La Arion 6.000 di ZAYER con carenatura completa.
Fiducia nel futuro, nelle proprie capacità e voglia di dotarsi degli strumenti giusti, come le macchine ZAYER, per allargare il proprio mercato: ecco la risposta di Sintech, officina meccanica di precisione, al momento attuale.
di Gianfranco Ammirati
È davvero raro entrare in un’officina e respirare un senso di ottimismo e di piacere del lavoro, soprattutto di questi tempi, ma è la sensazione nettamente percepita arrivando in Sintech, a Villanova Monferrato, in provincia di Alessandria. Il capannone nuovo di zecca, alcune cose ancora da sistemare e questa sensazione forte di positività che, da sola, “nasconde” tutte le cose ancora da fare e le fa percepire come già risolte. Ci accoglie Andrea Oppezzo, Amministratore Delegato e cofondatore di Sintech s.r.l.
La storia di questa azienda è simile a molte altre realtà del tessuto produttivo italiano: nata nel 2003, con poche macchine e uno spazio limitato di soli 500 metri quadrati, l’azienda è cresciuta per qualche anno fino alla svolta, verificatasi dopo cinque anni con la separazione dei soci.
Andrea Oppezzo, AD di Sintech s.r.l.
PASSIONE PER IL LAVORO
Spesso le differenti visioni del futuro, la diversa propensione all’investimento e al relativo rischio d’impresa emergono con il tempo e la scelta di percorrere strade diverse è la soluzione migliore; infatti, da allora, la passione per il lavoro e la volontà di crescere hanno avuto campo libero e i risultati non hanno tardato ad arrivare. All’inizio macchinari usati, per ampliare l’offerta di servizio, seguiti presto da sistemi CAD/CAM e da fresatrici nuove e più performanti: la maggiore e migliore capacità di lavoro ha permesso a Sintech di entrare con successo nel mercato della produzione di componenti per macchine utensili.
Un’altra importante area d’intervento è stata quella relativa al Packaging, soprattutto nella sua componente cartacea, che ha il suo centro di eccellenza proprio nella zona di Casale Monferrato, a partire da Cerutti e Bobst, per concludere con molte realtà composte anche di poche persone, ma spesso vere e proprie nicchie di eccellenza in ambiti particolari.
In entrambi i casi la domanda di qualità e precisone delle lavorazioni è sempre stata molto elevata e la capacità di rispondere ha permesso la crescita. Sintech non vende prodotti propri, ma lavora per conto terzi, vende “capacità di fare” ed è facile intuire come, continuando a offrire qualità e precisione, l’aumento delle capacità lavorative, espresse come dimensioni lavorabili, si traducano rapidamente in incremento di lavoro sia dai clienti acquisiti sia da new entry.
Un tecnico Sintech in fase di settaggio macchina.
PARTNERSHIP DI QUALITÀ
Il mercato cui si rivolge Sintech è principalmente quello italiano, soprattutto concentrato nel nord, con una splendida eccezione europea rappresentata dalla tedesca Jenoptik, leader nella metrologia industriale, per cui Sintech realizza colonne di misura, parti fondamentali e di altissima precisione e finitura: la “colonna vertebrale” delle loro macchine. La collaborazione, abbastanza singolare per un’azienda tedesca, abituata a rapportarsi con altre entità di dimensioni medio-grandi, è nata dall’incontro tra la domanda di precisione e l’offerta di un’eccellenza che andava oltre la semplice lavorazione meccanica, per farsi carico anche di rettificatura, trattamenti superficiali, e altro.
“Una cura che va oltre, arrivando fino alle finiture anche estetiche dei pezzi che risulteranno poi a vista, per arrivare fino alla progettazione e realizzazione degli imballi che garantiscano un trasporto privo di sorprese, che porti a destinazione la qualità che abbiamo realizzato qui. E un servizio così può essere offerto solo da chi lavora con competenza e passione per andare oltre la semplice lavorazione meccanica, per prendersi a cuore il prodotto che si concorre a creare. Abbiamo dato il nostro apporto suggerendo modifiche a vari livelli e questa partecipazione è stata molto apprezzata! Si è trattato di una crescita fatta insieme su tutti i livelli del prodotto, da quelli funzionali a quelli estetici. E questa è un’altra caratteristica di noi italiani”, spiega Oppezzo.
Un rapporto che dura dal 2010 e che ha fatto della “piccola” azienda di Villanova Monferrato il fornitore numero uno dell’importante leader tedesco.
La Arion in fase di lavorazione.
FARE COSE CHE ALTRI NON FANNO
“La volontà di crescere ci ha portati a considerare un investimento che fosse anche un nuovo ‘salto di qualità’ per noi e, partendo da questo principio, abbiamo orientato la nostra scelta verso una macchina di altissima precisione, quale può essere una portale a struttura fissa e tavola mobile, direi il top tecnologico attuale. Siamo partiti dall’idea di una macchina da 4 m in X, ma poi, pensando che il grande può lavorare il piccolo, ma il piccolo non può lavorare il grande, ci siamo decisi per una 6 m. Sicuramente l’investimento è stato importante ma, già a partire dalla prime risposte del mercato alla semplice notizia di questa acquisizione, siamo più che fiduciosi di aver fatto la scelta giusta”, ci conferma Oppezzo.
