Sandro Bonomi, Presidente di ANIMA.
L’indagine congiunturale relativa al IV trimestre 2011, elaborata dall’Ufficio Studi di ANIMA su un panel di circa 400 aziende, ha evidenziato ancora una sostanziale tenuta, merito soprattutto di un export forte, se pure penalizzato dalla crisi economica a livello mondiale. Nell’analisi delle singole voci, il fatturato viene considerato in aumento dal 40% delle aziende, stabile dal 36%, in diminuzione dal 24%. Rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente, si registra un miglioramento per il 39% degli intervistati, un peggioramento per il 33%, una stabilità per il 28% e spicca in particolare il forte aumento dell’export (+48%). Per quanto concerne la situazione degli ordini rispetto al terzo trimestre 2011, la distribuzione delle risposte fra aumento, stabilità e diminuzione appare pressoché uniformemente ripartita: ordinativi in espansione per il 37%, stabili per il 34%, in contrazione per il 29%.
Le previsioni per il I trimestre 2012 sono in generale all’insegna di una prudente stabilità: più del 50% degli intervistati ritiene che il fatturato non subirà variazioni sia relativamente al precedente periodo sia rispetto allo stesso trimestre dello scorso anno. Si restringe quindi la quota di aziende che prospettano un’espansione del fatturato, rispettivamente il 28% in confronto al III trimestre, il 26% rispetto al IV trimestre 2010. Per quanto concerne l’occupazione, il 79% delle aziende non rilevano variazioni sia nel IV trimestre sia nelle previsioni del I trimestre 2012. Esiguo invece il margine di miglioramento per le assunzioni (11%) e altrettanto limitata la percentuale delle perdite di occupazione (12%). L’indice di fiducia, che nonostante la crisi in atto aveva fatto registrare un’espansione fino all’estate 2011 per il prossimo periodo risulta in flessione, anche in considerazione del previsto ulteriore peggioramento del mercato interno.
Il Presidente di ANIMA, Sandro Bonomi, ha osservato: “In una situazione complessa e drammatica come è quella che stiamo vivendo mi sembra di poter individuare ancora una volta per il settore della meccanica, a differenza di altri, qualche elemento positivo in più. L’export infatti ci mantiene competitivi e reattivi sui mercati esteri, mentre sul fronte del mercato interno ci troviamo in una posizione di debolezza, penalizzati, oltre che da una domanda piatta, dalla stretta creditizia e da un tasso di disoccupazione in aumento. Una variabile preoccupante, ma comprensibile in un contesto di recessione, è il crollo di fiducia anche da parte di quelle aziende che finora erano riuscite a mantenere una visione ottimistica almeno per il lungo termine”.