CFI è l’associazione che, attualmente presieduta dall’imprenditore fondatore di Cosberg Gianluigi Viscardi, riunisce, dal 2012, tutti i portatori di interesse del manifatturiero avanzato in Italia.
L’andamento della produzione industriale disorienta, e comunque gli ultimi dati 2023 segnano un -2% rispetto all’anno precedente. Il supporto del PNRR non si sa in quali tempi si manifesterà, visto che Bruxelles rileva l’Italia ancora indietro su molte delle riforme richieste. Il PIL cresce poco, e la congiuntura internazionale è a dir poco incerta.
In questo quadro così difficile, è ancora più attuale la seconda e recentissima edizione della Roadmap del Cluster Fabbrica Intelligente (Cfi), vero e proprio “navigatore” per le imprese manifatturiere e per il decisore politico. Consente alle prime e al secondo di definire strategie per orientarsi in una realtà complessa, condizionata da molteplici sfide, e di investire in tecnologie coerenti con l’obiettivo di dar vita a una manifattura più reattiva, più resiliente e più avanzata.
Il testo completo della roadmap si può scaricare qui: la nuova roadmap del Cluster Fabbrica Intelligente, trend e soluzioni innovative del manifatturiero.
Qui, invece, si può trovare un video che in soli 4 min ne riassume efficacemente i contenuti: La roadmap del Cluster Fabbrica Intelligente, il navigatore per aziende e il decisore politico.
CFI è l’associazione che, attualmente presieduta dall’imprenditore fondatore di Cosberg Gianluigi Viscardi, riunisce, dal 2012, tutti i portatori di interesse del manifatturiero avanzato in Italia: aziende, regioni, associazioni, università ed enti di ricerca.
La precedente versione della Roadmap aveva concluso più di un anno fa il suo percorso quinquennale di validità operativa; la nuova “incorpora” tutti i fenomeni, i trend e gli eventi industriali, geopolitici e scientifici che attualmente incidono sulla manifattura.
La Roadmap è il frutto di mesi di lavoro dei Sette Gtts (Gruppi tematici tecnicoscientifici), che fanno capo al Comitato tecnico-scientifico di Cfi, presieduto dal professor Tullio Tolio del Politecnico di Milano. Ne fanno parte i migliori esperti accademici italiani nelle varie aree (designati dai rettori delle università appartenenti al Cluster), rappresentanti delle imprese, delle associazioni industriali, degli enti di ricerca, delle Regioni.
Secondo Tullio Tolio, tra le maggiori innovazioni della nuova Roadmap figura “l’introduzione di orizzonti temporali per consentire al decision maker di definire il modello d’intervento finanziario più opportuno e l’attenzione alle transizioni digitali e green”.
Per Gianluigi Viscardi “la Roadmap è un documento fondamentale per la manifattura italiana, e, pertanto, dovrebbe avere la più larga diffusione. Tiene conto di un insieme di documenti e di atti europei, come Horizon Europe, come il Chips Act o come Made in Europe”.
“Data la sua valenza strategica, abbiamo pensato di promuoverne la sua divulgazione non solo alle istituzioni e al mondo delle imprese, ma anche alle università e agli istituti tecnici, perché possa crescere una comune cooperazione nella costruzione del manifatturiero del futuro”, conclude Viscardi.
Scenari di riferimento
La Roadmap individua un insieme di “scenari di riferimento per il futuro”. Si tratta di sei “sfide” che già stanno attraversando la manifattura: si ritiene che nei prossimi anni assumeranno un rilievo ancor più imponente.
Il primo è quello della mobilità elettrica. Secondo la Roadmap, nel Belpaese abbiamo un ricco ecosistema sia di produttori di componenti elettrici che di elettronica di potenza; inoltre, possiamo contare sull’esperienza di alcuni poli per la progettazione e l’ingegnerizzazione dei prodotti.
