La sede di Zaniboni s.a.s. a Villar Perosa, in provincia di Torino.
Cuscinetti, valvole motore, iniettori, ingranaggi, ma anche frese, utensili, rubinetterie, coltellerie, fino agli aghi per prelievi e alle cannule medicali. Cosa hanno in comune questi oggetti all’apparenza così diversi? Tutti recano delle piccole “scritte”, come loghi, codici alfanumerici, indicazioni dei materiali, numeri di serie che ne consentono l’identificazione e la rintracciabilità. Parliamo di marcatura elettrolitica.
di Anna Guida
Nel settore medicale, dove i prodotti sono spesso fini e di piccole dimensioni, è particolarmente importante che il sistema di marcatura mantenga l’integrità del pezzo lavorato, come ad esempio aghi e cannule che necessitano di essere marcati con scale graduate. Il sistema più idoneo è quello elettrolitico, un metodo poco costoso, semplice e permanente che non deforma, non indebolisce né corrode le parti metalliche con cui viene a contatto. La struttura molecolare dell’oggetto, infatti, non viene mai aggredita e alterata, indipendentemente dalla profondità del marchio. Inoltre, il procedimento elettrolitico non provoca né cricche (discontinuità dovute a una rottura locale del materiale che compromette irreparabilmente la qualità del pezzo) né scorie, a differenza di altri tipi di marcatura che producono residui o nei quali bisogna prestare attenzione ai substrati che potrebbero alterarsi. “Tutte queste caratteristiche rendono la marcatura a elettroerosione poco invasiva e particolarmente adatta per l’impiego in settori quali l’aeronautico, il medicale e la meccanica di precisione”, spiega Alessandro Zaniboni, titolare della Zaniboni s.a.s., società leader nel settore della marcatura elettrolitica con sede a Villar Perosa, in provincia di Torino (www.zaniboni.it). La storia dell’azienda di famiglia si intreccia in più punti con quella dell’evoluzione e dell’ampliamento del raggio applicativo di una tecnologia dalle infinite potenzialità.
“Tutti i nostri concorrenti utilizzano come liquido elettrolitico un acido, noi siamo gli unici ad usare una soluzione basica”, afferma Alessandro Zaniboni.
DALL’AUTOMOTIVE A TUTTI I SETTORI INDUSTRIALI
“L’azienda fu fondata nel 1977 da mio padre Vittorio che fino ad allora aveva lavorato alla RIV, acquisita in seguito dall’SKF. Poichè i cuscinetti prodotti dall’attuale multinazionale svedese venivano marcati con un sistema meccanico a pressione, mio padre ebbe modo di osservare che i metodi di marcatura tradizionali provocavano alcune imperfezioni nei pezzi, in quanto la sollecitazione che subivano finiva per danneggiarli. Insieme ad alcuni colleghi si mise quindi a studiare un metodo alternativo, il processo elettrolitico, e scoprì che dava risultati eccezionali con costi molto contenuti”, spiega il titolare.
Inizialmente il fondatore rimase in SKF ad applicare internamente il nuovo metodo di marcatura che aveva ideato, ma dopo qualche anno, d’accordo con l’azienda, si staccò e si mise in proprio, continuando tuttavia a rifornire la società di stencils e liquido elettrolitico. “Da allora, nel corso degli anni, abbiamo via via ampliato il raggio di applicazione dei nostri sistemi di marcatura dall’automotive ai settori dei produttori di utensili, pompe a immersione, frese, coltellerie e rubinetterie. Si possono marcare con questo sistema potenzialmente tutti gli oggetti metallici, l’importante è che conducano corrente. A seconda di quanta corrente conducono i metalli, si ottengono risultati diversi: ad esempio, sull’acciaio si ottengono marcature nere, mentre sull’alluminio sono grigio chiaro. Altri materiali che rispondono bene alla marcatura elettrolitica sono il ferro, la ghisa, l’ottone, l’oro e leghe quali vidia e titanio”, spiega l’attuale titolare.
