Mini Motor è basata a Bagnolo in Piano, in provincia di Reggio Emilia, nel centro della Motor Valley emiliana.
Mini Motor Mechatronic Solutions produce motori e azionamenti da oltre 50 anni e ha fatto dell’innovazione, del costante miglioramento, dell’eccellenza costruttiva e della stretta collaborazione con il cliente il proprio biglietto da visita.
di Simona Recanatini
Si nasconde una vera e propria passione per la meccanica e per le soluzioni innovative dietro la storia di Mini Motor Mechatronic Solutions, azienda che da oltre 50 anni produce motori, motoriduttori, servomotori e azionamenti. Una storia scandita da tappe tecnologiche talmente rivoluzionarie, da anticipare persino troppo i tempi del mercato. Curioso, no? Ma andiamo con ordine. Tutto ebbe inizio nel 1965: siamo a Bagnolo in Piano, in provincia di Reggio Emilia, nel centro della Motor Valley emiliana. Proprio qui, per volontà di Gianfranco Franceschini e di altri quattro soci, venne fondata un’azienda per la realizzazione di motoriduttori per l’automazione residenziale (tende veneziane, tapparelle, cancelli elettrici…). All’epoca la clientela di questo genere di prodotti era formata per lo più da persone benestanti: un giorno montarono un cancello elettrico anche a casa di Anita Ekberg, la dolce musa di Federico Fellini, che dalla metà degli anni Sessanta stabilì a Roma la sua residenza.
Il marchio Mini Motor nasce ufficialmente nel 1974, momento in cui la produzione dell’azienda era orientata verso i motori elettrici per il settore industriale. “Nel corso del tempo la nostra azienda, che è una family business, ha realizzato differenti tipi di motoriduttori per svariati tipi di applicazioni. Ai tempi era insolito realizzare un motore elettrico e un riduttore perfettamente integrati, senza flangiature”, esordisce Andrea Franceschini, CEO dell’azienda, figlio del fondatore, il commendatore Gianfranco Franceschini. Il cambio generazionale definitivo al timone dell’azienda è avvenuto cinque anni fa, i processi decisionali oltre 10 anni prima, con l’ingresso della sorella Lorella, che oggi ricopre la carica di presidente.
Andrea Franceschini, CEO di Mini Motor, è figlio di Gianfranco Franceschini, fondatore dell’azienda.
FOCUS SUL PACKAGING
“Il core business di Mini Motor è improntato principalmente al mondo del packaging, su macchine automatiche ad alta velocità, in particolare nel Food&Beverage e nel cosmetico-farmaceutico, ma anche nella logistica. Il nostro è un prodotto di alta gamma e di alta qualità: usiamo materiali di prim’ordine che ci garantiscono la massima efficienza e la possibilità di preservare la bassa potenza dei nostri motori: arriviamo al massimo al kW di potenza. Nel mondo ci siamo sempre tenuti stretti la nostra nicchia nel mercato dei piccoli motoriduttori. Poi, crescendo la domanda per questo tipo di prodotto, è arrivata la concorrenza a basso costo ma anche quella dei produttori più grandi. Per dare una svolta al mercato abbiamo così iniziato ad aggredire dei segmenti ancor più di nicchia, per esempio costruendo dei moto riduttori con fattori di protezioni ambientali molto alti, applicazioni che i clienti non riuscivano ad affrontare con i prodotti standard. Così, circa 30 anni fa, siamo entrati in grandi multinazionali e ancora oggi alcuni dei nostri clienti tipo sono Tetrapak, IMA, Gruppo COESIA, SACMI, Schindler Ascensori”, ci spiega Andrea Franceschini.
La linea WBS nasce da un’evoluzione della linea DBS: si tratta di un servomotore brushless con azionamento integrato senza fili, grazie all’interfaccia wireless incorporata e alla presenza di una batteria a carica induttiva.
