Si è chiuso in modo decisamente positivo il 2015 per l’industria italiana della macchina utensile che registra incrementi a doppia cifra per quasi tutti i principali indicatori economici. Positive anche le previsioni per il 2016 che vedrà allungarsi il trend favorevole. È questo lo scenario illustrato dal presidente Luigi Galdabini in occasione della conferenza stampa di fine anno di Ucimu-Sistemi per Produrre (www.ucimu.it).
Come emerge dai dati di preconsuntivo elaborati dal Centro Studi & Cultura di Impresa di Ucimu-Sistemi per Produrre, nel 2015, la produzione è cresciuta a 5.430 milioni di euro, segnando un incremento del 12,2% rispetto all’anno precedente. Questo risultato è stato reso possibile sia dal positivo andamento delle esportazioni sia da quello delle consegne dei costruttori sul mercato italiano, a conferma della ripresa degli investimenti avviata già nel 2014.
Decisamente rilevante la crescita del consumo italiano di macchine utensili che si è attestato a 3.595 milioni di euro, segnando un incremento del 31,3% rispetto all’anno precedente. Il risveglio della domanda di sistemi di produzione ha premiato sia le consegne dei costruttori, salite a 1.920 milioni di euro, il 21% in più rispetto all’anno precedente, sia le importazioni cresciute, del 45,5%, a 1.675 milioni.
Dopo la battuta d’arresto segnata lo scorso anno, nel 2015 le esportazioni sono tornate a crescere in modo deciso, registrando un incremento del 7,9%, a 3.510 milioni di euro.
Secondo l’elaborazione UCIMU su dati ISTAT, nei primi otto mesi dell’anno (ultima rilevazione disponibile), principali paesi di destinazione del made in Italy di settore sono risultati: Stati Uniti 248 milioni (+10,8%), Cina 232 milioni (+0,5%), Germania 227 milioni (+7,1%), Russia 133 milioni (+38,1%), Francia 114 milioni (+23,5%), Polonia 77 milioni (+21,3%), Regno Unito 77 milioni (+88,2%), Turchia 63 milioni (-15%), Spagna 61 milioni (+12,1%), India 57 milioni (-0,3%).
La ripresa del mercato interno ha inevitabilmente attratto l’attenzione delle imprese italiane che hanno orientato parte delle risorse, prima tutte profuse oltreconfine, al territorio nazionale. A conferma di ciò il rapporto export su produzione, ridimensionato in appena due anni al 64,6% (contro il 75,4% del 2013).
Anche il 2016 sarà un anno favorevole per l’industria italiana di settore che, secondo le previsioni, vedrà un incremento per tutti i principali indicatori economici. La produzione si attesterà a 5.820 milioni di euro (+7,2%), avvicinandosi così al valore record di 6 miliardi di euro registrato nel 2008.
Le esportazioni saliranno del 6,6%, a 3.740 milioni. Proseguirà anche il trend positivo del consumo che, atteso in crescita dell’8,8%, arriverà a 3.910 milioni di euro, trainando sia le consegne dei costruttori che raggiungeranno quota 2.080 milioni di euro (+8,3%) sia le importazioni attese a 1.830 milioni (+9,3%).
“Il 2015 è stato un anno positivo per l’industria italiana della macchina utensile che ha saputo sfruttare appieno la ripresa del consumo e il miglioramento del contesto interno e internazionale, registrando incrementi per tutti i principali indicatori”, ha commentato Luigi Galdabini, presidente Ucimu-Sistemi per Produrre. “D’altra parte, EMO Milano 2015, da un lato, e i provvedimenti di politica industriale previsti dalle autorità di governo, dall’altro, hanno ulteriormente spinto la ripresa rendendola più forte e salda”.
A questo proposito”, ha continuato Galdabini, “accogliamo con favore l’inserimento in Legge di Stabilità del provvedimento di Superammortamento, richiesto alle autorità di governo proprio in occasione di EMO Milano 2015, che permette l’ammortamento del 140% del macchinario acquistato. Chiediamo però che sia introdotto un emendamento al testo attualmente in discussione affinché questa misura possa essere applicata a tutti i macchinari ordinati (anziché consegnati come prevede il testo attuale) entro il 31 dicembre 2016, e consegnati entro il 30 giugno 2017”.
A garanzia della correttezza delle operazioni occorre prevedere”, ha spiegato Galdabini, “che l’ordine sia accompagnato da acconto tracciato o da pagamento con canoni di locazione finanziaria per almeno il 20% del valore dell’investimento”.
“Con questa proposta”, ha concluso Galdabini, “sarebbe distribuito in modo più equo, tra costruttori e importatori, il beneficio derivante dalla misura che, attualmente, avvantaggia maggiormente, almeno nella fase finale, gli importatori e i distributori che forniscono beni pronta consegna rispetto alle PMI italiane abituate a lavorare su commessa e prodotti fortemente personalizzati, la cui produzione si protrae generalmente per diversi mesi”.
“Detto ciò, occorre comunque ribadire la necessità di misure capaci di sostenere, in modo strutturato, il rilancio del mercato domestico e del manifatturiero italiano che, a oggi, sta operando con sistemi di produzione spesso obsoleti. Complementare a Superammortamento e alla Nuova Sabatini, già rifinanziata per tutto il 2016, dovrebbe essere la revisione dei coefficienti di calcolo degli ammortamenti, fermi al 1988”.
“D’altro canto” ha infine detto Galdabini, “la ripresa dei consumi di macchine utensili in Italia non è tema di interesse per i soli costruttori ma, al contrario, è e deve essere sempre di più tra le priorità del paese, la cui industria manifatturiera opera con tecnologie di produzione sempre più datate e meno performanti. Per evitare la perdita di competitività del nostro sistema paese, occorre pensare a un sistema di incentivi alla sostituzione dei macchinari obsoleti. Il provvedimento, che ha accolto il favore del viceministro Calenda, potrebbe evidentemente dare una scossa al consumo di macchinari, ma soprattutto favorirebbe l’ormai necessario ammodernamento degli impianti produttivi in risposta alle esigenze di maggiore produttività delle imprese e di adeguamento alle normative sempre più stringenti in materia di risparmio energetico e miglioramento degli standard di sicurezza sul lavoro”.