HPE-Hewlett Packard Enterprise (www.hpe.com) porta le capacità HPC-High Performance Computing agli astronauti a bordo della Stazione Spaziale Internazionale (ISS), nell’ambito degli esperimenti condotti dal progetto Spaceborne Computer, il primo supercomputer commerciale lanciato nello spazio da HPE e dalla NASA per un test di resistenza e performance di un anno, capace di una potenza di calcolo di un TeraFLOPS (un trilione di operazioni in virgola mobile al secondo), già operante con successo a bordo della ISS (ndr: HPE è il primo fornitore di supercomputer a collaborare con la NASA per dotare la Stazione Spaziale Internazionale di un sistema informatico commerciale. Fonte: International Business Times, “HPE's Spaceborne Computer Installed On ISS, Achieves 1 Teraflop Speed”).
Dopo aver completato la sua missione di un anno dando prova di riuscire a resistere alle difficili condizioni dello spazio – come assenza di gravità, interruzioni improvvise dell’alimentazione e livelli imprevedibili di radiazioni – lo Spaceborne Computer aprirà ora per la prima volta in assoluto la possibilità di sfruttare le sue capacità di calcolo a bordo della ISS. In questo modo, gli esploratori e i ricercatori che lavorano nello spazio potranno effettuare analisi direttamente sul posto, anziché trasmetterle da Terra.
“La nostra missione è quella di fornire tecnologie innovative che permettano di raggiungere nuove frontiere, sulla Terra o nello spazio, e compiere scoperte rivoluzionarie mai immaginate prima”, dichiara il Dr. Eng Lim Goh, Chief Technology Officer e Vice President HPC and AI di HPE. “Dopo aver imparato importanti lezioni, grazie al successo del nostro primo esperimento con lo Spaceborne Computer, stiamo ora continuando a collaudarne le potenzialità rendendolo disponibile ai ricercatori della ISS e fornendo loro gli strumenti informatici che possono proiettare l’esplorazione spaziale a un nuovo livello”.
Attualmente, a causa delle limitate capacità informatiche disponibili sui mezzi spaziali, i calcoli necessari per completare i progetti di ricerca iniziati nello spazio vengono ancora elaborati sulla Terra. Se questo approccio è percorribile per ricerche compiute sulla Luna o in orbita bassa (LEO-Low Earth Orbit) – a una distanza da 650 a 1.600 km dalla superficie terrestre – dove la comunicazione con la Terra può avvenire in tempo quasi reale, i tempi di latenza delle comunicazioni si allungano invece, arrivando fino a 20 min in una sola direzione, andando più lontano nello spazio, verso Marte.
Ciò rende l’esplorazione spaziale difficoltosa e potenzialmente pericolosa qualora gli astronauti dovessero incontrare scenari mission-critical che non possano essere risolti direttamente da loro in modo indipendente. HPE sta affrontando queste sfide fornendo capacità di High Performance Computing (HPC) agli esploratori spaziali per mezzo dello Spaceborne Computer, per renderli autosufficienti.
Come? Velocizzando il time-to-solution per l’esplorazione spaziale, rendendo disponibili prestazioni HPC a bordo della ISS ed eliminando il tempo di latenza che interviene quando si trasmettono dati da e verso i centri terrestri e fornendo, inoltre, le capacità informatiche necessarie per effettuare analisi direttamente a bordo anziché dover dipendere dai team di ricerca a terra.
Inoltre, raggiungendo nuove frontiere nello spazio, rendendo disponibili capacità HPC nello spazio, Spaceborne permette ai ricercatori della ISS di preservare la bandwidth per le comunicazioni di emergenza. La soluzione consentirà di mettere alla prova i limiti della comunicazione nello spazio per colmare il gap di latenza nei viaggi verso Marte e oltre, dove una comunicazione affidabile sarà vitale in caso di eventi mission-critical.
E, per finire, accrescendo le scoperte attraverso la AI, HPE e la NASA mirano ad aumentare ulteriormente l’indipendenza degli esploratori grazie a insight più efficaci che permetteranno alle applicazioni di intelligenza artificiale e machine learning di effettuare nuove scoperte. Migliorare gli insight e la velocità accelererà le scoperte scientifiche non solo per lo spazio, ma anche per la nostra comprensione della Terra e dell’ambiente circostante.
“Lo Spaceborne Computer è un perfetto esempio di utilizzo della Stazione Spaziale Internazionale come leva per l’innovazione”, afferma David Hornyak, Responsabile Technology Demonstration Research portfolio ISS, NASA. “Spaceborn Computer è una soluzione commerciale finanziata e sviluppata da HPE che sta ridefinendo lo stato dell’arte del computing nello spazio, fornendo per la prima volta servizi commerciali di supercalcolo su un veicolo spaziale, dimostrando così capacità simili a quelle di cui NASA potrebbe aver bisogno di perseguire per l’esplorazione”.