Un gruppo di ricerca del Dipartimento di Ingegneria Industriale dell’Università di Bologna, guidato dal professor Marco Carricato, ha brevettato un nuovo robot parallelo a cavi che può essere utilizzato nell’ambito del restauro architettonico e in tutte le applicazioni industriali in cui l’attrezzatura non deve venire in contatto con l’ambiente circostante, ad esempio per la marcatura laser, per la saldatura e per ispezionare superfici.
Composto da una parte hardware e una software in dialogo costante, il dispositivo opera sospeso, azionato da cavi che vengono avvolti e svolti durante la lavorazione: un sistema in cui l’unica azione esterna che agisce sulla struttura è la forza di gravità.
“Grazie all’utilizzo dei cavi e alla possibilità di lavorare su un piano verticale, questo strumento offre notevoli vantaggi economici, pratici e tecnologici”, spiega Valentina Mattioni, membro del team di ricerca che ha realizzato il prototipo. “Il robot è composto da elementi flessibili e ultraleggeri, ma capaci al tempo stesso di sopportare carichi molto elevati. Una caratteristica che facilita l’adattamento del prototipo a esigenze diverse: può essere utilizzato per applicazioni di grandi dimensioni, ma può essere trasformato anche in un dispositivo portatile”.
A rendere la piattaforma facilmente riconfigurabile e quindi molto versatile, anche per applicazioni di grandi dimensioni, c’è inoltre la possibilità di attrezzarla con svariati organi terminali, che garantiscono applicazioni diverse. Il robot può essere utilizzato ad esempio per la decorazione di superfici con incisione laser, per attività di restauro, per effettuare saldature, per trattamenti termici o per ispezionare superfici mediante telecamere.