“Credo che mai sino a oggi l’associazione abbia avuto un ruolo così centrale nella definizione delle politiche industriali del Paese”, sostiene Marco Vecchio, Segretario di ANIE Energia e ANIE Automazione.
Il Piano Nazionale Industria 4.0 è una grande occasione per tutte le aziende che vogliono cogliere le opportunità legate alla quarta rivoluzione industriale. L’industria elettrotecnica ed elettronica rappresentata da ANIE è al tempo stesso soggetto e oggetto di questa trasformazione ed è pronta a giocare un ruolo primario in questa sfida. Ne parliamo con Marco Vecchio, Segretario di ANIE Energia e ANIE Automazione.
di Anna Guida
In Italia il settore dell’automazione industriale ha chiuso il 2016 con un giro d'affari in crescita del 4,7%, e le attese sono positive anche per l’intero 2017. Come ci spiega Marco Vecchio, Segretario di ANIE Energia (www.anienergia.anie.it) e ANIE Automazione (www.anieautomazione.anie.it), c’è più di una ragione per essere ottimisti sull’andamento del mercato nell’anno in corso e sul contributo concreto e attivo che, soprattutto in questo particolare momento storico, le associazioni possono dare alle aziende.
Marco Vecchio in occasione dell’incontro “Forum Telecontrollo” dello scorso anno.
Qual è il suo punto di vista sullo stato dell’arte dell’automazione nel manifatturiero in Italia oggi?
Se è vero che il valore della produzione nell’industria manifatturiera in Italia negli ultimi vent’anni ha perso almeno una quindicina di punti percentuali, è altrettanto vero che in un’analisi della penetrazione delle tecnologie dell’automazione nel settore manifatturiero ci si trova di fronte a una crescita pressoché costante. Oggi l’automazione è probabilmente assieme all’ICT la tecnologia più pervasiva in ambito industriale e il futuro parrebbe roseo anche grazie alla transizione al 4.0.
Quale pensa che sia il ruolo dell’associazione nel panorama politico-industriale del momento?
Credo che mai sino a oggi l’associazione abbia avuto un ruolo così centrale nella definizione delle politiche industriali del Paese. Il Piano Calenda è stato in buona parte ispirato da Confindustria e poi seguito direttamente anche da Federazione ANIE. Il nostro scopo è principalmente quello di aiutare il sistema industriale a capire il modello 4.0 per applicarlo compiutamente anche nel nostro Paese.
In Italia il settore dell’automazione industriale ha chiuso il 2016 con un giro d’affari in crescita del 4,7%, e le attese sono positive anche per l’intero 2017.
In Italia si lamenta spesso la difficoltà di “fare sistema”. Come associazione avete riscontrato e riscontrate le stesse difficoltà? Come si possono vincere?
Il problema è reale. Esiste in Italia una grande diffidenza tutte le volte che si devono condividere risorse e know-how anche se per l’ottenimento di un beneficio comune. Non credo vi sia una soluzione univoca, bisogna lavorare sulla cultura dell’imprenditore e degli altri stakeholder. Credo che l’associazione possa svolgere un ruolo importante in questo contesto agendo in ambito precompetitivo e potendosi permettere il lusso, a volte, di ragionare a medio e lungo termine.
Le aziende che rappresentate vi sembrano pronte a raccogliere queste sfide? Quali iniziative momenti di confronto e dialogo state organizzando per aiutarle? Quanto è importante a suo avviso la capacità di fare rete, condividere esperienze e valutazioni per comprendere pienamente il cambiamento in atto?
Le aziende di ANIE sono quelle che hanno già investito in ricerca e innovazione per essere pronte a fornire tecnologie abilitanti all’Industria 4.0, pertanto oltre a essere ben consce della necessità della transizione verso un nuovo paradigma nella produzione sono anche coloro che lavorano affinché il mercato delle soluzioni I4.0 possa crescere. Con tale finalità la nostra associazione, oltre a mettere a disposizione specifici strumenti informativi sul portale web (nella sezione “ANIE per Industria 4.0” all’interno del nostro sito), organizza momenti di incontro con gli imprenditori e tutti i potenziali fruitori di tecnologia I4.0. Il Forum Meccatronica e il Forum Telecontrollo, che quest’anno si terranno rispettivamente ad Ancona il 26 settembre e a Verona il 24-25 ottobre, sono esempi di successo di come sia possibile far arrivare ai mercati il messaggio tecnologico. L’integrazione dei processi e della filiera sono concetti alla base del paradigma di Industria 4.0. Pertanto, specialmente in Italia dove il comparto industriale è polverizzato in migliaia di piccole e micro imprese, il fare rete unendo le forze anche alla ricerca della giusta dimensione d’azienda è fondamentale sia per comprendere i mutamenti in atto sia per rimanere competitivi.
L’integrazione dei processi e della filiera sono concetti alla base del paradigma di Industria 4.0.
Dai settori rappresentati da ANIE proviene il 30% della spesa privata in ricerca e innovazione investita ogni anno nel nostro Paese. Cosa fa l’associazione per favorire gli investimenti in R&S delle aziende rappresentate? Cosa dovrebbe fare invece il Governo e cosa chiedete alle istituzioni?
Federazione ANIE ha attivato da circa due anni lo “Sportello Ricerca” in collaborazione con una nota società di consulenza al fine di fornire ai soci un servizio gratuito che li guidi attraverso il complesso percorso da percorrere per avere accesso ai finanziamenti europei o nazionali alla ricerca e sviluppo. Il servizio nasce per aiutare le PMI, ma viene usato anche da quelle grandi aziende che in Italia non sempre sono strutturate per affrontare in autonomia i progetti di ricerca. Fondamentalmente lo sportello consiste in uno studio di fattibilità e poi nell’affiancamento del socio nella preparazione del progetto, nella sua presentazione e nel follow-up sino al raggiungimento, si spera, dell’obiettivo e quindi l’ottenimento del finanziamento. Da un punto di vista governativo gli ostacoli principali sono la frammentazione dei soggetti di riferimento (regioni e provincie, Ministero dello Sviluppo, Ministero della Ricerca, Ministero Ambiente, solo per citarne alcuni), l’eccesso di burocrazia e la scarsa durata dei piani di finanziamento. Su questi tre punti chiediamo quindi delle azioni concrete per semplificare la vita delle imprese che vogliono investire. ©ÈUREKA!
Specialmente in Italia, dove il comparto industriale è polverizzato in migliaia di piccole e micro imprese, il fare rete, unendo le forze anche alla ricerca della giusta dimensione d’azienda, è fondamentale sia per comprendere i mutamenti sia per rimanere competitivi.