Investire sulle norme tecniche fa crescere fatturato, sicurezza e competenza delle imprese.
Le imprese italiane hanno bisogno di una marcia in più per compensare i maggiori costi e gli oneri burocratici che zavorrano la loro concorrenzialità rispetto a chi opera in altri sistemi economico/amministrativi: una ricerca IRS, Istituto per la Ricerca Sociale, pone in evidenza l’impatto economico, organizzativo e concorrenziale di uno strumento disponibile da quasi 100 anni, ma non ancora adottato sistematicamente. Si tratta delle norme tecniche consensuali – le cosiddette “norme UNI” –, il cui uso può fare aumentare fino a un massimo del 14,1% il fatturato, investendo ogni anno al massimo lo 0,002% del fatturato stesso per l’acquisto e lo 0,007% per la formazione e/o consulenza necessarie al loro migliore utilizzo. Nella pratica, il messaggio alle imprese è chiaro: investire sulle norme tecniche fa crescere fatturato, sicurezza e competenza.
di Leo Castelli
Applicare le norme tecniche porta molti benefici a fronte di costi irrisori. La ricerca dell’IRS, Istituto per la Ricerca Sociale (www.irsonline.it), lo dimostra attraverso l’analisi di tre settori produttivi capisaldi del manifatturiero “Made in Italy”. Investire nelle cosiddette “norme UNI” (www.uni.com) può far aumentare il fatturato fino a un massimo del 14,1%, investendo ogni anno lo 0,002% del fatturato stesso per l’acquisto delle norme e lo 0,007% per la formazione e/o consulenza necessarie al loro migliore utilizzo.
Quanto emerge dallo studio IRS sui benefici economici della normazione è stato recentemente presentato a Milano, ponendo in evidenza come la ricerca si sia concentrata, in particolare, su tre settori: quello degli ascensori, in cui la produzione non può prescindere dalla normazione tecnica, anche europea (in Italia ne sono installati quasi 1.000.000), quello delle macchine utensili per la lavorazione dei metalli e quello dell’arredamento per case e uffici, entrambi caratterizzati da un fortissimo “Made in Italy”.
“La semplificazione da tutti richiesta a gran voce è una gara in salita, che rischia di scivolare nella totale deregolamentazione: da questa ricerca emerge che le imprese hanno bisogno di regole, purché siano tecniche, volontarie e consensuali. Le regole infatti sono utili a condizione che siano semplici per gli utilizzatori e siano capaci di adattarsi ai mutamenti del mercato: le norme tecniche UNI soddisfano entrambe le condizioni”, ha evidenziato Bruno Dente, Consulente scientifico IRS.
La produzione del comparto ascensori non può prescindere dalla normazione tecnica, anche europea: basti ricordare che in Italia ne sono installati quasi 1.000.000.
INVESTIRE È UN BENE
Dallo studio IRS emergono prima di tutto le aree di benefici “qualitativi” derivanti dall’uso delle norme UNI delle quali sono comuni a tutti i settori interpellati: facilitazione del rispetto dei requisiti di sicurezza di legge, in particolare per gli ascensori: 96,6% di accordo; maggiore accesso ai mercati esteri, in particolare per l’arredamento: 83,9% di accordo; semplificazione dell’attività di impresa; riduzione del rischio di incidenti sia sul lavoro che per gli utilizzatori; influenza positiva sull’esito di eventuali contestazioni giudiziarie.
Sono inoltre riconosciuti come effetti positivi dell’uso delle norme UNI la riduzione dei costi per svolgere l’attività aziendale (78,4% solo per il settore ascensori), la maggiore competitività negli appalti pubblici (73% per le macchine utensili per la lavorazione dei metalli e per l’arredamento), la facilitazione della commercializzazione dei prodotti (70% in media per ascensori e macchine utensili per la lavorazione dei metalli), la maggiore competitività nelle commesse private (44% solo per l’arredamento).
Lo studio IRS evidenzia anche un ritorno significativo in termini “quantitativi” per gli utilizzatori delle norme UNI: rendere conformi alle norme i prodotti, i servizi e/o i processi aziendali genera un aumento del fatturato che le imprese del campione stimano da un minimo dell’8% annuo per le macchine utensili, al 13,7% per l’arredamento, fino a un massimo del 14,1% per gli ascensori.
Dai benefici ai costi: le imprese dei tre settori indagati utilizzano in media 9 norme strettamente settoriali e 7 o 8 norme extrasettoriali (ad esempio quelle sulla sicurezza, sui sistemi di gestione per la qualità e l’ambiente), il cui costo totale non arriva a 1.000,00 € (da un minimo di 631,00 € per l’arredamento a un massimo di 860,00 € per gli ascensori) da ammortizzare in almeno cinque anni, frequenza con la quale le norme vengono aggiornate. Considerato il fatturato medio delle aziende del campione (8,2 milioni di euro per gli ascensori, 12,7 milioni di euro per l’arredamento e 13,4 milioni di euro per le macchine utensili) l’investimento annuo per l’acquisto delle norme UNI incide sul fatturato da un minimo dello 0,001% per l’arredamento e le macchine utensili fino a un massimo dello 0,002% per gli ascensori.
