Robothespian, 2017, Engineered Arts Ltd. Crediti fotografici: ©Engineered Arts Ltd.
“Robot. The Human Project” è il progetto espositivo che il MUDEC di Milano presenterà al pubblico a partire dal 4 marzo fino al 26 luglio. La mostra, promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da 24 ORE Cultura-Gruppo 24 ORE, è realizzata in collaborazione con l’Istituto di Bio Robotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, il principale istituto universitario dedicato alla ricerca sulla robotica in Italia.
La mostra racconta – in un percorso che affonda le radici fin nella Grecia Classica – la storia della relazione tra l’essere umano e il robot, il fascino antico esercitato sull’uomo dal suo doppio tecnologico, l’incessante aspirazione a creare automi dotati delle abilità più disparate, i risultati concreti finora raggiunti, le frontiere della robotica contemporanea e futura, e infine le questioni etiche e le riflessioni sociali che il superamento continuo di queste frontiere inevitabilmente solleva, a livello globale. La mostra è realizzata grazie al supporto di Gruppo Unipol, main sponsor del progetto.
Si tratta di un progetto espositivo articolato, che raccoglie in mostra un gran numero di meraviglie tecnologiche e robotiche, ricco di suggestioni e di riflessioni e, insieme, interattivo e a misura di bambino. La mostra è infatti diretta a differenti tipi di pubblico: agli adulti che troveranno una chiave di lettura sul futuro, alle scuole che avranno modo di entrare nel mondo della ricerca universitaria e con i temi più attuali del dibattito sulla robotica oggi, alle famiglie che potranno sperimentare l’interazione con alcuni dei robot più all’avanguardia del mondo.
Il progetto ha un triplice respiro: tecnico-scientifico, antropologico e artistico. Sono queste infatti le tre “voci” portate dai curatori della mostra: Alberto Mazzoni, fisico e bioingegnere, Responsabile scientifico del Laboratorio di Neuroingegneria computazionale dell’Istituto di Biorobotica della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa; Antonio Marazzi, antropologo e Professore ordinario di Antropologia Culturale, già Direttore del corso di perfezionamento in Antropologia Culturale e Sociale presso l’Università di Padova; Lavinia Galli, storica dell’arte e conservatrice del Museo Poldi Pezzoli di Milano.
La mostra offre dunque un’occasione imperdibile per toccare – letteralmente con mano e con cuore – cosa voglia dire poter interagire con un robot in tutte le sue forme.
Protagonisti della prima parte del percorso saranno gli automi antichi (in mostra, tra gli altri, l’Automa Torriani, l’Automa Settala e l’Automa di Diana Cacciatrice). Proseguendo nelle sale, il pubblico si muoverà interagendo con gli ultimissimi esemplari di robot umanoidi: simpatici e comunicativi, i cosiddetti robot emotivi sono progettati per vivere a fianco dell’uomo ed accompagnarlo nelle sue attività quotidiane. Tra questi Sanbot Elf, Pepper, Nao, RoboThespian, accoglieranno i visitatori, muovendosi e parlando con loro, rendendo possibile l’esperienza diretta di ciò che significa comunicare con un alter ego artificiale.
Un’esperienza che permetterà di osservare l’avanzato livello tecnologico dei robot, sperimentando le emozioni che vengono suscitate dall’interazione con essi, apprezzandone gli aspetti ludici e comprendendone le utilità sociali.
Fondamentale per capire le potenzialità della robotica applicata sarà la sezione dedicata alla bionica: in mostra le più avanzate componenti bio robotiche high tech progettate dall’Istituto Sant’Anna di Pisa e da altri centri di ricerca, come l’avanzatissimo Istituto Italiano di Tecnologia di Genova, altra eccellenza italiana nella quale vengono prodotti prototipi di fama internazionale. I visitatori potranno inoltre testare direttamente il funzionamento di alcuni esperimenti di telepresenza e conoscere il lavoro dei ricercatori italiani attraverso le webcam in collegamento con gli istituti di ricerca.
Quanto ai Cobot, la mostra ospiterà una selezione di alcuni avanzati robot e dispositivi idonei a intervenire in situazioni di emergenza e in ambienti ostili alla presenza dell’uomo, come ad esempio Walkman, l’imponente robot umanoide creato nei laboratori dell’IIT, al fine di intervenire negli scenari di disastro ambientale come i terremoti (il robot è stato testato per la prima volta sul campo dopo il disastro causato dal terremoto ad Amatrice) oppure Soryu, il robot-serpente che è intervenuto nella catastrofe di Fukushima, alla ricerca di superstiti.
Janello Torriani (attr.), Matrona che suona un timpano, 1562. Legno e ferro, h cm 38, diametro cm 10. Collezione privata, Milano. Crediti fotografici: ©?Mario Liguigli.