Sull’integrazione Omron lavora dal 2011, con l’introduzione della piattaforma Sysmac, soluzione scalabile di automazione in cui i vari componenti lavorano insieme all’interno di un’unica piattaforma.
L’aspettativa di vita è sempre più lunga. Beni di largo consumo come farmaci, cosmetici, cibi e bevande, ma anche automobili ed elettronica saranno sempre più richiesti e le tecnologie per produrli sempre più avanzate. È sulla base di questa valutazione che Omron ha sviluppato una propria idea di automazione, integrata, intelligente e interattiva, in cui la robotica gioca un ruolo centrale.
di Riccardo Oldani
Pensate a una linea di confezionamento di medicinali. O a quella di un’azienda di cosmetici con decine di prodotti e packaging diversi. Lavora piccoli lotti, produce praticamente on demand, sulla base di ordini che devono essere evasi sempre più rapidamente. Deve continuamente cambiare configurazione nell’ambito della giornata. La classica situazione da incubo per chi deve programmare la produzione, ma che si ripropone sempre più spesso. E non soltanto nei settori che abbiamo citato, ma anche nell’alimentare, nell’industria delle bevande e perfino tra i produttori di componenti per l’automotive, ormai sempre più chiamati a polverizzare l’attività in migliaia di referenze. Quali soluzioni si possono adottare per far fronte a simili necessità? La risposta di Omron (www.omron.it), multinazionale giapponese impegnata nei settori dell’automazione industriale, dell’elettronica, dell’healthcare e dell’automotive, si incentra su una nuova idea di flessibilità basata sull’impiego di robot mobili, interattivi e collaborativi.
Marco Spimpolo, Product & Industry Marketing Manager Servodrives & Delta Robots di Omron.
ROBOT MOBILI
Li abbiamo visti in azione a fine gennaio, in occasione di una presentazione organizzata nella sede italiana del Gruppo a Milano. Si chiamano LD e sono, in termini tecnici, simili – ma non uguali – agli AGV, Autonomous Guided Vehicles, veicoli a guida autonoma. Possono portare componenti e pezzi all’interno del sito produttivo, per alimentare le macchine o per prelevare i prodotti assemblati e condurli al confezionamento. Gli AGV sono sul mercato da tempo, ma gli LD di Omron hanno qualcosa di diverso. Ci spiega le loro particolarità Marco Spimpolo, Product & Industry Marketing Manager Servodrives & Delta Robots: “In genere gli AGV servono a realizzare sistemi di movimentazione che hanno una rigidità elevata, paragonabile a quella di una linea di autobus o a una metropolitana, in cui i carrelli fanno una serie di fermate programmate. L’Omron LD, invece, è più paragonabile a un servizio di taxi o a Uber. Grazie al suo sistema di navigazione, che lo distingue da tutti gli altri prodotti simili in commercio, è molto più flessibile e capace di orientarsi da solo in un ambiente, di riconoscere ostacoli improvvisi, di ricalcolare il percorso e di muoversi, quindi, ‘a chiamata’, nel punto e nel momento in cui occorre il suo intervento”.
Omron Xpectia FH, sistema di visione compatto, rapido ed efficiente di Omron.
INTEGRAZIONE, INTELLIGENZA, INTERATTIVITÀ
Gli Omron LD rispondono a un concetto di automazione flessibile scaturita da un lungo lavoro e da una lunga riflessione. “La nostra visione su questo tema”, dice Spimpolo, “è molto articolata. Possiamo dire che si basa su un’idea ‘bipartita’, sviluppata cioè in due direzioni, orizzontale e verticale. Partiamo dalla visione orizzontale, che abbiamo chiamato I-Automation, incentrata su quelle che noi definiamo le 3 I: integrazione, intelligenza e interattività. Sull’integrazione Omron lavora dal 2011, con l’introduzione della piattaforma Sysmac, una soluzione scalabile di automazione in cui i vari componenti, dal servoazionamento al sensore, dalla sicurezza ai sistemi di visione, lavorano insieme all’interno di un’unica piattaforma. Molto si è fatto anche a livello di intelligenza, soprattutto se si guarda ai sistemi di visione, per cui sono stati sviluppati algoritmi intelligenti per il riconoscimento di pattern o function block per ottimizzare determinati processi. L’acquisizione nel 2015 di Adept da parte del Gruppo Omron rientra nella strategia di potenziamento dell’offerta di interattività e segnatamente della robotica. Adept è uno dei gioielli tecnologici della Silicon Valley, in California, un’azienda estremamente innovativa in fatto di robotica industriale”.
Adept ha sviluppato un’ampia gamma di robot industriali, SCARA, Delta a 6 assi e anche mobili, tra cui il Lynx, da cui discende il nuovo LD. Tutti ora fanno parte delle soluzioni Omron. “Sono strumenti che noi intendiamo sempre come parte di un sistema integrato, pensato per soddisfare specifiche esigenze di produzione. Non vogliamo proporci come fornitori di componenti, ma di soluzioni che nascono da un confronto diretto con i nostri clienti, utilizzatori finali, costruttori di macchine o system integrator. Questo è possibile grazie al fatto che il know how tecnologico è interamente in mano a Omron”, commenta Spimpolo.
