
Schneider Electric, protagonista nella trasformazione digitale della gestione dell’energia e dell’automazione, ha presentato in occasione del suo evento Innovation Summit, tenuto a Copenhagen, in Danimarca, un report che evidenzia il ruolo chiave dell’elettrificazione per il futuro dell’Europa.
Elettrificazione: la chiave per il futuro energetico e industriale dell’Europa. Accelerare l’elettrificazione è la strada maestra per un’Europa più competitiva, sostenibile e indipendente dal punto di vista energetico.
È quanto emerge dal nuovo report “Europe Energy Security and Competitiveness-Supercharging Electrification” presentato da Schneider Electric durante l’Innovation Summit 2025 a Copenhagen.
Secondo lo studio, l’Europa potrebbe risparmiare fino a 250 miliardi di euro all’anno entro il 2040 se riuscisse a superare la sua stagnazione elettrica. Attualmente, infatti, solo il 21% dell’energia utilizzata è elettrica, un dato invariato da oltre dieci anni e inferiore di dieci punti rispetto alla Cina.
Questa lentezza pesa sui costi e sulla competitività: il prezzo medio dell’elettricità per uso residenziale in Europa è di 0,27 euro/kWh, quasi il triplo rispetto alla Cina (0,08 euro/kWh) e molto più alto che negli Stati Uniti (0,15 euro/kWh).
“L’elettrificazione non è solo una leva per la transizione ecologica, ma una necessità per la sicurezza energetica e la crescita economica del continente”, ha dichiarato Laurent Bataille, Executive Vice President Europe di Schneider Electric. “La tecnologia è pronta: serve ora una spinta politica per liberarne tutto il potenziale”.
Un continente a diverse velocità: i progressi e i ritardi dell’elettrificazione
Il report evidenzia come il ritmo dell’elettrificazione vari fortemente da Paese a Paese, in base a infrastrutture, politiche industriali e grado di adozione dei consumatori.
I Paesi del Nord Europa stanno avanzando rapidamente in settori come trasporti e edilizia, mentre nell’Europa meridionale si registra una maggiore elettrificazione degli edifici. Le nazioni dell’Europa centrale e occidentale, invece, concentrano gli sforzi sull’industria e sui “prosumer”, ossia i consumatori-produttori di energia.
Nonostante le emissioni di CO2 in UE siano diminuite del 37% rispetto al 1990, il continente resta ancora troppo dipendente dalle fonti fossili, con il conseguente impatto su costi e stabilità dei mercati energetici.
Italia: bene l’industria, ma il Paese è ancora indietro su edifici e trasporti
Per l’Italia, il quadro è a luci e ombre. Secondo il report, l’elettrificazione industriale ha raggiunto il 39%, superando la media europea del 21% e già oltre l’obiettivo UE del 35% entro il 2030. Tuttavia, l’adozione resta bassa in altri settori.
Nel comparto residenziale, solo il 20% degli edifici è elettrificato, contro il 26% della media europea, e appena il 3% rientra nella categoria dei prosumer.
Ancora più marcato il ritardo nella mobilità elettrica: solo l’1% dei veicoli in circolazione è elettrico, a fronte di una media UE del 4% e un target del 20% entro il 2030.
Anche per questo motivo, l’Italia deve accelerare l’elettrificazione dei trasporti e degli edifici, ambiti cruciali per ridurre le emissioni e migliorare l’efficienza energetica.
Le leve strategiche per accelerare la transizione elettrica
Il report di Schneider Electric indica alcune leve politiche e industriali fondamentali per permettere all’Europa di colmare il divario. Prima di tutto, occorre ridurre il gap di costo tra elettricità e gas naturale, eliminando i sussidi alle fonti fossili e riformando la tassazione energetica per incentivare l’uso di energia pulita.
In parallelo, è necessario aumentare i finanziamenti per l’elettrificazione, semplificando l’accesso agli investimenti, offrendo incentivi mirati alle PMI e destinando i ricavi provenienti da carbon trading e fondi per l’innovazione a progetti green.
Altre azioni strategiche comprendono l’obbligo di elettrificare edifici e processi industriali di nuova costruzione, la diffusione delle pompe di calore e dei veicoli elettrici, oltre al sostegno alle iniziative dei prosumer.
Schneider Electric sottolinea anche l’importanza di rafforzare i mercati locali attraverso il procurement pubblico sostenibile, l’accelerazione della standardizzazione e il sostegno all’industria manifatturiera europea.
Solo in questo modo sarà possibile garantire che i benefici economici e occupazionali derivanti dall’elettrificazione siano distribuiti in modo omogeneo in tutto il continente.
Un’occasione da non perdere per competitività e indipendenza energetica
Secondo Schneider Electric, la transizione elettrica è oggi il principale fattore di competitività industriale per l’Europa. Un continente elettrificato ridurrà la dipendenza dalle importazioni di gas, rafforzerà la sicurezza energetica e aprirà nuove opportunità di crescita per i settori dell’automazione, delle rinnovabili e della smart industry.
“L’Europa deve uscire dalla stagnazione dell’elettrificazione”, ha concluso Bataille. “Solo accelerando su questa strada potremo ottenere energia più accessibile, sostenibile e sicura per cittadini e imprese”.

L’Innovation Summit Copenhagen 2025 ha evidenziato la necessità di un impatto digitale e sostenibile per rimanere competitivi in mercati in rapida evoluzione.





































































