Rockwell Automation ha organizzato a Chicago il proprio evento annuale “Automation Fair 2015”.
Il 18 e 19 novembre scorsi, Rockwell Automation ha organizzato a Chicago, nella capitale dell’Illinois, il proprio evento annuale, una fiera-convegno cui hanno partecipato oltre 13.500 visitatori e giornalisti da tutto il mondo. Si è parlato soprattutto di industria del domani. Come creare valore trasformando la propria azienda in una “connected enterprise”.
di Riccardo Oldani
Che gli americani siano abituati a fare le cose in grande è risaputo, ma la Rockwell Automation Fair ha dato davvero la misura di che cosa voglia dire “organizzare un evento” nel vero senso della parola. Anche Tecn’è ha partecipato, insieme ad esponenti della stampa tecnica di tutto il mondo, convenuti per l’occasione all’avveniristico McCormick Center, moderno e funzionale centro congressi della capitale dell’Illinois. Più che di una convention si è trattato di una vera e propria fiera dell’automazione, che Rockwell Automation (www.rockwellautomation.com) allestisce ogni anno in una città diversa e che in questa edizione ha raccolto 150 espositori, tutti partner del gruppo americano che ha coniato il concetto di “Connected Enterprise”, versione riveduta e corretta della Industry 4.0 e filo conduttore della manifestazione. Hanno partecipato oltre 13.500 visitatori, ai quali va aggiunto un folto drappello di giornalisti di tutto il mondo invitati, il 17 novembre, a una giornata interamente dedicata alla stampa. Tra gli espositori figuravano grandi gruppi, partner di Rockwell Automation come AT&T, Microsoft, Cisco, per quanto riguarda la parte informatica e delle comunicazioni, o come Fanuc, sviluppatore di robot, ma anche piccoli sviluppatori e OEM, tra cui alcune imprese italiane specializzate nella produzione di macchinari per settori di nicchia. Tra queste, la Cama di Garbagnate Monastero, in provincia di Lecco, è stata premiata per aver sviluppato la macchina più innovativa per il packaging di alimenti in scatole di cartone, all’interno di un contest organizzato ogni anno da Rockwell Automation tra tutti i suoi partner mondiali.
Keith Nosbusch, Presidente e CEO di Rockwell Automation.
EVOLUZIONE COSTANTE
La parte più evocativa dell’evento americano è stato lo spazio riservato alla stampa, in cui si sono succedute tre tavole rotonde, organizzate in forma di talk-show, su altrettanti temi di vitale importanza per le imprese: come creare valore trasformando la propria azienda in una “connected enterprise”, come garantire la sicurezza, in termini di protezioni dei dati e delle conoscenze, in un’azienda perennemente connessa alla rete, e come utilizzare l’analisi di dati in tempo reale per imprimere la direzione al cambiamento. I tre talk-show sono stati preceduti da una presentazione di Keith Nosbusch, Presidente e CEO di Rockwell Automation, che ha sintetizzato i punti chiave del concetto di “connected enterprise”, sottolineando come l’impostazione scelta dal gruppo sia “a prova di futuro”. “La nostra idea – ha detto Nosbusch – è mettere a disposizione delle aziende con cui lavoriamo un’architettura per l’automazione estremamente plastica, strutturata in modo tale da accogliere tutte le sue future evoluzioni senza bisogno di cambiare nulla nei sistemi o nei macchinari. Questo significa che con le soluzioni che abbiamo messo a punto per la Connected Enterprise ogni impresa può evolversi al passo con i tempi e può farlo con la velocità oggi richiesta dall’evoluzione tecnologica”. Perché ciò possa avvenire il gruppo americano non ha sviluppato un’unica soluzione, adatta alla piccola o grande scala, ma un insieme di soluzioni che si possono combinare tra loro anche in modo molto diverso. “Anche noi – ha osservato Nosbusch – quando abbiamo acquisito altre aziende che già avevano una loro organizzazione e gestione, non abbiamo spinto per standardizzare la loro attività sul nostro modello, perché sarebbe stato un errore e una perdita di ricchezza per noi. Piuttosto abbiamo incoraggiato i nostri tecnici ed esperti interni a muoversi tra le varie realtà del gruppo, per confrontarsi con la diversità e capire cosa significhi gestire un piccolo impianto oppure uno di grandi dimensioni. Tutto ciò nell’ottica, protesa verso il cliente, di avere a disposizione ogni strumento per l’automazione e di poterlo declinare sulla base di esigenze specifiche di ciascuno”.
