migliaia di tonnellate di CO2. Quindi per noi è importante limitare il più possibile il margine di errore delle nostre misurazioni a pochi punti percentuali. Al momento vogliamo soprattutto identificare i punti critici e le fasi del processo dove possiamo ottenere miglioramenti sostanziali.
Avete scelto di non possedere impianti di produzione, ma vi rivolgete a fornitori selezionati, ognuno con le sue procedure, i suoi macchinari, le sue tecnologie. Come è possibile tenere sotto controllo queste realtà dal punto di vista della sostenibilità?
È vero, non abbiamo impianti di produzione di proprietà, per un motivo ben preciso. Vogliamo essere indipendenti. Vogliamo essere liberi di offrire di volta in volta ai nostri clienti le migliori soluzioni in fatto di tempi di consegna, qualità, tecnologia. Se avessimo una fabbrica nostra, correremmo il rischio di essere egoisti, di utilizzare a tutti i costi i nostri processi anche se per una certa produzione potrebbero non essere quelli ottimali.
Ma è vero. Se si lavora con tanti partner non si può pensare di decidere dall’alto una soluzione per ridurre gli impatti e applicarla. Dobbiamo dialogare con i nostri partner produttivi, convincerli della bontà del nostro approccio e delle soluzioni che vorremmo adottare, magari anche sfruttando un po’ del nostro potere d’acquisto. Devo dire che oggi i nostri stessi partner, dopo anni e anni che lavoriamo con loro in una certa maniera, vedono gli aspetti dell’efficienza e della sostenibilità con i nostri stessi occhi. Mi riferisco soprattutto ai grandi gruppi, che sono poi i primi ad adottare soluzioni di questo tipo.
L’impegno verso la sostenibilità, del resto, non implica soltanto soddisfare le esigenze dei committenti, ma è qualcosa che ha un valore anche per se stessi, per le aziende produttrici. Gli audit di sostenibilità che eseguiamo presso i nostri partner permettono anche a loro di crescere e lavorare su queste tematiche, portandoli a fare valutazioni e ragionamenti su tutte le attività in azienda, a partire da dove si acquista l’energia per far funzionare uffici e i impianti.
È un lavoro faticoso. Perché farlo?
Faccio un esempio. Io sono tedesco. E sento molte aziende in Germania che obiettano: “Perché dobbiamo essere noi a ridurre i consumi energetici? Pesiamo solo per l’1% sulle emissioni globali, la Cina e gli Stati Uniti sono i Paesi con il maggiore impatto”. Hanno anche ragione. Ma vale anche il ragionamento contrario. Cina e Asia insieme assommano il 50% di tutte le emissioni climalteranti del pianeta. Questo vuol dire che tutti gli altri produttori del mondo possono impegnarsi per agire sull’altro 50% di emissioni prodotte. Azzerarle vorrebbe dire ottenere un risultato eccezionale. Insomma, non dobbiamo guardare a quello che fanno o non fanno gli altri, ma considerare quello che possiamo fare noi.
La parte frontale di un PCB progettato da NCAB Group.
Lavorate molto con la Cina e con produttori cinesi. Pensate che questo vostro approccio possa essere un esempio anche per le aziende cinesi? Vi considerate un po’ come degli ambasciatori della sostenibilità per il settore dei PCB in Cina?
Siamo un po’ più umili, per la verità, non pretendiamo di ergerci ad ambasciatori della sostenibilità nel mondo o in Cina. Ci piace però pensare di essere innovativi, di avere cambiato davvero qualcosa nelle aziende con cui lavoriamo e di poter quindi generare impatti positivi con la nostra attività. Ci piace anche che il mercato riconosca questo nostro sforzo. Questa per noi è la migliore ricompensa, soprattutto quando vediamo che otteniamo risultati, che riduciamo le emissioni e limitiamo i consumi di energia.
Bisogna poi anche dire, per onestà, che la Cina sta facendo molto per la sostenibilità. Quando si fa una ricerca sul web sulla potenza di picco degli impianti a fonti rinnovabili che installano ogni anno per produrre energia, si resta a bocca aperta. Parliamo di cifre davvero importanti. Non vuol dire che questo sforzo sia sufficiente ma credo che la strada intrapresa sia quella giusta.
In che modo guardate al mercato italiano?
È molto importante per noi. Io sono responsabile per il segmento Europa della nostra attività, quindi di tutti i Paesi a sud della Danimarca: Germania, Regno Unito, Francia, Italia, Spagna e altri ancora. Ebbene, quello italiano è uno dei mercati più importanti per noi. Spesso è sottovalutato, perché non c’è una percezione esatta delle sue dimensioni e del livello tecnologico. Ma noi vogliamo crescere in Italia. La nostra strategia non è soltanto di crescita organica, ma avviene anche attraverso acquisizioni e negli ultimi anni abbiamo acquisito in Italia diverse aziende, come PreventPCB e BBC - Bare Board Consultants (lo scorso luglio si è aggiunta all’elenco anche DVS Global, ndr).
Un problema comune a tutti i settori produttivi è quello della forza lavoro. Voi come fate a trovare il personale con la giusta formazione tecnica per la vostra attività?
Uno dei nostri pilastri principali sono le persone. La nostra strategia di crescita per acquisizioni non ha solo lo scopo di generare più redditività e di accrescere il business, ma anche di integrare nel nostro gruppo persone qualificate, tecnici e venditori di valore. Quando acquisiamo un’altra società non ci limitiamo a consolidarla nel gruppo, ma cerchiamo di trattenere tutti, perché abbiamo bisogno di personale competente. Abbiamo quindi definito un nostro business plan anche per la sfera “People and Culture”, all’interno del quale abbiamo definito un percorso chiaro di “onboarding”, per fare in modo di inserire al meglio le persone che si uniscono al Gruppo. Le acquisizioni comunque non bastano. Per tutte le attività legate alla nostra crescita organica abbiamo anche bisogno di individuare persone da far crescere al nostro interno. Nel nostro programma interno di Education abbiamo dato vita a un’accademia online con molti strumenti disponibili, come video, lezioni e altri materiali, pensati proprio per il percorso di onboarding. Di recente, per esempio, abbiamo realizzato una serie di video nelle sedi dei nostri fornitori in Cina per documentare e illustrare nel dettaglio tutte le fasi del complesso processo produttivo dei PCB. Investiamo molte energie, tempo e risorse per realizzare al nostro interno questa formazione, perché non esistono percorsi di formazione accademica o tecnica specifici per tecnici specializzati in PCB o per venditori o per altre figure simili. Spesso dobbiamo cercare figure in aziende che operano in settori anche molto diversi dal nostro ed essere noi stessi a formarli. ©ÈUREKA!
Attività di auditing di un responsabile NCAB Group presso un produttore cinese. Il gruppo è molto attento non solo agli aspetti qualitativi ma anche ambientali e di rispetto dei diritti delle persone.