Alla voce acquisto si può aggiungere poi quella per la consulenza e l’attività formativa per il migliore utilizzo delle nuove norme tecniche, che incide da un minimo dello 0,0045% per l’arredamento, allo 0,0048% per le macchine utensili, fino a un massimo dello 0,007% per gli ascensori.
In sintesi, usare la normazione tecnica comporta per le imprese del campione un investimento pari allo 0,009% del fatturato annuo per il settore ascensori, dello 0,0055% per l’arredamento e dello 0,0058% per le macchine utensili per la lavorazione dei metalli.
Investire 1,00 € nell’uso delle norme tecniche può generare fino a 3.000,00 €di aumento del fatturato (arredamento), 2.000,00 € (ascensori), 1.700,00 € (macchine utensili): un rapporto costo/beneficio che dovrebbe stimolare le imprese a investire per migliorare prodotti e prestazioni.
La ricerca condotta da IRS pone in evidenza l’importanza delle norme tecniche in tra ambiti: quello degli ascensori, le macchine utensili e l’arredamento per case e uffici.
PARTECIPARE PER IL SUCCESSO
Lo studio ha ulteriormente indagato quanto le imprese abbiano compreso l’importanza di partecipare all’attività delle commissioni tecniche UNI che definiscono i contenuti delle norme stesse, non limitandosi solo a usarle: all’interno del campione lo fanno il 44,4% delle imprese del settore ascensori, il 24,3% di quelle del settore macchine utensili per la lavorazione dei metalli e il 10,9% del settore arredamento, che aumenta al 25% riferendoci solo alle imprese di produzione.
I vantaggi che ottengono riguardano prioritariamente la “conoscenza” – elemento determinante per i processi di innovazione e per la competitività in un sistema globalizzato, ma caratterizzato dalla ineguale distribuzione di competenze e capacità – e sono: l’essere costantemente aggiornati sulle problematiche e le evoluzioni del settore; il conoscere e confrontarsi con altri esperti; l’approfondire gli aspetti tecnici per garantire la qualità dei prodotti.
Anche per questa tipologia di benefici è stato quantificato il costo: partecipare alle riunioni delle commissioni tecniche varia a seconda del settore da 1.150,00 €/anno (macchine utensili lavorazione metalli) a 1.590,00 €/anno (arredamento), fino a 1.600,00 €/anno (ascensori).
L’incidenza di tale investimento sul fatturato annuo si mantiene su percentuali trascurabili: da un minimo dello 0,0085% (macchine utensili), allo 0,012% (arredamento), fino a un massimo dello 0,019% (ascensori) per avere la possibilità di concorrere a definire lo “stato dell’arte” dei propri prodotti, cioè quelle regole che poi il mercato chiederà loro di rispettare per essere competitivi.
LE RAGIONI PER LA SCELTA
“Le norme tecniche sono la spina dorsale del settore meccanico e grazie ad esse l’industria italiana rimane forte nei mercati in crescita (Asia) e nei settori a maggiore contenuto tecnologico (aerospaziale, strumenti di precisione, automotive)”, ha affermato Sergio Bassanetti, Vice Presidente di UCIMU-Sistemi per Produrre (www.ucimu.it), commentando i dati della ricerca. “Investire nelle norme tecniche, inoltre, supporterà i processi più innovativi al servizio di Industria 4.0”.
“Bisognerà portare la stessa sensibilità verso la normazione dei settori legno e arredo per ufficio anche al segmento dei mobili domestici, per aiutare il ‘bello e fatto bene’ ad essere sempre più sicuro e durevole”, ha sottolineato Sebastiano Cerullo, Vicedirettore di FederlegnoArredo (www.federlegnoarredo.it). “Altri settori di prossimo impegno della Federazione saranno quelli della qualificazione delle professioni (montatori e posatori di tende e pavimenti, carpentieri per il legno) e delle specifiche di prodotto e prestazioni della case in legno”.
“Le ipotesi di partenza della ricerca sono state ampiamente confermate: l’uso delle norme tecniche genera più benefici che costi (strumento efficace), che si estendono anche alla comunità nel suo complesso lasciando margini di libertà nel processo di adeguamento (strumento efficiente)”, ha evidenziato Erica Melloni, Direttore Area Politiche Amministrative e Istituzionali di IRS.
“La normazione è uno strumento di dialogo, una modalità per intendersi e fare circolare liberamente le merci. È importante che ai processi di normazione partecipino anche le parti più ‘deboli’, come consumatori, sindacati e ambientalisti, per avere la piena rappresentatività degli interessi in gioco e quindi il livello di consenso che caratterizza – e rende infinitamente più preziose – le norme tecniche condivise rispetto agli standard privati e/o proprietari”, ha concluso il Presidente di UNI Piero Torretta.
La normazione è uno strumento di dialogo, una modalità per intendersi e fare circolare liberamente le merci.