Robotica cognitiva per la neuroriabilitazione: robot capaci di interpretare l’ambiente, le emozioni e le reazioni degli umani ed eseguire compiti di conseguenza.
Parte da queste premesse tecnologiche la collaborazione tra l’ospedale di neuroriabilitazione Fondazione Santa Lucia, primo IRCCS italiano per la ricerca in neuroscienze, e Oversonic, eccellenza italiana con sede in Brianza e in Trentino, specializzata nella progettazione e realizzazione di robot umanoidi cognitivi per l’industria e la sanità.
L’obiettivo è sviluppare ulteriormente RoBee rendendolo un supporto attivo alla neuroriabilitazione ospedaliera, alla comunicazione ed alla valutazione cognitiva in ambienti di cura.
Un progetto ad ampio spettro che aprirà nuove frontiere sull’interazione uomo-macchina e sulle potenzialità di sviluppo di una nuova generazione di “robot sociali”. Il progetto vedrà coinvolti un team di 12 esperti lato FSL, composto da specialisti della neuroriabilitazione, medici e ricercatori, e altrettanti ingegneri di Oversonic, che condurranno un percorso finalizzato all’integrazione di RoBee nell’operatività ospedaliera.
Tale percorso passerà attraverso una serie di fasi sperimentali con differenti obiettivi di ricerca. Sul piano della neuroriabilitazione, il robot umanoide affiancherà neuropsicologi e logopedisti in sessioni di neuroriabilitazione cognitiva per persone colpite da ictus cerebrale. Verranno in particolare sviluppati esercizi dedicati ad attenzione, memoria, linguaggio e funzioni esecutive.
Queste sono, infatti, le principali funzioni cognitive che necessitano di un percorso di neuroriabilitazione ospedaliera di alta specialità a seguito di una lesione del sistema nervoso: l’utilizzo del robot sarà quindi uno dei primi esempi di robotica applicata specificamente alla componente cognitiva dei pazienti, che spesso comporta disabilità più invalidanti rispetto a quelle motorie, facilitando il ritorno ad una vita autonoma.
In ambito di ricerca in neuroscienze, verranno realizzati alcuni esperimenti mirati ad analizzare le dinamiche cerebrali innescate dall’interazione tra umani e robot, i cui risultati consentiranno di ottimizzare i sistemi di intelligenza artificiale installati su RoBee nel suo utilizzo in ambito neuroriabilitativo e, più in generale in contesti relazionali.
Infine, verranno testate le funzionalità di RoBee in reparto, per attività di supporto agli operatori sanitari a favore dei pazienti (rilevazione parametri vitali, interazione verbale e segnalazione di eventuali emergenze) e assistenza al paziente (gestione appuntamenti e supporto alle relazioni dei pazienti con l’esterno).
“I ‘robot sociali’ sono destinati a divenire parte integrante della nostra vita”, afferma Fabio Puglia, Presidente di Oversonic. “A differenza dei robot di servizio autonomi, capaci di svolgere un numero limitato di compiti senza la supervisione umana, questi nuovi sistemi presentano abilità avanzate di manipolazione di oggetti e processi cognitivi simil-umani”.
“Attraverso ‘interfacce multimodali’, che combinano l’uso del linguaggio, dei gesti, delle espressioni facciali, RoBee è in grado di apprendere i comportamenti, per poi muoversi in autonomia: rappresenta il futuro di una tecnologia che non sostituisce l’essere umano ma mira ad essere efficace supporto e sostituzione solo per le operazioni più gravose e a rischio”, conclude Puglia.