Gian Luca Sacco, EMEA Senior Director Marketing di Siemens Digital Industries Software.
Un cambio di nome: Siemens Digital Industries Software, e la proposta di tutte le soluzioni per la digitalizzazione sotto il denominatore: Xcelerator. Gian Luca Sacco ci racconta le novità di questa business unit, che punta sul “gemello digitale”
di Riccardo Oldani
Per un’azienda manifatturiera, oggi, la ricetta per essere competitivi è la digitalizzazione. Sono innumerevoli e misurabili, infatti, i vantaggi che provengono dalla fusione tra l’anima operativa e quella informatica delle aziende, resa possibile da un sempre più intimo intreccio tra fase progettuale, raccolta di dati sul campo, confronto e miglioramento continuo di prodotto, processo e prestazioni.
Chi sviluppa sistemi per aiutare le imprese nella transizione digitale lo sa molto bene. Al punto che uno dei principali attori del settore, Siemens PLM Software, ha deciso di cambiare il proprio nome in Siemens Digital Industries Software e ha annunciato Xcelerator, un portafoglio integrato di software, servizi e una piattaforma di sviluppo applicazioni personalizzabile per la digitalizzazione delle imprese. Abbiamo parlato di queste novità con Gian Luca Sacco, EMEA Senior Director Marketing di Siemens Digital Industries Software.
Perché questo cambiamento di nome?
“Quando questa azienda è nata sviluppava un portafoglio completo di soluzioni per la gestione del ciclo di vita del prodotto. Quando poi, nel 2007, siamo entrati nell’orbita Siemens, il Gruppo ha dichiarato il suo impegno nel portarci a diventare leader di mercato, sia per crescita organica sia per acquisizioni, sempre mirate per ampliare il nostro ventaglio di offerte. La strategia si è rivelata vincente e ci ha portato a diventare, secondo i principali analisti, la prima azienda per fatturato nel settore. Nel frattempo le nostre competenze si sono allargate ben oltre i confini del classico PLM. Abbiamo quindi deciso di darci un nome che descrivesse meglio quello che facciamo, e cioè, in sostanza, soluzioni software all’interno della divisione Digital Industries di Siemens. Da qui il nuovo nome della nostra business unit”.
Una linea di imbottigliamento di The Absolut Company. Il gruppo produttore di spirits ha avviato una collaborazione con Siemens Digital Industries Software per aumentare l’efficienza e la flessibilità in produzione.
Con un portafoglio così ampio di soluzioni diventa però difficile spiegare a un’azienda quali siano le più adatte alle sue necessità nel percorso verso la digitalizzazione. Voi che strategia avete scelto?
“Per semplificare il messaggio, Siemens Digital Industries Software si è concentrata sul concetto di digital twin, di cui si parla tanto ma che, secondo me, è ancora poco compreso. Il digital twin non è solo la rappresentazione virtuale di qualcosa di fisico ma è, a sua volta, in grado di produrre informazioni che ritornano alla sua rappresentazione virtuale, influenzandolo. Fino a poco tempo fa dalla rappresentazione virtuale, sviluppata in fase di progetto, derivava l’oggetto reale, che poi però viveva di vita propria. Oggi invece siamo in grado di creare una rappresentazione virtuale assolutamente fedele, che riceve feedback dal mondo fisico, esattamente come se fosse reale. Questa possibilità apre nuove prospettive. Per esempio è possibile agire sul gemello digitale come e quando si vuole, senza paura di sbagliare, in modo da analizzare tutti i possibili scenari reali con pochissima spesa, ma con la certezza che i risultati ottenuti coincideranno poi con quelli della vita operativa del prodotto”.
Qual è la vostra idea di digital twin?
Nella visione di Siemens Digital Industries Software devono esistere almeno tre digital twin: di prodotto, cioè di come è fatto un qualsiasi oggetto, di produzione, cioè dei processi, macchinari e persone che concorrono a realizzarlo, e, infine, di performance, cioè di come l’oggetto si comporta nel mondo reale, in modo da dare preziose informazioni sia alla progettazione che alla produzione.
Ognuno di questi digital twin ha un’interazione con il mondo reale. Se, per esempio, nella simulazione la produzione risulta complicata, più lunga del previsto oppure pone sotto stress eccessivo un operatore, ne derivano informazioni utili per una serie di azioni, come per esempio modificare il design del prodotto, semplificare il processo, progettare soluzioni più ergonomiche. La connessione tra questi tre digital twin è quello che noi chiamiamo Digital Thread, e che rappresenta il vero valore che possiamo fornire alle aziende, ovvero la possibilità di fornire in un ambiente virtuale, dove gli errori non costano e si può sperimentare all’infinito, una rappresentazione esatta di quello che succede nella realtà”.
Il software di simulazione Simcenter™ 3D, disponibile anche in modalità software as a service.
Per un’impresa, secondo voi, qual è l’approccio alla strategia digitale?
Il valore massimo si raggiunge quando si implementa tutto l’ambiente digitale, cioè si realizza il Digital Thread. Nessuna azienda però è in grado di metabolizzare un cambiamento del genere in un unico progetto e quasi nessuna è un “terreno vergine”, su cui avviare questo percorso da zero, a meno che non si tratti di una start-up innovativa. Di solito quindi ci confrontiamo con l’azienda cliente, individuiamo i suoi punti d’interesse più immediati e partiamo da lì per costruire un percorso condiviso”.
Avete sviluppato un portafoglio di soluzioni estremamente ampio. Come fate a proporlo a un cliente?
Per semplificare abbiamo identificato tutte le nostre soluzioni sotto un unico nome, Xcelerator, che stando a un sondaggio fatto tra i nostri clienti è quello che meglio rispecchia la capacità delle nostre soluzioni di aiutarli a fare oggi quello che altrimenti richiederebbe molto più tempo: accelera, in altre parole, la loro capacità di far fronte alle sfide del futuro”.
Siemens Opcenter amplia le funzionalità della precedente soluzione MOM di Siemens unendo i prodotti in un portfolio cloud-ready per un’esperienza utente in grado di aiutare i produttori a soddisfare le richieste di efficienza produttiva, qualità, visibilità e riduzione dei tempi di produzione.
Quali trend vedete per il futuro, in particolare per i produttori di macchine industriali?
“Parliamo di un settore composto in Italia da aziende medio-piccole, ricercate nel mondo per la loro capacità di rispondere a richieste molto specifiche, secondo un concetto di engineering to order. Per queste aziende è molto importante riuscire a sviluppare un modello il più possibile aderente alla realtà, dalla progettazione al commissioning virtuale, per evitare sorprese in fase di installazione. Fondamentale è anche un fedele condition monitoring, per anticipare possibili problemi e programmare le attività di assistenza e manutenzione. Ma in futuro il digital twin potrà arrivare a simulare tutte le possibili interazioni con l’uomo, in funzione di una sempre maggiore sicurezza, e anche a prevedere il futuro disassemblaggio e recupero dei componenti quando il macchinario giunge a fine vita. Parliamo di un modo innovativo di ingegnerizzare un prodotto, in linea con le esigenze sempre più stringenti di sostenibilità ambientale, in un’ottica di economia circolare”. ©TECNeLaB
Xcelerator è l’offerta integrata di software, servizi e piattaforme per lo sviluppo di applicazioni, personalizzabili e adattabili in base alle esigenze specifiche di ogni cliente e settore industriale, per aiutare le aziende di ogni dimensione a trasformarsi in imprese digitali.