Con CELOS® e le DMG MORI Software Solutions, il Gruppo accompagna i clienti sul cammino verso la produzione digitale.
DMG MORI ha modificato la propria strategia, passando dall’offerta di un prodotto a quella di una soluzione completa, con un nuovo portafoglio di tecnologie, soluzioni software e applicazioni, che viene gradualmente esteso fino a realizzare un sistema modulare completo, versatile, personalizzabile e smart. Parola di Ugo Ghilardi, Chief Operating Officer EMEA del Gruppo leader globale nella lavorazione del metallo.
di Anita Gargano
Il 2016 della macchina utensile italiana si è chiuso sotto i migliori auspici e cederà il passo a un 2017 ancora più interessante, almeno sulla carta. È quanto afferma Ugo Ghilardi, Chief Operating Officer EMEA del Gruppo DMG MORI (www.it.dmgmori.com).
D. In quanto costruttori leader di macchine utensili di asportazione truciolo, in DMG MORI avete certamente una visione globale dell’andamento del mercato. Come è andato l’anno appena concluso a livello mondiale?
R. Nel mercato delle macchine utensili l’andamento dei consumi è stato piuttosto variegato a livello geografico. Abbiamo assistito a una tenuta sostanziale in Europa, a una lieve flessione in Asia, bilanciata da una leggera crescita in America del Nord. In Sudamerica si continua a registrare una grande sofferenza, mentre in Africa il trend è positivo grazie alla spinta dell’area Maghreb e dell'Egitto, oltre che del Sudafrica. Se vogliamo poi puntare la lente d’ingrandimento sul vecchio continente, l'Europa mediterranea ha avuto un andamento dei consumi positivo, con l'Italia in prima fila, e così anche i Paesi dell’est, mentre la Germania è rimasta sostanzialmente stabile rispetto al 2015 e, tra i Paesi scandinavi, Svezia e Finlandia mostrano una bella vivacità. Bene anche la Turchia, nonostante le turbolenze a livello politico.
Sia nella versione per il controllo che nella versione PC, CELOS consente di gestire, documentare e visualizzare i dati della macchina, dell’ordine e del processo produttivo.
D. L’industria italiana è tornata finalmente a investire in tecnologie di produzione?
R. Sembrerebbe proprio di sì: nell’anno appena concluso il “consumo” di macchine utensili nel nostro Paese è aumentato del 10,1% e si è attestato a 3.685 milioni di euro. È il terzo anno consecutivo di netta crescita e quindi ci sono tutti i presupposti per pensare in positivo, grazie anche alla percezione di un cambiamento di mentalità da parte dei clienti, che sempre di più si stanno rendendo conto della necessità di dover aggiornare il loro parco macchine, per meglio rispondere alle esigenze tecnologiche del mercato e dei loro clienti. DMG MORI Italia ha chiuso il 2016 superando ampiamente i 160 milioni di fatturato. Non dimentichiamoci che con circa 800 unità l’anno, tra quelli prodotti a Brembate di Sopra e quelli costruiti a Tortona, l’Italia rappresenta per DMG MORI il terzo mercato per quanto riguarda la produzione. Siamo ottimamente posizionati anche per quanto riguarda il consumo, tant’è che agli investimenti notevoli fatti per le strutture produttive, ne stanno seguendo altri sui prodotti: alla prossima EMO di Hannover presenteremo infatti grosse novità in particolar modo nel campo dei torni plurimandrino. I nostri investimenti però riguarderanno anche la formazione del personale in linea con quelle che sono le aspettative del cliente, quindi affrontando i temi cogenti di Industria 4.0 che diventa parte integrante dello sviluppo di tutti i prodotti che stiamo sviluppando in questo momento: macchine intelligenti, quindi, per creare un reale valore aggiunto ai clienti.
