“Valorizzare gli intangibili” non è uno strumento né una strategia. Chi l’adotta entra in un ordine di pensiero autotelico, cioè ha il fine in se stesso, un pensiero che non mira a qualcos’altro attraverso questo modello. È una sospensione delle finalizzazioni che normalmente permeano le dinamiche organizzative. È una sfida manageriale, una modalità non convenzionale di gestire l’azienda che dispiega nuove possibilità di sviluppo. Richiede una grande capacità di affrontare il rischio e l’incertezza e offre un modo nuovo e originale di fare business. Parola di Gianluigi Viscardi, Presidente della Piccola Industria di Confindustria Bergamo, Vicepresidente di Confindustria Bergamo con delega ai servizi e al marketing associativo, Vicepresidente della Piccola industria lombarda con delega all’innovazione e alla rete d’impresa, nonché patron di Cosberg, una dinamica realtà meccatronica di Terno d’Isola.
di Fiammetta Di Vilio
Si è definito un “volontario del territorio”, riferendosi al lavoro e all’impegno messi a disposizione degli imprenditori, e non solo, con la vita associativa, che assorbe oggi il 70% della sua attività. L’obiettivo principale è la condivisione di conoscenze e competenze per contribuire allo sviluppo sociale e alla formazione tecnica di giovani talenti per le piccole imprese meccaniche del distretto bergamasco. Gianluigi Viscardi crede nell’approccio pratico ai problemi. L’abbiamo incontrato il 26 novembre scorso in occasione della decima edizione della Settimana della Cultura d’Impresa durante la Giornata Nazionale delle PMI, organizzata da Piccola Industria in collaborazione con associazioni territoriali di Confindustria. Questa seconda edizione del “PMI Day” ha visto protagonisti 2.000 studenti delle scuole medie della provincia di Bergamo, che hanno avuto la possibilità di visitare una trentina di siti produttivi per conoscere le imprese eccellenti che valorizzano il territorio nei diversi ambiti produttivi. Collegato al concorso “Industriamoci”, aperto alle scuole secondarie di primo e secondo grado d'istruzione e che si concretizza in una prova scritta ispirata all'azienda visitata, il PMI Day ha una forte caratterizzazione di orientamento professionale.
D. Presidente, ci spiega il significato di queste iniziative?
R. Anche in questi momenti difficili scarseggia il personale qualificato da inserire nelle nostre imprese. Mancano 27.000 tecnici. In questi anni ci siamo molto adoperati nel dialogo con le scuole per facilitare la conoscenza del mondo produttivo e le peculiarità delle aziende meccaniche. Ci rivolgiamo ai ragazzi fin dalle scuole medie di primo grado, ai loro genitori, agli insegnanti e, più in generale, all’intera comunità, perché siamo convinti che aprire le porte a una fabbrica tecnologicamente avanzata sia uno stimolo forte per scegliere in maniera consapevole un futuro scolastico e professionale che possa offrire sbocchi concreti.
D. Cosa significa oggi “innovare” per una piccola impresa?
R. La storia delle PMI passa quasi sempre attraverso momenti comuni di crescita, che assumono criticità diverse a seconda del business in cui si opera. Il percorso naturale di sviluppo organizzativo prende forma dalle piccole realtà industriali, dalla figura dell’imprenditore che, secondo uno stereotipo comune, sfida tutto e tutti pur di concretizzare la sua idea. Oggi questo modello è sorpassato. Concentrarsi nella ricerca del miglioramento continuo di ciò di cui ci si è sempre occupati e perseguire una strategia fondata su innovazione e qualità sono fattori alla portata di imprese di piccola dimensione e in grado di amplificarne la percezione sul mercato. Tuttavia la partita del futuro si gioca su “intangibili” come il capitale umano, la proprietà intellettuale, il capitale sociale e simbolico. Sullo sviluppo di regole e istituzioni adeguate alla complessità del sistema. E sulla legalità diffusa. Tutti fattori importanti ma nascosti. Coperti dal velo della non conoscenza. Sollevare questo velo è l’unico modo per facilitare lo sviluppo. I tempi sono maturi per una trasformazione delle PMI basata sulla capacità di ridisegnare i progetti di una nuova economia del knowlegde. Esiste un legame stretto tra processi di apprendimento, innovazione e competitività e nelle PMI l’innovazione deve essere definita in termini più ampi rispetto al mero investimento in R&D o all’adozione di nuove tecnologie. È cruciale lo sviluppo della professionalità della forza lavoro, dei quadri e dei dirigenti. Il fattore più rilevante nell’assicurare il successo non sono gli investimenti fissi, il capitale o il valore di bilancio delle attività materiali, ma il know-how e le capacità distintive. Da tali presupposti è nato 5 anni fa un consorzio di 24 aziende di dimensioni diverse. È Intellimech, promosso da Kilometro Rosso, Confindustria Bergamo e Servitec e finalizzato alla ricerca interdisciplinare nell’ambito della Meccatronica; include la progettazione elettronica avanzata, quella informatica e dei sistemi ICT e della meccanica, per applicazioni in settori industriali diversi. Intellimech fa sì che le consorziate possano cogliere le opportunità di business derivanti dalle applicazioni nell'automazione, nella robotica e meccatronica, gestendo progetti di R&S e sperimentazione di piattaforme tecnologiche precompetitive, realizzando prototipi per ambiti infrasettoriali innovativi, di interesse delle imprese finanziatrici. Si tratta di un progetto di alto profilo, unico nel suo genere, con una governance industriale.
