Misura di particolari per l’aerospace con la sonda REVO di Renishaw.
La complessità dei mercati impone un cambio di marcia nella produzione meccanica. Renishaw si distingue per una proposta volta all’ottimizzazione dei processi valorizzando al massimo gli impianti a disposizione.
di Andrea Pagani
Mai come negli ultimi anni si sono visti tanti cambiamenti in così poco tempo nel mondo manifatturiero. A cominciare dall’avvento di Industria 4.0, concettualmente introdotta in occasione della Fiera di Hannover del 2011, seguita dall’impiego sempre più massiccio di software e cloud. Ma si è anche ripresentato il tema del cambiamento climatico e dei rischi a esso connessi. Buona parte del mondo industriale, facendo leva anche su importanti incentivi, ha lavorato per compiere il passaggio verso processi più efficienti acquisendo macchine e tecnologie adeguate.
Oggi, con questa evoluzione ancora in atto, subentrano nuove variabili: la pandemia, i fornitori in difficoltà, il costo di energia e materiali, la scarsa disponibilità di personale qualificato. Quell’approccio, che fino a pochi anni fa garantiva discreti margini, ora non basta più.
Il calibro flessibile Equator di Renishaw in una cella d’automazione ad alta produttività.
PORSI LE GIUSTE DOMANDE
Se da un lato è vero che il mare è fatto di gocce, è altrettanto vero che di gocce ne servono davvero molte. Per questo per sopravvivere al nuovo cambiamento non ci si può limitare ad alcune attività di ottimizzazione, ma è bene intervenire ovunque ci siano possibilità di miglioramento dei processi produttivi. “Se ridurre i consumi energetici e gli sprechi ottimizzando la produzione è da sempre un’occasione per le imprese per rispettare l’ambiente, oggi è anche un modo per diminuire i costi e garantirsi dei margini”, spiega Roberto Rivetti, Amministratore Delegato di Renishaw S.p.A.“Produrre degli scarti è concettualmente inaccettabile, ma il loro costo poteva essere assorbito da una buona marginalità complessiva. Oggi i profitti si sono ridotti e le variabili in gioco sono sempre più numerose: materie prime, energia, bassa efficienza delle macchine e mancanza di personale specializzato sono un freno per le aziende del settore manifatturiero”.
Roberto Rivetti, Amministratore Delegato di Renishaw S.p.A.
Ben venga dunque l’aggiornamento tecnologico, importante motore verso questo cambiamento, ma occorre anche porsi le giuste domande. Come chiedersi se si stia sfruttando al 100% il potenziale dei propri strumenti prima di valutare l’acquisto di nuovi impianti. Impianti che, è bene ricordarlo, hanno tempistiche di consegna decisamente lunghe, spesso incompatibili con le costanti urgenze che le imprese devono gestire.
“Noi stessi ci siamo scontrati all’inizio della pandemia con questa evidenza, ma abbiamo saputo reagire con rapidità, modificando il flusso interno e riprogettando determinati componenti, affinché risultassero più adatti alle rinnovate condizioni. Il risultato è per noi più che soddisfacente, visto che oltre il 90% delle soluzioni nel nostro catalogo hanno tempistiche di consegna equivalenti a quelle pre-pandemia. Paradossalmente ora che la domanda di mercato è elevata, l’offerta fatica a soddisfarla. Occorre dunque chiedersi quali siano gli strumenti e le soluzioni capaci di far lavorare al meglio le macchine già presenti in azienda”, prosegue Rivetti.
Il calibro flessibile Equator interfacciato con una macchina utensile in produzione
FLESSIBILI E AFFIDABILI
Il tessuto imprenditoriale italiano è molto eterogeneo e include realtà di ogni genere. Per questo è importante il giusto approccio per comprendere le effettive necessità di ciascuno. “È uno dei punti che ci distinguono da altri fornitori e dipende molto dal tipo di rapporto che si ha con il cliente”, spiega Rivetti. “Proporre un prodotto è relativamente semplice: se ne valutano le caratteristiche, si fa un preventivo e si procede con la vendita. Ma penso sia più coinvolgente e utile, per noi come per il nostro cliente, affrontare insieme le sfide tecnologiche per mettere in atto quelle soluzioni in grado di rendere più affidabile, veloce, preciso e stabile il processo. In questo senso, Renishaw vanta una vasta esperienza, dai clienti con le idee molto chiare a quelli che non riescono a identificare criticità e colli di bottiglia. Per ciascuno di essi, dobbiamo essere in grado di analizzare la situazione e rispondere in maniera adeguata”.
Sfera di calibrazione avanzata ACS-1 di Renishaw.
