Cefla e Gruppo ICM, assieme a DBA Group, stanno costruendo la “casa di Leonardo”, il 4° supercomputer più potente al mondo. Foto: ©Giacomo Maestri
Al via l’inaugurazione di Cineca, per festeggiare il grande traguardo raggiunto da Leonardo HPC, che, nella lista TOP 500, è il 4° supercomputer più potente al mondo. Cefla e Gruppo ICM, assieme a DBA Group, stanno costruendo la “casa di Leonardo”, all’interno dell’ex Manifattura Tabacchi a Bologna, il complesso realizzato da Pier Luigi Nervi 70 anni fa.
Cefla e Gruppo ICM, insieme ai progettisti di DBA PRO - dopo essersi aggiudicati la gara da 45 milioni di euro, indetta da Cineca, per la progettazione e la realizzazione delle opere di adattamento dei capannoni noti come “Botti”, all’interno dell’ex Manifattura Tabacchi di Bologna - stanno lavorando, dall’inizio dello scorso anno, per completare la casa del supercomputer Leonardo.
“Archiviare, ordinare, condividere, processare e interpretare questi dati, i cosiddetti big data, è diventata la grande impresa di oggi”, spiega Alessio Mauri, Direttore Tecnico di Cineca, che oggi è il maggiore centro di calcolo italiano.
“Con una potenza di calcolo fino a 250 milioni di miliardi di operazioni al secondo, il supercalcolatore finanziato da EuroHPC JU e Ministero dell’Università e della Ricerca avrà una capacità di archiviazione di oltre 100 petabyte e sarà al servizio di università, laboratori e aziende: potrà supportare la ricerca scientifica e il mondo produttivo nell’innovazione e digitalizzazione”, aggiunge Mauri.
“Il supercalcolo rappresenta oggi un fattore di spinta decisivo nella competizione economica, e non solo”, dichiara David Vannozzi, Direttore Generale di Cineca. “Per questo, Cineca si configura come hub europeo di riferimento per questo nuovo tipo di approccio ai big data. Oggi abbiamo posto le basi per entrare nella quarta rivoluzione industriale e rileggere la realtà, per modificarla attraverso il supercalcolo”.
Cefla - che oltre a realizzare gli impianti del datacenter è capogruppo di ATI, costituita con il Gruppo ICM per la parte edile e DBA per la parte progettazione - ha realizzato la “stanza dei bottoni” che ospita Leonardo, con i server e i sistemi di archiviazione, ordinati dentro una serie rack dal peso complessivo di oltre 340 t.
La sala, in cemento armato, è studiata per garantire la massima resistenza agli eventi sismici e agli incendi. Attraverso le griglie a pavimento esce l’aria che serve a raffrescare l’ambiente, mentre la maggior parte dei rack sono raffreddati ad acqua.
“La nostra esperienza nella realizzazione di datacenter è consolidata e siamo orgogliosi di aver preso parte a questo progetto”, dice Massimo Milani, Direttore della Business Unit Engineering di Cefla. “Il supercomputer funziona con 10 MW d’energia elettrica: per mantenerlo a temperatura costante di 32 °C sono necessarie quattro centrali. Il 95% del raffrescamento è ad acqua e il 5% ad aria”.
“Le centrali ricevono acqua calda e la raffreddano con drycooler per poi reimmetterla in circolo: si tratta di 1.000 metri cubi che scorrono nel sottosuolo, lungo quattro tunnel, all’interno di 5 km di tubature. Un altro aspetto rilevante è stato il fatto di dover gestire complesse esigenze impiantistiche all’interno di un edificio storico, con vincoli architettonici e strutturali da rispettare”, racconta Milani.
Al primo piano si trovano le centrali di trasformazione e distribuzione dell’energia elettrica, “dove sono stati posizionati 8 trasformatori da 2,5 MW da 6 t l’uno”, prosegue Samuele Pasini, Project Manager della BU Engineering. “Prima di installare il pavimento sopraelevato, per posizionare tutte le apparecchiature elettriche è stato realizzato un piano di carico provvisorio”.
Nelle stesse centrali si trovano i gruppi di continuità statici che, in caso di blackout, garantiranno 6 min di autonomia per consentire ai gruppi elettrogeni di entrare in funzione.
L’inaugurazione si terrà all’interno della botte B4 e per riscaldare il volume verrà utilizzato il calore prodotto da Leonardo. “L’impianto di riscaldamento è stato realizzato spillando acqua riscaldata dal supercomputer Leonardo, a circa 46 °C”, sottolinea Daniele Spada, capo commessa Cefla. “Attraverso uno scambiatore di calore vengono alimentate le batterie di due UTA - da 20.000 metri cubi ciascuna - che spingono l’aria calda delle canalizzazioni all’interno della botte B4”.
“Considerando 300 kW di potenza termica per 8 giorni di funzionamento (previsti da Cineca per gli eventi di questi giorni) si prevede un consumo di 57.600 kW/h. Se la stessa potenza si dovesse sviluppare con una caldaia a metano, in otto giorni verrebbero consumati circa 5.700 metri cubi di combustibile”, evidenzia Spada.
“Quest’opera è prestigiosa per l’Italia, capace di dare un aiuto significativo al mondo della ricerca, rispettando i principi oggi imprescindibili di sostenibilità ambientale”, afferma Gianfranco Simonetto, Presidente di ICM. “Abbiamo lavorato alle migliori e innovative soluzioni tecniche e progettuali per garantire il raggiungimento degli obiettivi qualitativi e di performance richiesti, con particolare attenzione alla sostenibilità ambientale e all’efficienza energetica con basso impatto ambientale”, conclude Raffaele De Bettin, CEO di DBA PRO.
“Il supercalcolo rappresenta oggi un fattore di spinta decisivo nella competizione economica, e non solo”, dichiara David Vannozzi, Direttore Generale di Cineca. Foto: ©Giacomo Maestri