Paolo Soroldoni, Mechatronics CNC Manager di Mitsubishi Electric Italia (a sinistra), e Mauro Taiariol, Amministratore Delegato e fondatore di GWM Automation.
GWM Automation recupera vecchi torni multimandrino e li trasforma in macchine connesse di ultima generazione grazie all’impiego di controlli numerici ed elettronica di altissima qualità. A fornire questi componenti è Mitsubishi Electric.
di Riccardo Oldani
La scocca esterna è di un colore indefinibile tra un grigio chiaro e un beige pallido. Ma le scrostature e le macchie di sporco fanno intuire che il tornio multimandrino che abbiamo davanti ai nostri occhi ha visto giorni migliori. Le meccaniche interne, però, luccicano e paiono perfette. “Questo è uno dei migliori torni che si possano trovare sul mercato”, spiega Mauro Taiariol.
“Il numero di serie indica che è stato prodotto nel 1994”, aggiunge, dopo una breve pausa per fare un rapido calcolo. Così come un allevatore esperto definisce l’età di un cavallo dalla dentatura, allo stesso modo lui è in grado di datare le macchine semplicemente leggendo un numero. Non c’è da stupirsi. Da una vita Taiariol lavora con i torni multimandrino usati.
“Negli anni Ottanta ci limitavamo ad acquistarli e rivenderli, e gli affari andavano decisamente bene. Oggi li trasformiamo completamente da apparecchiature puramente meccaniche a macchinari elettronici oppure ibridi, cioè in parte elettronici e in parte ancora meccanici. È un lavoro più complesso rispetto alla semplice compravendita, che richiede tanto tempo e competenze profonde. È anche meno remunerativo, ma dà molta più soddisfazione”.
Un tornio multimandrino IMX in fase di ultimazione nell’officina di GWM Automation a Suisio (BG). Si tratta di una macchina a 6 mandrini con 7 assi X, 11 assi Z e ulteriori assi C e Y di apparecchiature opzionali.
MIX DI MECCANICA E DI ELETTRONICA
Quando dice “trasformiamo”, Taiariol si riferisce all’attività dell’azienda che ha fondato e di cui è Amministratore Delegato ereditando il mestiere che era stato di suo padre, dapprima produttore di torni lineari e poi, dopo che la sua fabbrica fu distrutta nella Seconda Guerra Mondiale, venditore di macchine usate.
Oggi, l’azienda fondata da Mauro Taiariol si chiama GWM Automation, ha la sua sede operativa a Suisio, vicino a Bergamo, e conta una trentina di addetti tra progettisti dell’ufficio tecnico, commerciali, tecnici e operai. Taiariol è un uomo alto, con spalle larghe da atleta, un sorriso gioviale e una grande comunicativa. Si capisce che è appassionato del suo lavoro, così come di vini, che produce da due ettari di vigneto nella sua tenuta di Castello degli Angeli: dimora storica e anche location per cerimonie, affidata alla sapiente gestione di sua moglie Marianna Suardi.
Se non c’è coinvolgimento in prima persona, del resto, è impossibile eccellere nel proprio lavoro. GWM Automation ci è riuscita perché svolge una funzione unica, come solo pochissime altre realtà al mondo. “Prendiamo vecchi torni multimandrino e li trasformiamo in nuovi macchinari ad alta tecnologia. Utilizziamo i basamenti di queste macchine eccezionali e riportiamo a nuovo le parti meccaniche. Tutto il resto lo produciamo ex novo, nella nostra officina. Ne escono torni multimandrino ad alte prestazioni e personalizzati, che rivendiamo sul mercato a prezzi estremamente concorrenziali”. Parliamo di cifre tra 700.000 e 800.000 euro contro un valore più che doppio delle macchine “originali” nuove.
Definire questa attività “rigenerazione” o “retrofitting” è riduttivo. I macchinari che escono da GWM Automation sono in realtà nuovi prodotti in cui, anche se il cuore meccanico ha attraversato anni di attività e milioni di cicli effettuati, tutto è riportato allo stato originario e viene poi integrato da elettronica, motori e controlli completamente nuovi.
Controlli numerici della serie M8V di Mitsubishi Electric, tra quelli più utilizzati da GWM Automation sulle sue macchine, tutte realizzate a partire da vecchi torni che vengono completamente rigenerati.
COLLABORAZIONE PREZIOSA
“Abbiamo coltivato in casa le competenze tecniche per riportare a nuovo la meccanica di questi torni”, spiega Taiariol, “ma il salto nell’elettronica è stato possibile grazie alla collaborazione con fornitori di altissimo livello, come Mitsubishi Electric, con cui abbiamo uno strettissimo rapporto di collaborazione. In particolare, del gruppo giapponese utilizziamo i controlli numerici delle serie M800 e C80, completi di azionamenti, motori, elettronica e di tutta la parte software collegata. Soluzioni non soltanto potenti, ma anche molto affidabili, stabili, facili da aggiornare a livello software, al punto che non ci hanno mai dato problemi di funzionamento da quando li utilizziamo”.
