In che modo i robot collaborativi possono dare un contributo alla nostra industriamanifatturiera? Quali nuovi processi e nuovi competenze richiede la loro introduzione nelle imprese? In che modo possono contribuire a un modo più sostenibile di produrre? A questi quesiti abbiamo cercato di rispondere con una tavola rotonda organizzata in occasione della fiera SPS Italia di Parma. L’evento si è svolto il 25 maggio, coordinato da Riccardo Oldani, direttore editoriale della rivista WE ROBOTS, e arricchito dalla partecipazione di esperti come Marco Bentivogli, attivista e cofondatore di Base Italia, Francesca Negrello, ricercatrice IIT e manager del JOiiNT Lab di Bergamo, Marcello Pellicciari dell’Università di Modena e Reggio Emilia e Andrea Zanchettin, docente del Politecnico di Milano e ricercatore al MeRLIn Lab.
Qui potete vedere, suddivisi in sei video, tutti i contributi della giornata.
Riccardo Oldani introduce i temi in discussione, a partire dalla constatazione che i robot collaborativi ancora non sono utilizzati dalle nostre imprese produttive sfruttando appieno le loro caratteristiche.
---
Marco Bentivogli, esperto di tematiche connesse al rapporto tra uomini e macchine nell’industria, sottolinea l’apporto innovativo dei robot cooperativi nel trasformare pesi e competenze del lavoro. Una transizione positiva che rischia però di creare una polarizzazione tra chi padroneggia le tecnologie digitali e chi ne resta escluso. La risposta per evitarla risiede nella formazione e nel trasferimento tecnologico.
---
Francesca Negrello racconta l’attività del JOiiNT Lab del Kilometro Rosso di Bergamo, costituito dall’Istituto Italiano di Tecnologia e dal Consorzio Intellimech, che riunisce 45 imprese del manifatturiero bergamasco. Un luogo dove nuovi robot collaborativi nascono grazie alla stretta collaborazione tra scienziati e tecnici delle aziende.
---
Marcello Pellicciari studia, all’Università di Modena e Reggio Emilia, le interazioni tra persone e robot collaborativi, che possono avere ricadute positive dal punto di vista ergonomico ma che vanno studiati anche dal punto di vista degli stress cognitivi che il nuovo rapporto con le macchine può indurre nelle persone. Anche considerare questi aspetti è importante per sviluppare una nuova idea di manifatturiero.
---
Andrea Zanchettin studia da vicino, al MeRLIn Lab del Politecnico di Milano, nuovi processi in cui cobot e persone collaborano lavorando simultaneamente a un task. Con la supervisione dell’intelligenza artificiale è possibile pensare nuovi processi in cui non solo si guadagna sul tempo ciclo rispetto a operazioni interamente manuali, ma si riduce lo stress degli operatori.
---
In una sessione conclusiva di domande e risposte i quattro esperti delineano quello che ritengono il possibile futuro per i cobot nelle nostre imprese produttive e l’apporto positivo che queste macchine possono darci nel mantenere competitiva la nostra industria.