A che punto è il processo di decarbonizzazione in Italia? È la domanda che si è posta MCE-Mostra Convegno Expocomfort e sulle cui risposte ha coinvolto interlocutori istituzionali come ENEA, MASE e ANIMA Confindustria e politici.
Base della discussione lo Zero Carbon Policy Report realizzato dall’Energy & Strategy Group del Politecnico di Milano, con l’obiettivo di raccogliere i suggerimenti del mondo industriale che si è incontrato all’evento di MCE, con quello istituzionale, per elaborare un’Agenda da proporre al Paese per il raggiungimento dell’obiettivo di riduzione del 55% entro il 2020 rispetto al 1999 dei gas serra.
“Le emissioni di CO2 in Italia, nel corso del 2022, sono calate di un solo punto percentuale se confrontate con il 2019, ossia escludendo la parentesi pandemica, portando le riduzioni totali ad appena il 30% dal 2005”, ha sottolineato il Professor Davide Chiaroni, Co-fondatore e Vicedirettore dell’Energy& Strategy Group.
“Di questo passo è evidente che la strada per raggiungere l’obiettivo del 55% di emissioni in meno entro il 2030 è sempre più impervia e richiede di procedere con una diminuzione di quasi il 4% l’anno, cioè ben 8 volte ciò che è stato fatto nell’ultimo trentennio”, ha sottolineato Chiaroni.
Il gap da colmare per l’Italia da qui a otto anni resta enorme, pari a 125 milioni di tonnellate di CO2 equivalente - ben 15 milioni di tonnellate in più rispetto alle stime dello scorso anno - sul target prefissato, e i settori che dovrebbero contribuire maggiormente sono proprio quelli più in difficoltà.
I trasporti e l’edilizia residenziale, commerciale e dei servizi pubblici sono, infatti, i comparti più lontani in termini assoluti dai target al 2030, data entro cui dovrebbero calare rispettivamente del 33% e del 23%, al ritmo del 4% e del 3% l’anno.
La via italiana
L’incontro “2030 -55%, - 2050 Net Zero: la sfida della decarbonizzazione”, promosso a Roma da MCE-Mostra Convegno Expocomfort ha voluto porsi come un momento di confronto con le istituzioni, con lo scopo di definire una roadmap di lungo periodo per la decarbonizzazione e discutere gli approcci migliori per incentivare in modo organico la riduzione delle emissioni.
“L’Italia è fortemente impegnata a perseguire il percorso di decarbonizzazione per ridurre le emissioni di gas climalteranti fino al raggiungimento della neutralità climatica”, ha detto Salvatore Corroppolo, dell’Unità di Missione per l’attuazione del PNRR MASE, ricordando la centralità del tema per il Governo.
“Questo rappresenta per il nostro Paese una grande opportunità. La sfida è quella di creare un concreto allineamento tra PNRR, Repower EU e PNIEC per pianificare politiche e misure che non solo realizzino gli impegni in materia di clima ed energia, ma che siano funzionali a una spesa pubblica più oculata ed efficiente”, ha aggiunto Corroppolo.
“La centralità del settore civile nei consumi energetici del nostro Paese e l’obiettivo della decarbonizzazione impongono un’azione capillare di efficientamento dello stock immobiliare italiano”, ha confermato la Dott.ssa Ilaria Bertini, Direttore del Dipartimento Unità per l’Efficienza Energetica dell’ENEA.
“Serve che si crei un vero e proprio Sistema Edificio/Impianto/Utente, almeno per l’edilizia residenziale, che veda gli impiantisti prima, e i cittadini poi, protagonisti del processo di decarbonizzazione; sono necessarie, però, norme chiare, semplici, continue e durature”, ha chiarito Bertini.
“È del tutto evidente che i sistemi HVAC possono e devono avere un ruolo fondamentale in questo percorso di decarbonizzazione, soprattutto per quanto riguarda il comparto residenziale, commerciale e dei servizi pubblici”, ha aggiunto Chiaroni. “Per farlo dobbiamo riportare i sistemi HVAC al centro dell’agenda per l’efficientamento dei consumi”.