La collaborazione tra le due realtà è in effetti molto stretta. All’intervista che abbiamo organizzato nella sede di GWM Automation è presente anche Paolo Soroldoni, Mechatronics CNC Manager di Mitsubishi Electric Italia. Il gruppo è presente in tutto il mondo, quindi può teoricamente intervenire anche in caso di problemi su macchinari venduti in mercati lontani.
“Ma per quanto il nostro service sia strutturato e organizzato per risolvere i problemi in tempi brevissimi”, dice Soroldoni, “sui prodotti di nuova generazione non dobbiamo praticamente attivarci mai. Il passaggio dai CNC della Serie M7 alla Serie M8 ha segnato un grandissimo salto di qualità in questo senso. La mortalità dei prodotti è irrisoria e la vita media più lunga rispetto a qualunque altra soluzione sul mercato. Il nostro service, in effetti, è chiamato in causa quasi esclusivamente su macchine di almeno 25-30 anni”.
“Per noi”, commenta ancora Taiariol, “è di importanza strategica poter contare su un fornitore in grado di farci sentire tranquilli al cento per cento sulla qualità del prodotto. Per aziende piccole come la nostra non sarebbe possibile gestire frequenti chiamate per la manutenzione in giro per il mondo”.
Mauro Taiariol mostra un vecchio tornio multimandrino appena acquisito, da cui GWM Automation ricaverà una nuova macchina. A parte basamento e meccanica tutto, dalla carenatura all’elettronica, verrà realizzato ex-novo.
SFIDE AL DECIMO DI SECONDO
Tutti i componenti destinati all’automazione nel portafoglio Mitsubishi Electric vengono prodotti in Giappone. “Prima di uscire dai nostri stabilimenti”, dice Soroldoni, “vengono testati e verificati in ogni singolo aspetto. Quando dobbiamo lanciare una serie nuova di prodotti vogliamo sempre avere la certezza assoluta della loro qualità e affidabilità. Piuttosto ci prendiamo del tempo in più sullo sviluppo anziché fare le cose di corsa e lanciare sul mercato qualcosa di cui non siamo totalmente convinti”.
Del resto, l’elettronica ormai è divenuta assolutamente indispensabile anche in queste macchine da sempre ricercate per la loro alta produttività. “C’è voluto del tempo per convincere la clientela della necessità di questo passaggio”, spiega Taiariol. “Per molto tempo i clienti ci hanno detto che preferivano restare su soluzioni completamente meccaniche. Il dubbio era che l’elettronica non riuscisse a garantire la stessa velocità delle macchine tradizionali. Non dobbiamo dimenticare infatti che i torni multimandrino sono indispensabili per chi ha bisogno di fare grandi numeri, con tempi ciclo quanto più brevi possibili”.
“Ora però i componenti elettronici di ultima generazione sono diventati competitivi anche sotto questo aspetto. Mitsubishi Electric, per esempio, ha fatto passi da gigante in questa direzione. Al punto che oggi praticamente in ogni trattativa i clienti ci chiedono d’obbligo l’elettronica e il controllo numerico. Le sfide non sono semplici ma la nuova elettronica ci consente di affrontarle e di essere competitivi”.
“Faccio un solo esempio. Un nostro cliente importante usa torni multimandrino per produrre un piccolo pezzo metallico in 2,2 s. Non accetta in alcun modo tempi superiori. Ha commesse da decine di milioni di pezzi e sforare di soltanto un decimo sarebbe inaccettabile. Ora noi stiamo conducendo in casa test sulle nostre macchine per raggiungere questo tempo ciclo. Se ci riusciamo, cosa di cui non ho alcun dubbio, si aprirà per noi l’opportunità di un’importante commessa”.
Un tornio multimandrino IMH 32 a controllo numerico di GWM Automation appena ultimato.
VELOCITÀ, PRECISIONE E COMPETENZE
Il racconto di Taiariol spiega anche la filosofia con cui lavora la sua azienda, che in sostanza produce macchine su misura. Praticamente ogni commessa e ogni progetto fanno storia a sé. Anche se le tipologie di macchine prodotte sono sostanzialmente due, IMX e IMH, una tutta elettronica e l’altra in parte elettronica e in parte meccanica, ogni esemplare realizzato viene a lungo testato in azienda sul pezzo che poi andrà a produrre.
Soltanto dopo aver raggiunto le prestazioni richieste e dopo una produzione di diverse migliaia di unità il tornio viene considerato pronto per la consegna e installato nella sede del cliente. “Insomma”, dice Taiariol, “la partnership con Mitsubishi Electric ci ha consentito di introdurre l’elettronica su macchine che nella loro configurazione meccanica avevano già raggiunto una produttività eccezionale e di essere concorrenziali, aprendoci quindi grandi opportunità di mercato”.