D. Uno sguardo al futuro. Che prospettive ci sono per migliorare?
R. Nel mezzo delle bufere dei mercati dei capitali e della competizione globale, la conoscenza, la capacità di innovazione, le risorse umane, le competenze organizzative rappresentano sempre più gli elementi su cui misurare il valore di un'impresa e le sue possibilità di crescita. In particolare è il concetto di capitale intellettuale a fornire una spiegazione importante della differenza tra il valore di mercato di un’azienda e il suo valore contabile. Sono questi “intangibili” a fare la differenza tra le società. Nell’economia della conoscenza di cui si parlava prima, per definire scenari di sviluppo futuro, sarà indispensabile comprendere il potenziale intellettuale della propria impresa. Solo chi riuscirà in questo intento potrà garantirsi un vantaggio competitivo sulla concorrenza. L’impatto di tali risorse sulle performance industriali è forte ed è determinante anche per la crescita economica e per un più diffuso benessere sociale. È un cambiamento epocale che ci fa ben sperare in un futuro migliore.
DOING BUSINESS
“Valuing intangibles” is neither an instrument nor a strategy. Who adopts it enters an autotelic order of thought, that’s to say it has the end in itself, a thought that does not aim at something else through this model. It is a suspension of the finalizations that normally permeate organizational dynamics. It is a managerial challenge, a non conventional modality of managing the company that reveals new development possibilities. It requires a great ability of facing risk and uncertainty and provides a new and original way of doing business.
Gianluigi Viscardi’s word, President of the Small Industry of Confindustria Bergamo,
Vice-president of Confindustria Bergamo with proxy to associative services and marketing,
Vice-president of the Small Lombard Industry with proxy to business innovation and network and, finally, owner of Cosberg, a dynamic mechatronic reality headquartered at Terno d’Isola.
by Fiammetta Di Vilio
He has defined himself a “volunteer of the territory”, referring to the work and the commitment placed at disposal of entrepreneurs, and not only, through the associative tasks that today absorb 70% of his activity.
The main target is the knowledge and competence sharing to help the social development and the technical education of young talents for the small engineering enterprises of the Bergamo district. Gianluigi Viscardi believes in the practical approach to problems. We met him last November 26th on the occasion of the tenth edition of the Week of Business Culture during the National SME Day, organized by Small Industry in collaboration with territorial associations of Confindustria. The protagonists of this second edition of “SME Day” were 2,000 students of the secondary schools of Bergamo province, who had the opportunity of visiting thirty productive sites to know the excellent enterprises that give value to the territory in the different production ambits. In collaboration with the competition “Industriamoci” (“Let’s try hard”), open to the secondary schools and consisting in a written test inspired by the visited company, the SME Day is strongly characterized by professional orientation.
D. President, can you explain us the meaning of these initiatives?
R. Even in these hard times we miss qualified personnel to be employed in our enterprises. 27,000 technicians are lacking. Over these years we have been strongly committed to dialogue with schools to facilitate the knowledge of the productive world and the peculiarities of engineering firms.
We turn to students since the secondary schools, to their parents, to teachers and, more in general, to the whole community, because we are convinced that to open the doors of a technologically advanced factory is a strong incentive to choose with awareness a scholastic and professional future that can offer concrete opportunities.
D. What does “to innovate” mean for a small enterprise today?
R. The history of SME almost always develops through common growth times, which hold different criticalities depending on the business where you operate. The natural course of organizational development is shaped by small industrial realities, by the figure of the entrepreneur who, according to a common stereotype, challenges everything and everybody to realize his idea. Today this model is obsolete. The focus on the research of the constant improvement of our traditional business and the pursuit of a strategy based on innovation and quality are two factors within the reach of small-size companies that can enhance their visibility on the market. Nevertheless, the game of the future is played on “intangibles” like human resources, intellectual property, social and symbolic capital.
On the development of suitable regulations and institutions for the complexity of the system. And on diffused legality. All important but hidden factors. Covered by the veil of the lack of knowledge. To raise this veil is the only way to facilitate the development. Times are mature for a transformation of SME based on the ability of redesigning the projects of a new knowledge economy.
There is a strict link between processes of learning, innovation and competitiveness and in SME innovation must be defined in wider terms than the mere investment in R&D or the adoption of new technologies. It is crucial to develop the professionalism of manpower, executives and managers. The most relevant factor to assure success are not fixed investments, the capital or the budget value of tangible assets but know-how and distinguishing skills. A consortium of 24 companies of different sizes was born 5 years ago from these assumptions. It is Intellimech, promoted by Kilometro Rosso, Confindustria Bergamo and Servitec and targeted to the interdisciplinary research in the ambit of Mechatronics; it includes advanced electronics, information, ICT systems and mechanic design for applications in different industrial sectors. Intellimech lets its associated companies seize the business opportunities deriving from applications in automation, robotics, and mechatronics, managing R&D projects and precompetitive technological platform experimentation, implementing prototypes for innovative infra-sector ambits in which the financing enterprises are interested.
It is a high-profile project, unique of its kind, with industrial governance.
D. A glance at the future. What are the prospects to improve?
R. In the middle of the storms affecting capital markets and of global competition, knowledge, innovation capability, human resources, organizational skills increasingly represent the elements with which to measure the value of an enterprise and its growth opportunities. In particular, the concept of intellectual capital provides an important explanation of the difference between the market value of a company and its book value.
These “intangibles” make the difference among companies.
In the knowledge economy that we mentioned before, to define future development scenarios, it will be absolutely necessary to understand the intellectual potential of one’s own enterprise. Only those who will succeed in this purpose will acquire a competitive advantage against competitors. The impact of such resources on the industrial performances is strong and it is determining also for the economic growth and a more widespread social welfare.
It is an epochal change that lets us hope in a better future.