D. Crede che il piano del governo Industria 4.0 spingerà ancor di più il consumo di macchine utensili nel 2017?
R. Secondo le previsioni, l’industria italiana di settore vedrà un incremento per tutti i principali indicatori economici nel 2017. La produzione dovrebbe salire a 5.700 milioni di euro (+4%), avvicinandosi così al valore record di 6 miliardi di euro registrato nel 2008. Sicuramente poi il piano Industria 4.0 varato dal governo darà una spinta agli investimenti in tecnologie. Dal nostro punto di vista, come Gruppo abbiamo davanti un anno in cui migliorarci ulteriormente in termini di soluzioni complete da offrire ai clienti: ormai le macchine sono solo un anello – per quanto fondamentale e fondante – della nostra attività. Il nostro ruolo è quello di proporre loro un’offerta più ampia possibile. Infatti i progetti che ci vedono coinvolti considerano non solo la macchina utensile, ma una serie di soluzioni a 360 gradi, proposte al fine di rendere il cliente finale competitivo e protagonista su tutti i mercati. Sarà inoltre un anno in cui proseguire e rafforzare la strategia “Global One”.
CELOS permette lo scambio di informazioni con i sistemi software aziendali, colmando così il divario tra l'ambiente IT e la produzione.
D. In cosa consiste la strategia “Global One”?
R. La direzione DMG MORI con il motto “Global One” punta alla integrazione di DMG MORI Company Limited e DMG MORI Aktiengesellschaft in un unico gruppo produttore di macchine utensili globale e integrato. Circa 14.000 dipendenti dei nostri stabilimenti di tutto il mondo e 164 sedi di vendita e assistenza internazionali stanno unendo le loro forze per continuare ad essere il numero 1 al mondo, garantendo ai nostri clienti di tutti i continenti stabilità e continuità. “Global One” è sinonimo dell’innovazione del futuro per quanto riguarda le macchine, i componenti, le soluzioni software e i LifeCycle Services. Per questo, promuoveremo la molteplicità delle nostre competenze globali e svilupperemo ulteriormente il potenziale dei nostri stabilimenti a livello regionale.
“Siamo conosciuti in tutto il mondo come costruttori di macchine, ma non ci fermiamo all’intelligenza della macchina, lavoriamo sempre con una visione ben più ampia e completa”, afferma Ugo Ghilardi, Chief Operating Officer EMEA di DMG MORI.
D. Il piano Industria 4.0 garantirà importanti incentivi a chi acquisterà macchine e sistemi da utilizzare in maniera connessa e smart. In che modo DMG MORI con le sue soluzioni aiuta i clienti ad andare in questa direzione?
R. Crediamo che l’intelligenza di cui tanto si parla in questo momento debba essere presente su tre livelli, per portare reali benefici: parliamo infatti di smart machine, smart factory e smart company. Il nostro Gruppo lavora affinché i nostri clienti possano avere macchine intelligenti all’interno di stabilimenti connessi, in aziende competitive. Siamo conosciuti in tutto il mondo come costruttori di macchine, ma non ci fermiamo all’intelligenza della macchina, lavoriamo sempre con una visione ben più ampia e completa. In questo mese, nell’ambito della consueta Open House di Pfronten mostreremo alla nostra clientela come lavora una smart factory, con decine di macchine connesse non solo tra loro ma anche a un sistema di pianificazione della produzione e degli ordini, gestibile anche da remoto. Questo progetto culminerà poi con la realizzazione di alcune smart factory anche nei nostri stabilimenti, tra cui anche quello italiano di Brembate di Sopra. L’innovazione tecnologica sulle macchine non può che andare di pari passo con le nuove risorse e tecnologie che il mondo IoT ci può mettere a disposizione. La produzione “intelligente” deve ovviamente svolgersi all’interno di fabbriche “intelligenti”, ovvero, digitalizzate, le quali non possono prescindere da mezzi di produzione intelligenti, automazione spinta, e una rete digitale in grado di far dialogare tra loro macchine e uomini. Il dialogo poggia sulla trasmissione di dati di lavorazione, informazioni provenienti da tutte le componenti del sistema produttivo, a cominciare dalla progettazione, per poi estendersi alla prototipazione, alla misura, alla lavorazione vera e propria, alla manutenzione, al service. Tecn'è
Secondo le previsioni, l’industria italiana di settore vedrà un incremento per tutti i principali indicatori economici nel 2017.