Lo sviluppo di cavi per applicazioni in c.c. non è una novità per LAPP: tra i prodotti LAPP più importanti nel campo figura il cavo ÖLFLEX DC 100.
Lo scorso 28 gennaio si è tenuta presso Palazzo Giureconsulti, nel cuore di Milano, la prima conferenza stampa dell’anno di LAPP , azienda a conduzione famigliare che fornisce prodotti per la tecnologia di connessione e distribuisce cavi elettrici, pressacavi, connettori e accessori per un ampio campo di applicazioni industriali.
Nata nel 1959, l’azienda conta a livello mondiale 4.200 dipendenti, 18 siti produttivi e oltre 40 filiali commerciali, per un fatturato di oltre 1 milione di euro (dati 2017/2018). Durante la conferenza, il Professor Giambattista Gruosso del Politecnico di Milano ha ricordato che “a volte riscoprire tecnologie non nuove può essere sorprendente: è il caso del palmare che, al momento della sua nascita, permetteva di fare diverse operazioni, ma non aveva capacità di calcolo, né alcuna infrastruttura di telecomunicazione o applicazioni. Qualche anno dopo, però, a partire da questo oggetto dimenticato è nato lo smartphone, che ha cambiato le nostre vite”.
Lo stesso sta accadendo con le reti in c.c.: dopo anni di esclusività della c.a. stanno tornando in auge, a causa dei cambi di paradigma resi necessari dalla transizione 4.0. A differenza del palmare, però, la corrente continua ha origini molto meno recenti.
Come ha infatti ricordato durante la conferenza stampa Georg Stawowy, Presidente e CTO di LAPP Holding AG: “la c.c. fu utilizzata da Thomas Edison nella sua prima centrale elettrica inaugurata nel 1882. Incaricato da Edison di costruire una dinamo per la centrale, lo scienziato Nikola Tesla sviluppò il suo progetto usando la corrente alternata. Dopo la rottura con Edison, Tesla ha portato avanti la sua idea al fianco di Georg Westinghouse, fermo sostenitore della corrente alternata che, al tempo, portava più vantaggi rispetto alla continua”.
Oggi, però, a 86 anni dalla morte di Edison, la corrente continua sta avendo la sua rivalsa sull’alternata. Sono sempre di più, infatti, le applicazioni della c.c. a livello mondiale, così come i progetti pilota atti alla dimostrazione del potenziale di quest’ultima anche nell’industria. Fra questi, vi è un progetto congiunto di ricerca finanziato dal governo tedesco al quale prendono parte 15 partner di diversi settori, come Daimler, Bosch Rexroth, diversi istituti di ricerca e, naturalmente, LAPP.
Ma quali sono, nella pratica, i vantaggi che le reti in c.c. porterebbero all’industria in termini di risparmio energetico? Ad elencarli ci ha pensato Gaetano Grasso, Responsabile Product Management & Marketing di LAPP Italia. Secondo Grasso, “quando si parla di transizione energetica si pensa subito al passaggio alle fonti rinnovabili. Poco si pensa, invece, al risparmio energetico, per il quale l’industria giocherebbe un ruolo chiave. Soltanto in Italia, infatti, il 42% di consumo netto di energia elettrica è rappresentato dall’industria, che produce circa 135 TWh di energia elettrica all’anno”.
“Di questi 135 TWh, oltre il 70% è ascrivibile ai motori elettrici, solitamente alimentati in CA. Se utilizzassimo motori a risparmio energetico, oppure regolassimo semplicemente il loro numero di giri, otterremmo già dei buoni risultati. Anche i convertitori di frequenza consumano però energia, in quanto questi lavorano in c.c che deve essere prodotta mediante raddrizzamento della c.a., provocando inutili perdite da conversione e un inquinamento della linea generato dalle cosiddette ‘armoniche’”, aggiunge Grasso.
“La soluzione è quindi alimentare direttamente i motori in c.c. a 380 V, anziché utilizzare un raddrizzatore per ogni convertitore. Tra i maggiori vantaggi dell’utilizzo di reti in c.c. spiccherebbero: la riduzione delle perdite di conversione; una maggiore stabilità della rete; un risparmio a livello di componenti e di spazio; una pronta integrazione con le fonti decentralizzate di energia rinnovabile e, per finire, il recupero di energia tramite utilizzo di energia frenante o accumulo in batterie”, conclude Grasso.
Come tutte le novità, anche questa necessita però di una standardizzazione e dell’elaborazione di un insieme di normative specifiche ancora inesistenti che regolino lo sviluppo di nuovi componenti per la tecnica di collegamento. Per l’Italia, il CEI sta prendendo parte a diversi gruppi di lavoro dell’IEC (International Electrotechnical Commission) al fine di discutere sulla normazione delle reti c.c. a livello internazionale. Da qualche tempo, inoltre, LAPP sta effettuando studi in collaborazione con le università per la realizzazione di cavi in materiale plastico isolante, in grado di resistere alle tensioni permanenti della c.c.
Comunque, lo sviluppo di cavi per applicazioni in c.c. non è una novità per l’azienda. Anzi, si tratta di una produzione già consolidata e addirittura pionieristica. Tra i prodotti LAPP più importanti nel campo vi sono: il cavo ÖLFLEX DC 100, con nuovi codici colore dei conduttori conformi alla versione aggiornata al 2018 della norma DIN EN 60445 (VDE 0197):2018-02; ÖLFLEX DC SERVO 700 per applicazioni fisse; ÖLFLEX DC CHAIN 800 in TPE per applicazioni mobili e, per i partner industriali, un cavo ibrido che riunisce in un’unica guaina isolante tutte le funzioni per il comando di un motore.
Degne di nota anche la linea OLFEX SOLAR di cavi per la distribuzione di energia negli impianti fotovoltaici e LAPP HELIX, la famiglia di sistemi per la ricarica di veicoli ibridi e elettrici.
Da sinistra: Gaetano Grasso, Responsabile Product Management & Marketing di LAPP Italia; Roberto Pomari, Managing Director di LAPP Italia; Marco Vecchio, Segretario di ANIE Automazione; Georg Stawowy, Presidente e CTO di LAPP Holding AG; Prof. Giambattista Gruosso del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano.