
Le nuove norme ISO 10218-1:2025 e ISO 10218-2:2025 sostituiscono le versioni precedenti datate 2011. Questi standard definiscono i requisiti di sicurezza per robot industriali, sistemi robotici, applicazioni robotiche e l’integrazione di celle robotiche.
KEBA affronta e analizza le novità derivanti dall’aggiornamento dello standard ISO 10218 nell’ambito della robotica. I cambiamenti e quali misure adottare fin da subito.
di Leo Castelli
Le nuove norme ISO 10218-1:2025 e ISO 10218-2:2025 sostituiscono le versioni precedenti datate 2011. Questi standard vanno a definire nella Parte 1 i requisiti di sicurezza per i robot industriali e per i sistemi robotici, mentre la Parte 2 riguarda le applicazioni robotiche e l’integrazione delle celle robotiche.
A questo proposito, Markus Winter, Product Management Safety, e Christian Leng, Product Expert Safety di KEBA Industrial Automation spiegano cosa devono aspettarsi produttori di macchine e robot dallo standard aggiornato e i motivi per cui l’aggiornamento delle norme era divenuto da tempo necessario.
LE FIGURE COINVOLTE DAL NUOVO STANDARD
Per iniziare, vediamo chi sono le figure coinvolte dal nuovo standard?
Markus Winter: come la sua versione precedente, anche l’aggiornamento di questo standard è suddiviso in due parti: 10218-1 e 10218-2. L’ISO 10218-1 va a considerare il robot come macchina incompleta e coinvolge principalmente tutti i produttori di robot industriali e cobot. La seconda parte, l’ISO 10218-2, riguarda invece macchine e sistemi completi che vedono l’integrazione di robot. La seconda parte è rivolta a tutti coloro che integrano robot industriali in una soluzione completa, come, ad esempio, i costruttori di macchine o gli integratori di sistemi.
PERCHÉ ERA NECESSARIO AGGIORNARLO
Perché è stato necessario aggiornare lo standard? Cosa mancava e cosa è cambiato con questo aggiornamento?
Christian Leng: le norme ISO 10218 parte 1 e parte 2 sono state pubblicate nel 2012, con un aggiornamento che è stato effettuato nel 2016 con la specifica ISO/TS 15066 riguardante i cobot. Allora lo scenario della robotica collaborativa era ben differente, basti pensare che, rispetto al 2016, l’utilizzo di robot industriali è quasi raddoppiato. Oggi si contano quasi 3,5 milioni di unità installate. Per questo motivo era quindi necessario e auspicabile effettuare una revisione delle norme che fosse adeguata. Un altro motivo, non meno importante, è quello dell’aumento negli ultimi anni dei requisiti in termini di cybersicurezza e robotica collaborativa.
Markus Winter: le crescenti minacce cibernetiche e le tematiche correlate, come l’EU Cybersecurity Act o le linee guida USA sulle infrastrutture critiche (ad esempio le telecomunicazioni e le reti di distribuzione di energia), hanno avuto una forte influenza sull’ISO 10218-1. In questo scenario anche i produttori medi e piccoli sono soggetti al rischio di cyber attacchi, in particolar modo se consideriamo il ciclo di vita attuale di molte soluzioni robotiche.
Markus Winter (a sinistra) e Christian Leng (a destra) di KEBA Industrial Automation spiegano cosa devono aspettarsi i produttori di macchine e robot dallo standard aggiornato e i motivi per cui l’aggiornamento delle norme era divenuto da tempo necessario.
LE PRINCIPALI NOVITÀ DEL NUOVO STANDARD
Ma quali sono i principali contenuti e cambiamenti che i costruttori di macchine e robot dovranno tenere in considerazione?