“È indubbio che il superbonus - cui va riconosciuto il ruolo di temporaneo rilancio del comparto dell’edilizia - ha però concentrato le enormi risorse che sono state messe a disposizione su una parte molto esigua (4%) del patrimonio edilizio nazionale e che si sia concentrato quasi il 60% degli interventi su cappotti e infissi, con i sistemi HVAC che hanno pesato per meno del 20%”, ha specificato Marco Nocivelli, Presidente ANIMA Confindustria.
“Dobbiamo invertire la tendenza con interventi da un lato molto più diffusi (il 60% degli edifici in Italia è in classe F o G) e dall’altro economicamente più sostenibili, ad esempio intervenendo su tecnologie pervasive e disponibili come gli HVAC: case green, ETS per l’edilizia, regolamento sugli F-gas, il contesto regolatorio europeo punta decisamente in questa direzione e l’Italia dovrebbe cogliere l’occasione per fare la propria parte”, ha affermato Chiaroni.
“Spesso l’approccio europeo si è dimostrato sbagliato, perché la troppa ideologia nei provvedimenti proposti non tiene conto né della fattibilità di quello che si delibera, né tanto meno delle specificità del singolo Paese”, ha puntualizzato Isabella Tovaglieri, Europarlamentare. “Se vogliamo veramente che nessuno resti indietro, dobbiamo guardare a soluzioni pragmatiche che per anni, in Europa, l’ideologia green ha demonizzato”.
“Le direttive europee devono essere tramutate in fatti concreti sul territorio, perché la transizione ecologica è un passaggio fondamentale”, ha sottolineato Patty L’Abbate, Vicepresidente della Commissione Ambiente Camera dei Deputati. “Dobbiamo avere il coraggio di attuare una politica sovranazionale condivisa per quanto riguarda sia lo sviluppo economico sia la tutela dell’ambiente, conformemente al principio dello sviluppo sostenibile, guardando alla dipendenza da fonti fossili e al mancato slancio dell’innovazione sulle fonti rinnovabili”.
Il rischio che emerge con forza dal Rapporto è che fermarsi ora nel processo di decarbonizzazione possa disperdere il patrimonio, non solo di asset, ma soprattutto di competenze e imprese, che nel nostro Paese si è via via costituito e rafforzato nel corso dell’ultimo decennio.
“Ogni nazione deve avere il suo percorso per attuare la transizione energetica. È necessario superare i pregiudizi su fonti energetiche erroneamente considerate inquinanti e/o pericolose, quali le biomasse… per realizzare gli obiettivi che ci siamo posti a livello europeo e decarbonizzare il nostro sistema energetico, tutelando l’ambiente, l’utilizzo dell’energia nucleare non è più solamente un’opzione, ma è diventata una necessità”, ha precisato Luca Squeri, Capogruppo FI Commissione Attività produttive, Camera dei Deputati.
La revisione (oggettivamente al ribasso sul fronte della decarbonizzazione) del PNRR e la difficoltà a trovare spazio “costruttivo” nell’agenda politica per la transizione ecologica completano il quadro del Sistema Italia.
Vinicio Peluffo, Capogruppo PD Commissione Attività produttive della Camera dei Deputati, ha insistito sulla “necessità di una regolamentazione seria del settore dell’efficienza energetica, che dia continuità agli strumenti giuridici messi a disposizione, capaci anche di modificare il comportamento sia nell’uso ottimale delle tecnologie correnti, sia quelli più strettamente legati a un vero e proprio cambiamento culturale”.
“Il gap da colmare per l’Italia da qui al 2030 resta enorme, pari a 125 milioni di tonnellate di CO2, rispetto al target di emissioni. Diviene sempre più improcrastinabile la messa a punto di una rinnovata agenda politica per la decarbonizzazione, che sia effettivamente ‘integrata’ e coerente e che ruoti attorno a punti chiave definiti”, ha evidenziato Chiaroni.
“È necessario definire una roadmap di lungo periodo per la decarbonizzazione, mettere in campo regole per la misura delle emissioni, semplificare le procedure burocratiche e autorizzative e incentivare in modo organico le tecnologie per la riduzione delle emissioni”, ha concluso Chiaroni.