Il secondo è quello dei nuovi modelli di consumo. Si pensi, ad esempio, alle vendite dei prodotti di lusso. Oggi si sono imposti i “pop up store” utilizzati dai brand per vendere direttamente sul social. Di fatto, grazie alla digitalizzazione, Il comportamento di acquisto online dei consumatori è cambiato in modo permanente, avendo superato gli ostacoli degli scorsi anni.
Il terzo è quello dell’economia circolare. Qui lo scopo è quello di mantenere il valore di beni, materiali e risorse il più a lungo possibile, reintegrandoli nella produzione quando hanno raggiunto la fine del loro ciclo di vita.
Il quarto è quello della gestione della conoscenza e di Internet of Actions. Quest’ultima è una soluzione che permette di condividere non solo informazioni, ma anche sensazioni e azioni, grazie alla presenza di sensori e attuatori intelligenti di nuova generazione.
Il quinto è quello delle piattaforme digitali. Sono le platform che consentono di far incontrare virtualmente consumatori e imprese per interagire e condividere informazioni, soddisfare i bisogni dei clienti e migliorare la capacità di gestire i processi delle aziende.
Il sesto è quello dei cambiamenti climatici. Si punta l’indice contro i combustibili fossili, e si definiscono scenari di sviluppo basati sulle rinnovabili (eolico, fotovoltaico, geotermico, idroelettrico, biomasse). Occorre sviluppare nuove tecnologie per la decarbonizzazione dei processi e per il settore energetico.
Il “navigatore” in tre mosse
I sei “scenari di riferimento per il futuro” generano una grande complessità: le aziende e il decisore politico sono chiamati ad elaborare strategie per contenere le aree di rischio.
Quanto alla strategia, la Roadmap offre un insieme di “linee di intervento” derivanti da necessità di mercato. Si tratta di modalità di risposta alle sfide, ai citati scenari; esattamente, sono la produzione personalizzata, la sostenibilità industriale, la valorizzazione delle persone, e l’alta efficienza e zero-defect.
Aziende e decisore politico sono chiamati a “riconoscersi” in una o più di queste azioni da intraprendere; ma nel caso in cui si intenda imboccare una di queste strade, occorre poi definire le tecnologie da sviluppare nei prossimi anni per conseguire il fine. Come fare, nella pratica?
Anche qui, interviene la Roadmap. Questa, infatti, prevede altre linee di intervento, indirizzate dalla tecnologia, che si incrociano con quelle guidate dalla necessità di mercato. Si tratta dei processi produttivi innovativi, della produzione evolutiva e resiliente, delle piattaforme digitali, modellazione, AI, cybersecurity. La Roadmap, cioè, ha una struttura particolare, con una matrice a doppia entrata: dall’intersecazione tra i due diversi tipi di linee d’intervento emergono le priorità della ricerca e dell’innovazione, e quindi gli abilitatori tecnologici da adottare.
Secondo Tolio, un elemento distintivo della nuova Roadmap “è la presenza di orizzonti temporali. Per ogni linea di intervento sono previste più priorità di ricerca e innovazione; e per queste si definiscono obiettivi a breve, medio e lungo termine. Queste indicazioni sono molto importanti per il decision maker, perché cambiano la tipologia e l’ammontare del finanziamento. Può capitare, peraltro, che il Miur si occupi di finanziamenti a lungo termine, mentre il Mimit di quelli a breve”.
Altro elemento distintivo, per Tolio, è “l’enfasi sull’interazione tra le due grandi transizioni economiche e sociali che stiamo attraversando, quella digitale e quella green. Si intrecciano e comportano una mole considerevole di problemi da risolvere; ma tutto ciò gioca a favore della manifattura italiana. Le aziende del Belpaese, infatti, danno il meglio di sé proprio quando si tratta di trovare rapidamente soluzioni innovative a mutazioni epocali. È accaduto così nel post-Covid, quando l’Italia è riemersa prima e meglio degli altri Paesi”.
“La Roadmap è un documento fondamentale per la manifattura italiana, e, pertanto, dovrebbe avere la più larga diffusione”, sottolinea Gianluigi Viscardi, Presidente dl CFI.