Grazie all’introduzione dei due nuovi controller NJ1 e NX7 Omron ha ampliato la piattaforma di automazione Sysmac.
ROBOT E UOMINI
Ma che cosa richiedono gli utenti finali e i costruttori di macchine? “Qui si innesta la nostra visione ‘verticale’ dell’automazione, che è legata ai mercati. In particolare forniamo soluzioni per l’automotive e i produttori di semiconduttori, ambiti storici per il Gruppo, ma anche per quei comparti legati alla produzione di beni di prima necessità, come farmaceutico, food & beverage e tabacco. Il perché è presto detto. Da questi settori ci aspettiamo, nel prossimo futuro, le richieste più tecnologicamente avanzate ma anche un forte aumento della produzione, spinta dalla crescita demografica mondiale”, dice Spimpolo.
L’ingresso sempre più massiccio della robotica in questi settori sarà facilitato anche dall’alto livello di maturità raggiunto dalla tecnologia. “La robotica industriale ha ormai raggiunto un notevole livello di maturità, non soltanto per quanto riguarda l’hardware, ma anche il software, dagli algoritmi che controllano i movimenti ai software di programmazione, alle interfacce che ne rendono sempre più facile l'utilizzo. L’accessibilità delle tecnologie robotiche si traduce anche in un’accresciuta interattività, che si manifesta in tre direzioni: macchina-macchina, nel senso che i robot mobili, per esempio, possono interagire con quelli di manipolazione in maniera sempre più autonoma; uomo-macchina, perché i robot sono sempre più facili da programmare e impostare; ma anche macchina-uomo, perché la disponibilità di robot sempre più intelligenti, capaci di fornire dati dal campo e informazioni sul loro funzionamento mette l'uomo in grado di capire meglio le performance dell’intera fabbrica e fornisce quindi al manager strumenti per gestire meglio la produzione”.
LD (Low Duty) Cart Transporter è la risposta di Omron all’esigenza di introdurre nelle fabbriche digitalizzate una logistica intelligente. Si tratta di un robot mobile interattivo progettato per automatizzare il trasporto manuale dei carrelli.
L’ITALIA CHE CHIEDE INNOVAZIONE
Ecco allora che i robot si integrano con l’automazione, con l’analisi dei dati, con il Cloud e la digitalizzazione dell’azienda, in una piena realizzazione dell’ideale di Industry 4.0. Come risponde, allora, l’impresa italiana a queste nuove opportunità? “L’Italia ha un ruolo importante nello spingere l’innovazione, soprattutto in quei settori dove eccelle. Penso, per esempio, ai produttori di soluzioni per il packaging, con cui lavoriamo a stretto contatto e che ci manifestano esigenze di funzionalità sempre più complesse. Si va dalla necessità di ridurre sempre più l’ingombro delle macchine e delle linee di produzione, perché gli utenti finali devono fare revamping e potenziarsi mantenendo gli stessi spazi, alle richieste di efficientare l’intera supply chain e, quindi, tutta l’organizzazione aziendale. Sempre di più i produttori di sistemi per il packaging ci chiedono soluzioni compatibili con lo standard PackML (Packaging Machine Language), per avere la possibilità di raccogliere real time indicazioni sul funzionamento delle macchine. Un aspetto che, a sua volta, pone il problema di uniformare i network, di includervi sensoristica e sistemi di controllo, di rendere possibile la comunicazione con sistemi MES o altri strumenti di gestione. Noi abbiamo risposte per tutti questi problemi”, conclude Spimpolo.
Robot antropomorfo. La combinazione di software e architettura di controllo offerta da Omron risponde alle sfide attuali di automazione industriale.
BISOGNO DI CONOSCENZA
La richiesta d’innovazione potrebbe crescere ulteriormente grazie al favorevole regime fiscale introdotto da super e iperammortamento. “Ma per approfittare di queste opportunità dobbiamo fare anche un intenso lavoro di diffusione della cultura dell’automazione e dell’Industry 4.0. Ecco perché abbiamo incluso queste tematiche nel nostro Programma di Formazione Tecnica che compie quest’anno i 28 anni di vita. Oltre alla partecipazione alle fiere, abbiamo definito un fitto programma di incontri diretti con i clienti e, soprattutto, con gli end user, cercando di confrontarci a tutto tondo con i nostri partner. Negli ultimi anni, abbiamo anche dato vita a una rete di integratori, gli OSP (Omron Solution Partner) con cui abbiamo stretto un rapporto particolare di interscambio di conoscenze e informazioni, per dare loro tutti gli strumenti per sfruttare le nostre tecnologie, ma anche per avere da loro un feedback diretto dal mercato. Importante è stato l’allestimento, nella nostra sede di Milano, di un laboratorio per effettuare test, prove, studio di nuove applicazioni che impieghino i nostri robot integrati alle nostre altre soluzioni per l’automazione”, spiega Marco Spimpolo. ©ÈUREKA!
Si conferma l’impegno costante di Omron nello sviluppo di soluzioni innovative in grado di migliorare la produttività grazie all’integrazione tra robot e funzionalità di rilevamento, controllo, gestione dei movimenti e sicurezza.