Markus Winter: le due parti contengono numerose modifiche, fra le quali spiccano le seguenti novità:
- soprattutto per quanto riguarda l’ISO 10218-2, l’integrazione dell’ISO/TS 15066:2016, che tratta della collaborazione uomo-robot;
- la suddivisione dei robot in due classi in relazione ai requisiti di sicurezza funzionale;
- capitolo di chiarimenti sui requisiti per la sicurezza funzionale;
- la novità che riguarda l’introduzione della cybersicurezza.
GESTIONE DELLE VELOCITÀ E SICUREZZA FUNZIONALE
Quali tra queste novità possono essere ritenute particolarmente positive?
Christian Leng: innanzitutto è stato inserito un chiarimento per quanto riguarda la gestione delle velocità in modalità manuale con velocità ridotta (conosciuta come T1 o teach). L’aggiornamento prevede, ad esempio, che la velocità dei robot di classe II debba essere monitorata in modo sicuro.
Markus Winter: un grande passo avanti è rappresentato dall’allegato C, il quale contiene un elenco dettagliato delle funzioni di sicurezza richieste, sia quelle obbligatorie che quelle opzionali. Ciò fornisce una maggiore chiarezza in merito a questi parametri. È inoltre molto importante l’ampliamento dei requisiti minimi per la sicurezza funzionale poiché nella revisione precedente la norma esprimeva in modo generico e unicamente il PLd/Cat. 3. Nell’aggiornamento, invece, viene preso in considerazione il PLd/Cat. 3 oppure il SIL2/HFT=1 (20 anni) oppure SIL2/PFHd < 4,43 *10^-7.
Ma per quale motivo è importante estendere i requisiti minimi di sicurezza funzionale?
Markus Winter: attualmente è richiesto un PLd con architettura di categoria 3 (EN ISO 13849-1). Con la nuova versione, l’architettura di categoria 3 non è più obbligatoria se il PFHd ha un valore sufficientemente basso. Questo porta a chiedersi se ci saranno in futuro soluzioni di sicurezza a singolo-canale nei robot.
Christian Leng: su questo quesito emerge anche un’ulteriore domanda: ci saranno soluzioni singolo-canale anche in altri settori? Spesso in comparti dove manca uno standard di tipo C dedicato, vengono utilizzati standard derivati dall’industria.
(nota: PL = Performance Level secondo EN ISO 13849-1, SIL-Safety Integrity Level) secondo EN IEC 62061, PFHd-Probability of Dangerous Failure per Hour).
Tra i motivi per cui è stato necessario aggiornare lo standard figura il nuovo scenario della robotica collaborativa, ben differente rispetto al 2016. Non meno importante quello dell’aumento negli ultimi anni dei requisiti in termini di cybersicurezza e robotica collaborativa.
UNO STANDARD UTILE ANCHE EXTRA-UE
Lo standard ISO 10218 riguarda anche aziende extra-UE?
Markus Winter: si tratta di uno standard di tipo C secondo l’EN ISO 12100, e in linea con i requisiti minimi per robot in ambienti industriali. Anche altri Paesi possono recepire i contenuti nei loro standard nazionali. Poiché l’UE è un mercato strategico, molte aziende extra-UE dovranno adeguarsi implementando i requisiti richiesti dalla nuova norma.
Christian Leng: va considerato che sono molte le nazioni non UE che partecipano all’elaborazione degli standard ISO; per questo motivo è interesse comune implementare queste normative.
LE TEMPISTICHE PER L’APPLICAZIONE
Quanto tempo ci vorrà per l’applicazione del nuovo standard e cosa dovranno fare i produttori?
Christian Leng: dopo la pubblicazione da parte dell’International Organization for Standardization, i testi verranno tradotti e pubblicati nella Gazzetta ufficiale dell’UE. Solo allora potrà essere definita la data dell’entrata in vigore dell’aggiornamento. Considerato che molti termini derivano dalla nuova Direttiva Macchine, è lecito aspettarsi che lo standard sarà attivo dal 20 gennaio 2027.
