Gli ambiti produttivi potenzialmente a rischio di esplosione sono molti e diversi, ad esempio l’industria chimica e farmaceutica, le raffinerie e i colorifici, ma anche le aziende che trasformano o trasportano polveri o materiali sfusi, grano o foraggio.
In passato, ogni stato membro EU seguiva regolamenti propri. Al fine di rendere omogeneo il mercato europeo, le norme per la protezione dal rischio di esplosione sono state standardizzate e attualmente sono in vigore le direttive ATEX 95, che definisce i requisiti per i prodotti ed è principalmente rivolta ai costruttori, e ATEX 137, dedicata agli ambienti di lavoro e destinata agli impianti.
Tali direttive si applicano a tutti gli apparecchi elettrici, i sistemi di protezione e i relativi componenti, comprendendo anche i componenti non elettrici che possono costituire una fonte d’innesco. Ad esempio, gli oggetti realizzati in materiali isolanti, quali la plastica, possono caricarsi per frizione durante la normale operatività, come lo svuotamento di serbatoi che contengono fluidi, oppure nell’ambito di operazioni di pompaggio o miscelazione, prelievo di campioni e anche pulizia, trasporto pneumatico di particolati, movimentazione di polveri sottili, granuli o scaglie.
Quando si maneggiano oggetti o apparecchiature isolanti in atmosfere potenzialmente esplosive, è quindi necessario adottare precauzioni specifiche, ad esempio rendendo gli oggetti o le apparecchiature elettroconduttivi, ovvero capaci di dissipare la carica elettrostatica.
Nei dispositivi e nelle installazioni industriali i materiali plastici sono largamente utilizzati grazie ad alcuni importanti vantaggi, ad esempio, l’eccezionale resistenza chimica. Tuttavia, non essendo conduttivi, tali materiali pongono seri rischi qualora inseriti in ambienti potenzialmente esplosivi. Per ovviare a questo problema vengono aggiunti degli speciali tipi di carboni in modo da aumentare considerevolmente la conduttività elettrica o, in altri termini, ridurne la resistenza elettrica.
La resistività delle plastiche antistatiche è compresa tra 109 e 1012 ohm·cm, il che consente di classificarle tra i materiali dissipativi e la resistività di volume del polietilene PE – originariamente di 1016 –. Essa può essere ridotta fino a 106 ohm·cm eliminando così il rischio di accumulo di carica elettrostatica.
Tuttavia, bisogna tenere conto che l’efficacia del trattamento antistatico è condizionata dal grado di umidità dell’ambiente. A bassi livelli di umidità l’effetto del trattamento antistatico non può essere garantito: il tempo impiegato a dissipare la carica potrebbe essere superiore al tempo impiegato a caricarsi, nonostante la messa a terra, e il prodotto potrebbe rimanere pericolosamente carico nonostante l’uso di materiali antistatici. Per questi motivi diventa indispensabile utilizzare materiali elettroconduttivi conformi alle direttive.
SIMONA (www.simona-it.com) offre una variante elettroconduttiva per i propri materiali a base di polietilene PE, polipropilene PP e polivinilidenfluoruro PVDF. Resistente al calore, ai raggi UV, nonché elettroconduttivo, il PE-EL SIMONA® può essere usato non solo nella costruzione di serbatoi, ma anche per applicazioni industriali elettriche in ambienti potenzialmente esplosivi. Per i manufatti in compositi è disponibile anche una versione con tessuto di aggrappaggio in poliestere PE-EL-SK. La gamma di semilavorati si articola in lastre estruse, pressate, filo di saldatura, tubi pressione e relativa raccorderia per polifusione testa a testa.
PP-EL è invece un polipropilene omopolimero elettroconduttivo, dotato di bassa resistività e adatto all’uso in ambienti potenzialmente esplosivi. PP-EL-S aggiunge alle caratteristiche del PP-EL anche un ritardante di fiamma. È disponibile in lastre estruse e pressate, filo di saldatura, tubi e raccordi per ventilazione.
PVDF è un altro materiale ad alte prestazioni, con una elevatissima resistenza chimica e in grado di tollerare temperature di esercizio superiori ai 100 °C. Nella formulazione elettroconduttiva, il materiale PVDF-EL presenta una resistività inferiore a 106 ohm·cm. Disponibile anche in una versione con tessuto di ancoraggio – in poliestere PVDF-EL-SK o fibra di vetro PVDF-EL-GK – per utilizzi con compositi, il PVDF-EL viene prodotto in lastre estruse e pressate.