LE TIPOLOGIE DI MARCATRICI
Contemporaneamente si sono evolute anche le marcatrici elettrolitiche: oltre alle macchine manuali pensate per la marcatura di piccoli lotti, la società ha cominciato a costruire anche macchine semiautomatiche e automatiche per soddisfare le produzioni medie e grandi. “Con il mio ingresso in azienda siamo riusciti ad approcciare con successo anche le industrie aeronautica e medicale, nelle quali mantenere l’integrità del pezzo lavorato è fondamentale”, continua Alessandro Zaniboni. “Oggi alcune aziende in ambito aerospace sono di fatto obbligate a servirsi del sistema elettrolitico, perché molte compagnie aeronautiche non accettano nessun altro tipo di marcatura. Nel medicale invece lavoriamo ormai da 15 anni. Tra i nostri clienti abbiamo grandi aziende italiane come Artsana (specializzata nella venipuntura e nella medicazione), Gallini (una delle prime realtà del medicale orientate a sviluppare strumenti mono uso come aghi da biopsia e cateteri da drenaggio), e alcune aziende estere che fanno capo a multinazionali statunitensi come la Carefusion. Le nostre macchine sono presenti negli stabilimenti di tutto il mondo in cui si producono grandi quantità di aghi, cannule, strumenti per prelievi e biopsie: dalla Romania alla Cina, dagli Stati Uniti a Santo Domingo”.
Le marcatrici Zaniboni sono di tre specie: manuali, semi-automatiche e automatiche. Alcune sono universali, come il modello manuale Muz-pt, con cui si può marcare qualunque tipo di superficie, sia piana sia tonda. Altre sono destinate a settori specifici, come ad esempio il modello automatico Svdm 100/150/200, indicato per i cuscinetti a sfera e altri prodotti analoghi, o le rullatrici Muz-sb-r e Muz-r, ideate per marcare a 360° e di largo impiego nella centimetratura delle cannule nel settore medicale.
La rullatrice Muz-r, ideata per marcare a 360°, viene usata per la centimetratura delle cannule nel settore medicale.
GLI INGREDIENTI CHIAVE
Stencil, liquido elettrolitico e corrente elettrica. Sono questi gli ingredienti chiave alla base del sistema di marcatura elettrolitica. Lo stencil è una matrice che riporta le diciture da riprodurre sul pezzo da marcare. Il liquido elettrolitico passando attraverso le parti perforate viene a contatto con il pezzo e permette la marcatura indelebile delle diciture riportate sulla matrice. Zaniboni ne propone quattro tipi differenti: in plastica, serigrafati, in carta e in cartuccia. Il primo, che ha una vita di circa 35.000 marcature, è costituito da una sottile pellicola in plastica e viene inciso seguendo le indicazioni del cliente attraverso un processo meccanico. Lo stencil serigrafato, invece, viene utilizzato di solito per riprodurre loghi particolarmente complessi ed è costituito da una tela. Quello in carta, un foglio delle dimensioni di 100 mm x 150 mm, viene inciso direttamente dal cliente utlizzando una macchina da scrivere o una stampante ad aghi. L’ultimo tipo di matrice è una cartuccia contenente un nastro della lunghezza di 3 m, che viene inciso con un procedimento termico mediante un’apposita etichettatrice. Sia gli stencil in carta che quelli in cartuccia hanno una durata molto breve (circa 10/12 marcature) ed è per questo che sono spesso scelti da coloro che hanno la necessità di cambiare molto frequentemente le scritte da marcare.
UNA SOLUZIONE BASICA
Nelle marcatrici Zaniboni il procedimento elettrolitico funziona per mezzo di un elemento liquido composto al 75% da acqua e al 25% da sali naturali neutri conduttori di corrente. “Esistono altre aziende che effettuano la marcatura elettrolitica, ma tutti i nostri concorrenti utilizzano come liquido degli acidi, noi siamo gli unici ad usare una soluzione basica. Grazie a questa composizione e soprattutto all'assenza di sostanze acide si realizza una scrittura nitida e indelebile e contemporaneamente si evitano fenomeni di ossidazione del materiale con cui il liquido viene a contatto. Questo è sicuramente il nostro punto di forza rispetto alla concorrenza, insieme alla nostra lunga esperienza nel settore”, afferma Zaniboni. “Oggi il 60-70% del nostro fatturato viene dall’export. Questo dato ci ha consentito di attutire gli effetti della crisi, insieme a un altro fattore molto rilevante: chi possiede le nostre marcatrici deve necessariamente comprare da noi i ricambi, cioè gli stencil e il liquido elettrolitico. Perciò se è vero che negli ultimi anni è calata la richiesta di marcatrici, è vero anche che tutti coloro che già le possedevano hanno continuato a comprare le matrici e le soluzioni basiche. Ed è proprio da questi prodotti che noi traiamo il maggior profitto”, spiega Zaniboni.
Cannule centimetrate per uso medicale.