Markus Winter: anche se apparentemente c’è un certo lasso di tempo, va tenuto ben presente che i tempi di sviluppo e certificazione possono durare diversi anni. Produttori e integratori dovranno attivarsi già da ora e prestare particolare attenzione ai requisiti per la sicurezza funzionale e la cybersicurezza.
LE SOLUZIONI SUL MERCATO
Quali soluzioni esistono sul mercato?
Christian Leng: per le PMI, sviluppare una propria soluzione di sicurezza e mantenerla aggiornata, soprattutto in tema cybersecurity, è un’operazione complessa e poco fattibile. Per questo motivo molte aziende dovranno rivolgersi a fornitori di servizi o piattaforme. Discorso diverso invece per i grandi produttori i quali dovranno saper gestire questi aspetti in modo autonomo.
In quali ambiti KEBA offre soluzioni?
Markus Winter: il nostro portfolio di moduli e funzioni per la sicurezza è in costante crescita, soprattutto per la robotica e lo stampaggio a iniezione. La piattaforma di automazione Kemro X è in grado di fornire in anticipo la soluzione alle molte criticità dei clienti: mi riferisco alla cybersicurezza, all’hardware industriale, alle opzioni tecnologiche personalizzabili. Questa piattaforma consente quindi ai clienti di concentrarsi meglio sulle proprie competenze chiave.
Le crescenti minacce cibernetiche e le tematiche correlate, come l’EU Cybersecurity Act o le linee guida USA sulle infrastrutture critiche (ad esempio le telecomunicazioni e le reti di distribuzione di energia), hanno avuto una forte influenza sull’ISO 10218-1.
IL COMITATO TECNICO INTERNAZIONALE
Il comitato tecnico ISO/TC 299 “Robotics” dell’International Organization for Standardization è responsabile della standardizzazione nella robotica a livello internazionale. Attualmente comprende dieci gruppi di lavoro. Il gruppo WG 3 “Industrial Safety” si occupa della sicurezza dei robot industriali e sta elaborando le nuove versioni ISO 10218-1/2. Partecipano anche gruppi a livello nazionale, composti da rappresentanti di produttori, utenti, enti assicurativi e altri soggetti interessati.
KEBA INDUSTRIAL AUTOMATION
Fondata nel 1968, con sede centrale a Linz, in Austria, e filiali in tutto il mondo, KEBA opera in tre campi di attività: Industrial Automation, Handover Automation ed Energy Automation. Sistemi di comando e tecnologia per la sicurezza fino ad arrivare alla tecnica di azionamento per macchine e robot, sportelli automatici e sistemi automatici per pacchi e spedizioni, nonché stazioni elettriche di ricarica per auto elettriche e sistemi di controllo del riscaldamento, rappresentano solo alcuni esempi della gamma di prodotti che l’azienda, dalla vasta esperienza nel campo dell’automazione, con il suo organico di oltre 2.000 dipendenti, può offrire.
Nel settore dell’automazione industriale KEBA sviluppa e produce secondo il principio dell’“Automation by innovation” soluzioni di automazione innovative e di qualità elevata per la costruzione generale di macchine e utensili, oltre che per l’intralogistica, la robotica, le materie plastiche, l’energia eolica, i sistemi turbo e la lavorazione della lamiera. Che si tratti di hardware o software, di singoli componenti o di soluzioni complete, l’azienda austriaca, dalla vasta esperienza tecnologica, offre soluzioni efficienti, modulari e sicure per tutte le esigenze dei vari settori industriali. ©TECNELAB

“Considerato che è lecito aspettarsi che lo standard sarà attivo dal 20 gennaio 2027… Produttori e integratori dovranno attivarsi già da ora e prestare particolare attenzione ai requisiti per la sicurezza funzionale e la cybersicurezza”, dicono Christian Leng (a sinistra) e Markus Winter (a destra) di KEBA Industrial Automation.





































