Quali sono, poi, gli altri vantaggi di avere un controllo numerico sui torni multimandrino? “Senz’altro un elevato grado di precisione”, aggiunge Taiariol, “che comunque già si raggiungeva sui migliori torni meccanici. Ma un fatto importante è anche la carenza di personale specializzato, che impone l’impiego di macchine sempre più facili da governare. I ragazzi delle nuove generazioni non vogliono più imparare la meccanica di base, ma se vengono messi davanti a un computer apprendono subito”.
“Lo vediamo perché noi spesso formiamo il personale che dovrà lavorare sulle nostre macchine mentre le progettiamo e realizziamo. Suggeriamo al cliente di mandarci in azienda ragazzi giovani, anche se hanno poca competenza specifica, perché vediamo che in poche settimane siamo in grado di formarli perfettamente, e in loro troviamo un’alta capacità di apprendimento e volontà di imparare. Il processo è invece più difficile su personale esperto, che trova più difficoltà a passare da un metodo di lavorazione tradizionale a quello guidato dall’elettronica”.
Un dettaglio della meccanica e dei cablaggi di un tornio multimandrino di GWM Automation.
VERSO LA TRANSIZIONE 5.0
Ma soprattutto i CNC di ultima generazione consentono una gestione ottimale dell’energia e delle risorse che, unita alla ricostruzione delle macchine usate fatta da GWM Automation, contribuisce a dare un’impronta di sostenibilità ai prodotti e a tutta l’attività dell’azienda di Suisio. “Possiamo dire che i nostri torni rispondano in pieno ai canoni dell’Industria 5.0”, dice Taiariol.
Quindi, oltre che connessi e digitali, aiutano le aziende che li adottano a diventare sostenibili, umano-centriche e flessibili. La Commissione Europea, dopo aver supportato a lungo la transizione 4.0, ora sta lavorando intensamente per sostenere quella 5.0. A dicembre ha approvato, per esempio, l’allocazione di 6,3 miliardi del PNRR del governo italiano proprio per sostenere gli investimenti 5.0 nel biennio 2024/2025.
Un’altra macchina in fase di ultimazione nell’officina di GWM Automation. Si notano nel cabinet aperto le soluzioni di elettronica fornite da Mitsubishi Electric.
Mentre scriviamo non sono ancora uscite le linee guida che definiscono i crediti d’imposta per gli investimenti in macchinari o soluzioni 5.0 e quali caratteristiche debbano avere i beni acquistati per essere considerati tali.
“Ora per noi si tratta di capire se e come possiamo etichettare o certificare come 5.0 i nostri torni multimandrino”, dice ancora Taiariol. “Si tratterebbe di una svolta importante anche per sostenere le vendite, che per noi dipendono dalla capacità di convincere della qualità dei nostri prodotti soprattutto le piccole e medie aziende di tipo familiare. Quando parliamo con i titolari di queste imprese troviamo infatti una maggiore disponibilità a considerare i vantaggi di costi e di alta qualità delle nostre macchine rispetto a quanto avviene con grandi gruppi, in cui il management segue spesso criteri di scelta più conservativi ma anche molto più costosi”.
Il reparto di service di Mitsubishi Electric Italia. Vista la longevità dei componenti prodotti interviene quasi esclusivamente su controlli numerici di oltre 25 anni.
UN MODELLO DA SEGUIRE
“Le caratteristiche di sostenibilità e di risparmio energetico dei macchinari industriali”, conferma Soroldoni, “saranno sempre più ricercate dai clienti, in un mercato che dopo l’exploit del 2022 ora si sta stabilizzando. I dati più recenti sulla vendita di macchine industriali in Italia indicano una sostanziale tenuta, sostenuta soprattutto dall’export, che nel 2023 si attesta su valori paragonabili a quelli dell’anno precedente, mentre le vendite sul mercato italiano sono in forte calo. Una particolare attenzione è rivolta dai nostri produttori di macchine alla Germania e alla Cina, importanti mercati di destinazione che stanno facendo registrare una riduzione degli investimenti. Al contrario crescono gli Stati Uniti e altri Paesi, come India e Messico, dove però non è facile aprire importanti canali di business per le imprese italiane”.
“In ogni caso, realizzare macchine sempre più efficienti, flessibili e sostenibili è un obbligo sempre più stringente per le aziende della Penisola, e le nostre soluzioni per l’automazione possono rivelarsi un alleato prezioso. Secondo le stime di UCIMU - Sistemi per Produrre e di Oxford Economics le industrie tedesca e italiana mostreranno una buona stabilità per almeno due anni per poi riprendere a crescere dopo il 2025”.
Ma per agganciarsi a questo futuro treno i produttori italiani di macchine dovranno impegnarsi a fondo in tema di sostenibilità ed efficienza dei loro prodotti. Il modo in cui GWM Automation e Mitsubishi Electric collaborano strettamente nel perseguire questa strada potrebbe rivelarsi per loro un esempio prezioso da imitare. ©TECN’È
La fiancata di un tornio multimandrino GWM Automation con il CNC Mitsubishi Electric integrato.