L’EVOLUZIONE DI UN PRODOTTO
Come accennavamo in precedenza, Mini Motor ha sempre prodotto sia la parte meccanica che elettrica. Dopo aver intrapreso varie strade, a un certo punto fu deciso di tornare agli albori unendo il motoriduttore all’elettronica. “Dal 2012 abbiamo iniziato a produrre una gamma di prodotti con azionamento integrato e bus di campo, che ci permettono di interfacciarci con tutti i grandi produttori di PLC, da Siemens a Rockwell Automation a B&R, ovvero con tutti i leader di mercato nel comando macchine automatico. Ci siamo ritrovati a produrre il cambio-formato che si è evoluto fino a diventare un motore brushless per la robotica ad alte prestazioni. Da qui si è creata una gamma completa, che ha contribuito a generare gli aumenti di fatturato a doppia cifra che hanno caratterizzato questi ultimi anni. Aggiungo che nonostante il Covid abbiamo chiuso il 2020 con un + 8% rispetto all’anno precedente, il target per quest’anno è chiudere a +20%. Certo, nel fatturato c’è sempre anche lo zoccolo duro della meccanica, ma il futuro è nella delocalizzazione dei drive e quindi nell’eliminare il quadro elettrico della macchina per poterlo posizionare sul singolo motore. I vantaggi? Meno costi, niente aria condizionata, un quadro più piccolo, chilometri di cavi e di catene portacavi in meno, solo per dirne alcuni”, spiega il CEO dell’azienda.
Lorella Franceschini, Presidente di Mini Motor, figlia di Gianfranco Franceschini, fondatore dell’azienda.
UN CONCEPT DA BREVETTARE
Questa è la fotografia attuale dell’azienda, che non smette mai di evolvere, sempre fedele al proprio DNA. Un’azienda che ha fatto dell’innovazione, del costante miglioramento, dell’eccellenza costruttiva e della stretta collaborazione con il cliente il proprio biglietto da visita. “A un certo punto ci siamo chiesti: perché non provare a togliere anche il cavo del bus di campo? Così abbiamo realizzato un’innovativa versione wireless proprietaria depositandone il brevetto in Europa e negli Stati Uniti”, spiega Franceschini. Si tratta della linea WDBS, che nasce da un’evoluzione della linea DBS: un servomotore brushless con azionamento integrato senza cavi bus, grazie all’interfaccia wireless incorporata. Questi motori sfruttano la tecnologia wireless ZigBee, utilizzata per il controllo remoto industriale, rete che si caratterizza per gli alti standard di sicurezza e minori interferenze. Il fulcro di questo sistema di comandi wireless è il concentratore, grazie al quale è possibile mettere in comunicazione il PLC e i motori.
DBS è il servomotore brushless con azionamento integrato firmato Mini Motor.
IL SOGNO DEL MOTORE SENZA CAVI
“Poiché il mio sogno era quello di creare un motore senza cavi, ci siamo spinti addirittura oltre e abbiamo tolto anche l’alimentazione, realizzando un motore wireless sia per alimentazione che per comando, tramite batteria a ricarica induttiva a distanza di 20/30 mm, il cui funzionamento è simile a quello del caricatore wireless dei cellulari. Al momento lo stanno testando dei clienti-pilota, ma quando lo introdurremo sul mercato in modalità standard potrebbe rivoluzionare totalmente la struttura di un macchinario. Pensiamo ai cavi dei motori delle macchine imbottigliatrici, per esempio, dotate di connettori rotanti, che hanno il grande difetto di ossidarsi e di portare alla perdita di connessione e al fermo macchina. Con questo prodotto si bypasserebbe questo problema ma il rischio, ancora una volta, è quello di essere troppo innovativi. Normalmente, infatti, si crea un prodotto per una determinata applicazione: noi invece abbiamo creato un prodotto e, paradossalmente, dobbiamo cercare un’applicazione per poterlo sfruttare perché un prodotto così non esiste nel nostro settore…”, ci spiega Andrea Franceschini.
Nel corso di quest’anno Mini Motor presenterà al mercato FC ovvero Fast Change, un cambio formato che a parità di coppia va al doppio di velocità degli altri prodotti.
