Al giorno d’oggi è sicuramente a tutti noto cosa sia un SGQ, un Sistema di Gestione per la Qualità: è l’insieme di tutte le attività collegate e interdipendenti che influenzano la qualità di un prodotto o di un servizio. A partire dagli anni ’80, le prime aziende occidentali, soprattutto quelle americane, iniziarono a rendersi conto dell’importanza dello sviluppo della qualità per il successo di un’organizzazione. È sempre negli anni ’80 che vennero emesse, a cura dell’ISO, le prime norme di riferimento finalizzate alla qualità. Nel 1987, infatti, l’International Organization for Standardization adottò il codice britannico BS 5750 e pubblicò quella che ora è chiamata serie di norme ISO 9000. Un’evoluzione culturale, prima di tutto, e poi tecnologica, quella della qualità aziendale.
Questa importante eredità, in termini di patrimonio di know-how, best practices ed experiences cases è stata utilizzata da AICTT, l’Associazione Italiana per la promozione e la valorizzazione della Cultura del Trasferimento Tecnologico, per trasporre i risultati ottenuti in ambito qualità al campo dell’innovazione aziendale. Per la prima volta in Italia, ma anche in Europa, si parla di SGI, Sistemi di Gestione dell’Innovazione aziendale. Una certificazione, quella relativo a un SGI d’impresa, conseguibile mediante un disciplinare di verifica, progettato da AICTT e validato dal TÜV. Tra gli obiettivi prioritari figura l’istituzione di un registro accreditato AICTT per l’iscrizione, mediante opportuno percorso formativo certificato, di diversi profili operanti nel campo dell’innovazione e del trasferimento tecnologico, che possano vedere riconosciuto e codificato in requisiti il proprio know-how relativo al check-up aziendale per l’innovazione, alle verifiche di parte terza, alle verifiche ex post di progetti di finanziamento e alla consulenza come freelance. Tale iniziativa risulta caratterizzata da una forte valenza sociale in termini di ricadute occupazionali che essa auspica, mediante la generazione di una nuova nicchia di figure professionali, finalmente riconosciute e accreditate, visto che finora spesso ne è stata richiesta la disponibilità, ma in maniera frammentaria e poco rigorosa. Un esempio è costituito dal riferimento che a tali profili viene fatto all’interno dei bandi di finanziamento, nei quali però mancano sempre indicazioni circa i requisiti che essi devono comprovare di avere.
Il core di tale certificazione, proposta in forma innovativa da AICTT, è rilevare la capacità dell’impresa di innovare, ma non con riferimento a una certificazione ex post della innovazione realizzata, che già comunque sarebbe una primizia nel panorama delle attività di certificazione, ma con riferimento alla misura delle capacità tangibili e intangibili dell’impresa (capitale umano, creatività), rilevate mediante una metodologia parametrica proprietaria, basata su un panel di indicatori non correlati staticamente e priva di ogni struttura documentale di appesantimento, sostituita integralmente da una piattaforma web based, inserita nel circuito università-impresa-sistema di sostegno bancario.
A tal fine, AICTT ha depositato un marchio: RTA-Rendimento Tecnologico Aziendale, che colloca le imprese in una certa classe di rendimento (alla stregua di quanto avviene per gli elettrodomestici rispetto alla conformità energetica); in base a questa classe di rendimento le stesse imprese possono ambire a una certa soglia di ottenibilità di credito industriale alla ricerca. Presidente dell’Associazione è Stefano De Falco, Responsabile dell’Ufficio Trasferimento Tecnologico del Polo delle Scienze e Tecnologie dell’Università degli Studi di Napoli Federico II (www.unina.it) e Advisor della Rivista TT-Trasferimento Tecnologico; Vice Presidente è Roberto Passariello, Principal Lead Auditor ISO 9001:2008 e Manager di TÜV Italia (www.tuv.it); fanno parte del Consiglio Direttivo: Fabio Di Marino, Antonio Cavallaro, Gianluca Passaro, Massimo Matera, Anna Elvira Arnò e Sergio Amodio.