“La crescita del nostro Paese è legata al rilancio del manifatturiero, che deve aggiornarsi con innovazioni di processo e di prodotto”: su questa dichiarazione di Pier Paolo Baretta, Sottosegretario al Ministero Economia e Finanza, si è snodato l’incontro-dibattito che si è svolto il 24 settembre nella sede del Centro Sviluppo Materiali, a Roma. Fra i presenti, oltre a Baretta, Herbert von Bose per la Commissione Europea, Vincenzo Zezza per il Ministero Sviluppo Economico, Marco Vittori Antisari per Enea, Nicoletta Amodio, dirigente Area Ricerca, Innovazione, Education di Confindustria, Giuseppe Pagnano, responsabile del progetto europeo Clean Sky, Loredana Ghinea, Direttore del partenariato europeo pubblico-privato Spire, e l’Onorevole Fausto Bertinotti.
Al centro del dibattito, ospitato da Roberto Zocchi e Mauro Pontremoli, rispettivamente Presidente e Amministratore Delegato del Centro Sviluppo Materiali S.p.A., l’importanza della ricerca e le strade che istituzioni e industria devono percorrere in questa direzione per riconquistare posizioni di mercato.
Da una parte, il governo Letta intende creare un “Sistema Nazionale della Ricerca”, sostenuto da incentivi fiscali. Dall’altra, la Commissione Europea intende favorire l’eccellenza scientifica e la ricerca con il programma-quadro Horizon 2020. La sede dell’incontro non è casuale: il Centro Sviluppo Materiali S.p.A., un centro di ricerca applicata e innovazione sui materiali, conosciuto a livello mondiale, ha voluto festeggiare il 50° anniversario della fondazione con un contributo costruttivo in un momento difficile dell’economia, in particolare per il settore industriale.
“Per questo Governo è prioritario definire uno strumento strutturale di agevolazioni fiscali per sostenere le attività di ricerca e sviluppo, che dovrà essere aggiuntivo rispetto al credito d’imposta per l’assunzione di personale altamente specializzato in questo comparto”, ha sottolineato Baretta, che ha aggiunto: “La creazione di un ‘Sistema Nazionale della Ricerca’ è un’esigenza strategica per lo sviluppo e la competitività del paese e il sostegno alla Ricerca è uno degli obiettivi principali di questo Governo”.
Anche per l’Onorevole Fausto Bertinotti è necessario che l’Italia si allinei agli altri paesi Europei, “con un maggiore impegno finanziario in R&I a favore del sistema produttivo, che deve trovare riscontro nel mondo imprenditoriale”.
I dati illustrati da Baretta non sono lusinghieri. Nel 2011 l’Italia ha destinato a Ricerca e Sviluppo l’1,25% del PIL, contro il 3% dei partner. Il numero degli addetti in Italia è di circa 350.000 persone di cui 150.000 ricercatori, il 30% donne. In linea con la media europea, ma sottodimensionato rispetto ai Paesi più grandi. Su 54.414 brevetti depositati in Europa nel 2010, solo 4.423 erano italiani a fronte di 8.700 francesi e ben 21.700 tedeschi.