SVILUPPO COSTANTE
Mini Motor, oggi, si è evoluta a tutti i livelli: operare con i grandi gruppi internazionali, per esempio, ha portato ad avere la tracciabilità delle materie prime e dei materiali, con approccio e metodi controllati, che si riflettono nella qualità del prodotto finale. “Ci tengo a sottolineare che il collaudo dei nostri prodotti non avviene a campione ma testiamo il 100% dei pezzi. Oggi il nostro ufficio tecnico è composto da una decina di ingegneri meccatronici, elettronici e meccanici oltre a un team di consulenti esterni. Abbiamo poi mantenuto al nostro interno due importanti lavorazioni di precisione, la rettifica e la lavorazione degli ingranaggi, robotizzando il 100% della produzione, ma l’assemblaggio finale viene svolto a mano. Con un prodotto così piccolo e di fronte a schede elettroniche super delicate, i collegamenti sono minuscoli, impossibili da affidare a un robot. La nostra azienda è una sorta di sartoria evoluta e ipertecnologica: il nostro è un prodotto di altissima qualità e circa il 60% della produzione è customizzato. Storicamente, la nostra carta vincente è stata proprio questa: avere alta tecnologia, un servizio di altissimo livello, un servizio ingegneristico che è cresciuto costantemente insieme ai servizi e all’assistenza. Tenere al nostro interno la progettazione elettrica, elettronica e meccanica ci permette di avere un DNA unico, che difficilmente si può ritrovare nelle grandi multinazionali”, spiega Andrea Franceschini. Mini Motor, di recente, ha attivato anche un ticketing system per velocizzare il servizio di assistenza: attraverso il CRM ricevono in maniera simultanea le richieste di assistenza tecnica e il ticket viene subito smistato alla persona di competenza. “Grazie all’evoluzione tecnologica dei prodotti riusciamo a risolvere la maggior parte dei problemi online, in video conferenza, parametrizzando il prodotto mentre sta lavorando sulla macchina: un tipo di servizio che non fanno in molti”, sottolinea Franceschini.
DRFPCF di Mini Motor, motoriduttore a vite senza fine con azionamento integrato, IP67 per applicazioni nel Food & Beverage.
IL CAMBIO-FORMATO
C’è un’ultima novità da raccontare: il cambio-formato. “Mini Motor ha un grande difetto: quello di voler ‘fare le cose fatte bene’ storica frase del fondatore Gianfranco Franceschini. E non siamo mai riusciti a realizzare un prodotto intercambiabile e competitivo a livello di prezzo. Oggi grazie all’elettronica ce l’abbiamo fatta. Abbiamo creato il ‘nostro’ cambio-formato, che lanceremo nel corso di quest’anno: si tratta di FC ovvero Fast Change, che a parità di coppia fa il doppio di velocità degli altri. Molti macchinari devono effettuare diversi cambi formato al giorno, alcuni addirittura un centinaio, quindi la velocità di cambio formato diventa fondamentale. E un esperto nel settore del motion come lo siamo noi che realizza il cambio-formato rappresenta una bella novità per il mercato. Novità che si concretizza in un prodotto di alta qualità e a un prezzo competitivo, con una maggior precisione e maggiore velocità, tutti parametri fondamentali in applicazioni di precisione”, spiega Franceschini. Sì, perché Mini Motor negli ultimi cinque anni ha approcciato anche un cambio di settore, spostandosi proprio verso il motion control. E qui si è aperto un mondo, con miriadi di applicazioni perfette per il proprio portfolio. La sfida tecnologica ha sempre appassionato un’azienda come Mini Motor, che non si è mai fermata e mai si fermerà. “Noi italiani dobbiamo essere innovatori, noi come Mini Motor rischiamo di esserlo troppo…ma siamo davvero orgogliosi di essere considerati da molti come un player da cui prendere spunto e sempre un passo avanti”, conclude Franceschini. ©ÈUREKA!
Motoriduttore brushless in acciaio inox IP69K.