Gli ingranaggi ovali del nuovo misuratore di portata della serie DON, da poco presentato da Kobold. Questi dispositivi garantiscono un’accuratezza nella ripetibilità di misura di ±0,03% e sono adatti per monitorare paste, oli, lubrificanti, acqua, soluzioni chimiche e carburanti.
Con un catalogo vastissimo di strumenti per misurare portata, livelli, pressione, temperatura, Kobold ha sviluppato soluzioni per tenere sotto controllo praticamente ogni grandezza fisica in gioco in un processo produttivo. Ecco come opera la snella e dinamica filiale italiana del Gruppo nato in Germania e con sedi in tutto il mondo: lo spiega Renzo Mori, General Manager della filiale italiana.
di Riccardo Oldani
Un team compatto, ma agguerrito, e un business in notevole crescita, tanto da aver toccato nel 2015 il fatturato massimo mai realizzato dall’inizio dell’attività, nel 2002. Si può fotografare così Kobold Instruments s.r.l. (www.kobold.com/it), la filiale italiana del Gruppo con sede in Germania, specializzato nello sviluppo e produzione di strumenti di misura e controllo largamente utilizzati nell’industria. Si tratta, in particolare, di dispositivi per la misurazione di portata, pressione, livello, temperatura, pH, conducibilità, umidità, torbidità e densità.
“Il punto di forza”, spiega Renzo Mori, General Manager della società, “è che impieghiamo diverse tecnologie, che ci permettono di spaziare in diversi settori merceologici. Non siamo specializzati o focalizzati in un unico ambito, ma, avendo a disposizione diverse soluzioni, possiamo proporre sempre quella più idonea, avendone a disposizione più di una”.
Una versione in acciaio inox del misuratore di portata a ingranaggi ovali DON di Kobold. È in grado di sopportare pressioni fino a 100 bar. Sono disponibili anche esecuzioni per garantire l’impiego con temperature del fluido fino a 150 °C.
SEMPLICITÀ ED EFFICIENZA
Un’altra caratteristica degli strumenti Kobold, sottolinea Mori, “è la semplicità di utilizzo, che consente a chi si occupa abitualmente della messa in servizio degli strumenti di gestirli in tutta tranquillità. Noi forniamo un supporto di assistenza attraverso accordi con aziende che abitualmente svolgono l’attività di attivazione degli impianti, ma devo dire che nel corso degli anni ci sarà capitato sì e no un paio di volte di aver avuto bisogno di qualcuno che andasse ‘in campo’ per fare la messa a punto della strumentazione”.
I problemi che si possono presentare sono più che altro di piccola entità, per esempio per i collegamenti elettrici o per la riparametrizzazione di alcuni dati, che può essere fatta agevolmente dai tasti di configurazione “e che” dice Mori, “si può quindi gestire tranquillamente per telefono”.
AGILI MA PRODUTTIVI
“Per quanto la nostra sia una filiale di piccole dimensioni, composta da 4 persone, oltre a otto distributori che operano su tutto il territorio nazionale”, continua il General Manager di Kobold in Italia, “riveste una notevole importanza nell’economia complessiva del Gruppo. Nel 2015 abbiamo realizzato un fatturato di 1,5 milioni di euro. E se consideriamo le filiali puramente commerciali, cioè in Paesi dove non sono presenti unità produttive di Kobold, in Europa veniamo subito dietro a Francia e Svizzera per volume d’affari. Noi alla sede di Settimo Milanese seguiamo sia i clienti diretti, cioè quelli direzionali, che i distributori, che supportiamo anche nella promozione degli strumenti, nelle visite ai clienti e nell’organizzazione di dimostrazioni”.
Dei misuratori di portata a ingranaggi ovali DON esistono anche tre versioni elettroniche con schermo a LCD. Il dispositivo è anche provvisto di esecuzione antideflagrante (EXD) ed è prevista anche la versione a sicurezza intrinseca (EXIA).
NOVITÀ TECNOLOGICHE
La sfida è gestire un catalogo molto ampio, che con grande frequenza si arricchisce di novità. Come il misuratore di portata a ingranaggi ovali della serie DON, presentato di recente e progettato per misurare portate di fluidi viscosi, come lubrificanti, paste, oli, ma anche acqua, soluzioni chimiche e carburante. Copre una viscosità da 0 a 1.000 cP con rotori standard, ma si può arrivare a misurare fluidi con viscosità pari a 1.000.000 cP con rotori speciali. Lo strumento è inoltre provvisto di certificato Atex per l’impiego in zone con pericolo di esplosione.