Sujeet Chand, Senior Vice President e Chief Technology Officer di Rockwell Automation.
SISTEMI DISTRIBUITI
Una delle caratteristiche della Connected Enterprise è il gran numero di sensori o di sistemi in grado di raccogliere dati e di trasmetterli a un sistema di elaborazione centrale per valutarli e trarne informazioni utili. Questo concetto sottintende una serie di sviluppi fondamentali per Rockwell Automation. Innanzi tutto l’adozione di un’architettura DCS, cioè un sistema di controllo distribuito, in cui tutte le funzioni della macchina o della linea sono governate attraverso sistemi modulari, molto compatti e facilmente integrabili tra loro. “Sono soluzioni applicabili anche su piccoli impianti”, spiega Kristopher Dornan, PlantPAx Device Integration Manager di Rockwell Automation, “non solo su quelli di grandi dimensioni, e a prezzi accessibili, che rendono quindi attuabile e accessibile l’automazione avanzata anche alle piccole e medie imprese”.
John Nesi, Vice Presidente e responsabile per il Market Development di Rockwell Automation.
DATI DA INTERPRETARE
Un secondo aspetto della Connected Enterprise di Rockwell Automation è la produzione in tempo reale di dati sulla produzione e le performance delle macchine che possono ridurre in modo drastico i tempi decisionali, di cambiamento e di correzione delle inefficienze. “Non si tratta”, ha spiegato Sujeet Chand, Senior Vice President e Chief Technology Officer di Rockwell Automation, “di sommergere il management con una quantità enorme di dati, che poi sono anche difficili da analizzare, ma di selezionarli, in modo da fornire solo quelli necessari alle persone che ne hanno bisogno. A questo risultato si arriva attraverso una fase di progettazione del sistema, fatta con il cliente e mediante i nostri strumenti di analisi, facili da utilizzare e da capire”. Interessante al riguardo la testimonianza di Rick Schneider, presidente e CEO di Fanuc America Corporation, che ha spiegato come “attraverso la collaborazione con Rockwell Automation siamo stati in grado di avviare un sistema che ci informa ogni 90 secondi sul funzionamento di tutte le nostre macchine in funzione presso in nostri clienti, in modo da valutare le loro performance, prevedere eventuali problemi di manutenzione o di efficienza, perfino dare indicazioni per un loro impiego più efficiente”.
RETI A PROVA DI HACKER
La trasmissione di dati implica un terzo punto chiave della Connected Enterprise, e cioè la loro protezione. Rockwell Automation ha insistito particolarmente su questo tema durante i giorni dell’evento, anche a fronte degli impressionanti dati sul cybercrime che rivelano come furti di dati o intromissioni nei sistemi di sicurezza delle aziende siano all’ordine del giorno. Un aspetto sui cui troppe imprese sono ancora poco sensibili, ma che ha costi altissimi e che diventerà sempre più importante con l’aumento dei punti di connessione alla rete conseguente alla diffusione dell’Internet of Things. “Sulla sicurezza dei dati”, ha spiegato a TECN’È John Nesi, Vice Presidente e responsabile per il Market Development di Rockwell Automation “collaboriamo a stretto contatto con Cisco, a partire dalla protezione del nostro sistema informativo. Anche noi siamo continuamente attaccati dagli hacker, ma abbiamo raggiunto un sistema di protezione molto sicuro. In particolare abbiamo capito che è fondamentale per le imprese sapere dove sia il rischio e che cosa vada protetto. Quindi noi procediamo, con i nostri partner, con un assessment del rischio e poi con una protezione su vari livelli, che parte dalla protezione delle macchine e delle linee di produzione e prosegue poi con la formazione e sensibilizzazione del personale. Nella mitigazione del rischio informatico, infatti, molte cose si possono ottenere con le tecnologie, ma altre dipendono strettamente da come i processi siano stati concepiti e condotti e dalla preparazione del personale sui temi della cybersecurity”.
Rockwell Automation Fair 2015 è una fiera-convegno cui hanno partecipato oltre 13.500 visitatori e giornalisti da tutto il mondo. Si è parlato soprattutto di industria del domani.