Analizzando le scelte di Andrea Oppezzo non si può che essere concordi: di macchine “piccole” è pieno il mondo, di macchine con capacità di lavoro in X di 6 m cominciano a essercene molte meno, quei due metri in più possono fare la differenza tra una concorrenza sgradita e una trattativa chiusa con successo. Poi, oltre questa misura, da una parte iniziano a diminuire rapidamente anche le richieste di lavoro, dall’altra iniziano a rendersi necessarie strutture e logistiche, come dimensione stabilimento e carriponte, decisamente più impegnative.
Particolare della colonna realizzata da Sintech per Jenoptik.
“Le linee guida che ci hanno orientato nel nostro investimento sono state diverse. Innanzitutto, come detto in precedenza, la dimensione, poi la tipologia di macchina, puntando alla massima precisione ‘intrinseca’ possibile e, in ultima istanza, il brand del costruttore. Per chi, come me, è un appassionato di meccanica, ZAYER è un marchio di prima grandezza. La volontà di perseguire la realizzazione di strutture in ghisa, la profonda conoscenza delle strutture a portale, la ‘semplicità’ ed efficacia della sua meccanica sono proverbiali. Abbiamo visionato impianti presso altre aziende, prima della scelta, e abbiamo avuto sempre e solo report favorevoli. Ma per noi, possedere una Arion è un po’ come avere delle stelline in più sul biglietto da visita. Quando ci presentiamo a un nuovo cliente, o quando andiamo a visitarne uno acquisito, poter dire ‘questo pezzo lo faremo su una Arion’ ci riempie di orgoglio, dovuto alla certezza dei risultati. Ovviamente si tratta solo del mio personale punto di vista”, spiega Oppezzo.
Tecnici Sintech che lavorano con il controllo HEIDENHAIN.
QUESTIONE DI TESTA
La Arion 6.000 installata in Sintech è completamente carenata, secondo il nuovo look delle ZAYER, e sicuramente offre una vista di notevole impatto, anche se la cosa più importante sono i sensibili miglioramenti a livello di pulizia e inquinamento acustico dell’ambiente di lavoro. La macchina è dotata di una testa 30° continua che rappresenta un altro fiore all’occhiello della Casa spagnola, unica a produrre una testa di questo tipo, capace anche di lavorare in sottosquadra, e di risolvere problematiche produttive difficilmente risolvibili in altro modo.
“E proprio questa testa a 30° rappresenta un ulteriore valore aggiunto per noi, un altro ‘asso nella manica’ da utilizzare nel proporci ai clienti, perché ci porrà in grado di affrontare con serenità lavorazioni davvero complesse, al limite dell’impossibile per altri”, dice Oppezzo. “Per terminare la valutazione complessiva del nostro nuovo investimento, resta poco: la formazione a cura del personale ZAYER Italia è stata rapida ed esaustiva e la gestione del controllo HEIDENHAIN, già utilizzato sulle altre macchine dell’azienda, non ha comportato particolari problemi, a parte l’acquisizione di tutte le ‘malizie’ necessarie per passare a un portale a tavola mobile”.
Un sincero “in bocca al lupo” a Oppezzo e alla sua Sintech per la competenza e per il grande ottimismo di cui, in questi tempi, c’è davvero un gran bisogno.
La testa 30° della Arion di Zayer consente anche lavorazioni in sottosquadra.
FOCUS: UNA MACCHINA DI NUOVA CONCEZIONE
Arion ha un portale a tavola mobile che, come tutte le nuove ZAYER, abbina le doti di robustezza, affidabilità e durata nel tempo che hanno reso celebre la Casa spagnola, con comportamenti più dinamici e una maggiore precisione volumetrica e di capacità di lavoro. La struttura è monolitica in ghisa perlitica, frutto della nuova progettazione a elementi finiti, che permette di mantenere le caratteristiche strutturali con elementi di minor peso. Un risparmio energetico che si somma a una maggiore dinamicità complessiva.
Lo scorrimento della tavola (asse X) avviene con tre guide lineari, mentre il movimento è dato da un sistema a vite con ricircolo di sfere e chiocciola precaricata. Questa caratteristica, utilizzata nelle versioni 3.000 e 4.000, assicura alla macchina una maggiore costanza di lavoro e precisione. Per le versioni 5.000 e 6.000 (dimensione massima), il movimento avviene mediante doppio pignone e cremagliera.
Il movimento del carro portaslittone trasversale (asse Y) corre su guide lineari ed è ottenuto mediante vite a ricircolo di sfere. Lo slittone (asse Z) scorre su guide prismatiche con movimento, anche in questo caso, ottenuto con due viti a ricircolo di sfere. Arion monta di serie la testa automatica a 45° con posizionamento di 0,001°: questa testa può orientare l’utensile di lavoro in qualsiasi posizione nello spazio, in modo semplice e preciso. Il sistema ZAYER Multi Head di intercambiabilità delle teste, che consente il montaggio automatico di teste differenti a seconda della tipologia di lavorazione da eseguire, è ottenibile come opzione. Anche Arion può montare la nuova testa birotativa a 30° che permette di realizzare lavorazioni in sottosquadra impensabili prima. Entrambe le teste, a 45° e a 30°, sono disponibili nella versione a 5 assi con movimento continuo. ©TECN’È