Un altro tema molto caro alle aziende italiane, specialmente alle PMI, è quello della flessibilità. Persi i grandi lotti a favore del Far East, restano le produzioni medio piccole, che talvolta si ripetono a cadenza regolare in base alla domanda. Essere flessibili significa passare da una produzione alla successiva senza particolari vincoli. Purtroppo, la stabilità di mercato e il portafoglio ordini di parecchi mesi non esistono praticamente più e, per sopravvivere, è necessario che la maggiore reattività vada di pari passo con l’affidabilità e la stabilità di processo.
Non si tratta di una novità in assoluto: in settori come l’aeronautico, dove i particolari da realizzare presentano di base un elevato costo della materia prima e acquistano valore man mano che vengono lavorati, si è alla ricerca della certezza del processo. Scoprire in sala metrologica che è necessaria una rilavorazione o, peggio, che si è sotto la quota stabilita e quindi il pezzo è da rifare è una casistica che nessuno vuole avere. Oggi questo criterio va esteso a tutti i particolari realizzati: un impegno in più, certo, ma tutt’altro che irrealizzabile, come dimostra Renishaw.
Tastatura di un pezzo in macchina utensile con la sonda RMP400 di Renishaw.
UNA CONFERMA IMPLICITA
Sulla carta queste scelte funzionano, ma possiamo dire lo stesso una volta applicate a casi reali? “Decisamente sì”, è il lapidario commento di Rivetti. “Non parlo da azienda che cerca di vendere il proprio prodotto, ma da realtà che utilizza da anni questo approccio e che beneficia dei suoi effetti. Renishaw produce internamente gran parte delle proprie soluzioni, non si limita ad assemblare componenti forniti da terzisti: abbiamo ben chiare le complessità che ogni giorno le imprese affrontano e mettiamo a loro disposizione strumenti che noi stessi testiamo al nostro interno. Solo così siamo in grado di mantenere la produzione in Inghilterra, di certo non il Paese con i costi più favorevoli in termini di manodopera o tassazione, ma che ci consente di lavorare nel cuore del continente europeo”.
Sistema di presetting utensili senza contatto NC4+ Blue F230 di Renishaw.
LA PROPOSTA ALLA 33.BI-MU
In occasione della 33.BI-MU, Renishaw esporrà alcune delle soluzioni che stanno riscontrando maggior interesse sul mercato. Come ACS-1, un sistema di calibrazione delle sonde per macchine utensili che non richiede interventi manuali. Perché se è vero che l’utilizzo delle sonde in macchina si traduce in un miglioramento anche delle attività più a valle nel processo, è anche vero che le sonde richiedono una qualifica periodica, che di solito viene effettuata manualmente da un operatore. Poter automatizzare questa procedura comporta diversi vantaggi: innanzitutto svincola un tecnico specializzato da una mansione ripetitiva e non priva di possibili errori, ma soprattutto permette alla macchina di lavorare con minore presidio (o addirittura in totale autonomia) per sfruttare anche un potenziale terzo turno.
Il sistema REVO assicura prestazioni di scansione molto elevate, ispezioni senza contatto e analisi delle finiture di superficie.
A proposito di sonde, Renishaw esporrà in fiera la RMP400, estensione della gamma Rengage ad alta precisione, utile per soddisfare le esigenze di chi deve impiegare stili lunghi anche su macchine con un volume di lavoro contenuto.
Ampio spazio sarà dedicato al calibro flessibile Equator, che negli anni ha saputo conquistare la fiducia di molte officine. Oggi la novità è legata alla possibilità di utilizzarlo anche attraverso altri software in commercio, e non con il solo software proprietario Modus. “Non è una vera e propria rivoluzione, ma è una scelta che va nella direzione di quanto detto finora”, conclude Rivetti. “Se un cliente ha già acquistato un applicativo adeguato, perché costringerlo ad acquistarne uno nuovo? Sono convinto che Modus possa offrire notevoli benefici, ma penso che in primis sia bene dare la possibilità di scegliere e sfruttare al massimo ciò di cui già si dispone”.
Calibrazione in macchina con il sistema Renishaw XR20-W per assi rotanti
FOCUS: UN ESEMPIO VIRTUOSO
È bene ricordare che non esistono macchine 4.0, ma processi 4.0. Significa che non basta collegare un cavo Ethernet o configurare un WiFi, ma è necessario far dialogare tra loro i diversi dispositivi connessi per ottenere i migliori risultati possibili.
In una cella ideale, un pezzo scaricato da una macchina utensile può essere verificato immediatamente attraverso un calibro flessibile, come Equator di Renishaw, e segnalare eventuali derive. La macchina ne terrà conto e modificherà il programma fino a una determinata quota, dopodiché richiamerà un utensile gemello (in caso di usura eccessiva dei taglienti), oppure lancerà un ciclo di calibrazione assi sfruttando una sonda o, nel caso peggiore, interromperà la produzione e manderà un alert all’operatore. Il tutto in maniera automatica e senza arrivare a realizzare pezzi fuori specifica. ©TECN’È
L’offerta di Renishaw include i principali strumenti per massimizzare la produttività nella propria officina meccanica.