“Di recente Kobold sta puntando molto sulla tecnologia degli ingranaggi rotanti per i misuratori di portata”, sottolinea Mori, “soluzioni che impiegano cuscinetti in fibra di carbonio, di alta qualità, e che effettuano la rilevazione delle rotazioni dei rotori senza contatto, rendendo quindi gli strumenti praticamente immuni da problemi di usura”.
VARIETÀ DI SOLUZIONI
Gli approcci seguiti da Kobold per affrontare un problema di misurazione sono però diversi, in modo da dar vita a strumenti che, pur svolgendo compiti simili, trovino impiego in condizioni operative anche molto diverse. Prendendo, ad esempio, la portata, una grandezza fisica che si presta a essere misurata in molti modi differenti, il Gruppo tedesco produce rotametri, dotati di un galleggiante che si muove all’interno di un tubo graduato per dare indicazione visiva della portata, flussostati a paletta, a turbina, a pistone, misuratori di portata elettromagnetici adatti per fluidi conducibili, Vortex, misuratori ad area variabile, a effetto Coriolis, a ultrasuoni, sia per montaggio diretto su tubazione sia per montaggio clamp on e, quindi, non a contatto con il fluido di processo, e ancora misuratori massici termi
“Ognuna di queste tecnologie”, spiega Mori, “viene utilizzata per creare strumenti con diverse elettroniche e quindi con differenti soluzioni per i clienti, per esempio con visualizzazione in loco o anche in remoto, con l’indicazione soltanto della misura oppure anche di altri parametri aggiuntivi, come segnali Profibus o Fieldbus Foundation, più specifici per applicazioni di processo in settori come l’Oil & Gas, il chimico o il petrolchimico”.
Ma il discorso si può ripetere anche per i misuratori di livello, realizzati in diversi materiali, tecnologie di misurazione, possibilità di montaggio, e per i misuratori di pressione, con diversi livelli di sensibilità, fino agli strumenti più sofisticati per applicazioni da processo, ad alta precisione, riconfigurabili e certificati anche per zone pericolose. I sensori di temperatura spesso e volentieri si costruiscono ad hoc sulle richieste del cliente, per quanto il catalogo preveda un’ampia serie di soluzioni: dai piccoli sensori per misure su macchine o tubi di piccole dimensioni fino ad arrivare ai complessi termometrici certificati per impieghi in settori complessi.
La versione del misuratore di portata DON con totalizzatori meccanici azzerabili. Dodici i campi di misura disponibili: da 0,5-36 l/h a 150-2.500 l/h.
VERSO INDUSTRY 4.0
Tutta questa gamma è indirizzata a diverse tipologie di clienti: dai costruttori di macchine e OEM per ogni tipo di applicazione industriale agli utilizzatori finali, ai quali Kobold fornisce strumenti per gli impianti che gestiscono, per manutenzione o revamping. Anche gli ambiti di applicazione sono molto diversificati.
“Lavoriamo molto per il settore dell’oleodinamica”, conferma Mori, “perché abbiamo una buona serie di sistemi di misura per i fluidi viscosi, come quelli a ruote dentate, ma anche per comparti quali il chimico, il trattamento acque o l’alimentare”.
Del resto misurare e produrre informazioni sta diventando sempre più importante in un cambiamento di scenario del manufacturing, in cui l’analisi dei dati, il data-mining, l’Internet delle Cose industriale (IIoT) sono strumenti sempre più indispensabili nella gestione dei processi e delle imprese.
“In Italia stiamo cominciando a raccogliere richieste più spinte in questa direzione”, afferma Mori. “Ad esempio per accedere a segnali e informazioni da qualsiasi luogo e in qualsiasi momento. Stiamo per esempio pensando a soluzioni che permettano di acquisire dati da smartphone e tablet sia localmente, all’interno dell’azienda, sia in qualunque parte del mondo via web. Presto arriveremo a proporre sul mercato un maggior numero di prodotti di questo tipo”.
Un completamento importante della gamma, già vastissima. “Questa varietà di soluzioni”, conclude Mori, “ci consente anche di fornire un servizio davvero importante alla nostra clientela. Kobold non è infatti legata a una singola tecnologia, che deve spingere per forza a discapito di altre. Potendo invece considerarle tutte, ha davvero, come unico interesse, che la soluzione proposta sia efficace al massimo grado. In questo modo riusciamo a porci nei confronti dei nostri interlocutori più come consulenti che come fornitori, in grado di analizzare un problema, studiarlo e risolverlo nel modo ideale, sia dal punto di vista dell’efficacia che del prezzo”.
Renzo Mori, Direttore Generale della filiale italiana di Kobold.