EMSA (www.emsa2016.it) è l’acronimo di European Magnetic Sensors and Actuators: si tratta di un convegno a cadenza biennale che dal 13 al 15 luglio ha celebrato a Torino, al Centro Congressi di Via Nino Costa 8, la propria undicesima edizione. L’evento è stato organizzato dall’INRIM, Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (www.inrim.it), presidio in Italia della scienza delle misure, o metrologia, e centro di eccellenza nella scienza dei materiali. Hanno partecipato circa 130 persone provenienti da università, centri di ricerca e industrie di ogni parte del mondo.
Le parole sensori e attuatori magnetici, contenute nel titolo del convegno, non devono intimorire: questi dispositivi sono già presenti nella tecnologia che ci circonda. Gli attuatori o trasduttori sono i congegni che trasformano l’energia elettromagnetica in altre forme di energia, ad esempio in energia meccanica. Attuatori e sensori sono all’opera negli oggetti della nostra vita quotidiana: negli auricolari con cui ascoltiamo la musica, nei computer, nella bilancia che usiamo in cucina, sulle automobili. I lavori presentati nel corso di EMSA 2016 si sono concentrati sulla loro progettazione e sui materiali magnetici che li costituiscono.
La tendenza è quella di creare dispositivi di dimensioni sempre più ridotte, cioè sistemi micro e nanostrutturati, che sfruttano fenomeni di nanomagnetismo. Le loro applicazioni investono molteplici campi: si va dal controllo ambientale all’industria automobilistica, alla produzione di macchine utensili, alla robotica, alla realizzazione di dispositivi intelligenti, all’ambito biomedicale, in cui si mettono a punto strumenti diagnostici raffinati. Tra questi basti citare i sistemi basati sull’impiego di nanotecnologie in grado di offrire diagnosi e terapia insieme.
Gli interventi dei relatori hanno descritto, inoltre, lo sviluppo di sensori avanzati per la conversione dell’energia, da utilizzare, ad esempio, nell’energy harvesting, per l’elaborazione digitale dell’informazione, e per la meccanica di precisione.
In virtù del proprio ruolo istituzionale, l’INRIM si occupa anche della parte metrologica che concerne i dispositivi citati: assicura la riferibilità al Sistema Internazionale delle unità di misura (SI), fornendo metodi di misura e campioni di riferimento.
“Nel settore delle nanotecnologie la riferibilità è ancora carente: ogni laboratorio misura usando sistemi diversi”, fa rilevare Paola Tiberto dell’INRIM, Presidente di EMSA 2016. “Il problema è sentito in particolar modo nel campo biomedico, in cui le richieste di standardizzazione sono forti, nonché necessarie per garantire l’efficacia delle metodologie impiegate”.
“Non dimentichiamo che le nanotecnologie”, prosegue Paola Tiberto, “costituiscono un settore molto avanzato della scienza, in cui l’Italia si mantiene al passo con il resto del mondo. EMSA ha illustrato proprio l’utilizzo crescente di nanotecnologia anche nel nostro Paese, in particolare nelle applicazioni biomedicali e nella magnetoelettronica”.