Innovatec ha avviato dal 2013 il “Progetto Smart”, basato sull’offerta al mercato corporate e retail (abitazioni e PMI) di Smart Grid, efficientamento energetico e storage di energia.
Innovatec opera nei settori delle energie rinnovabili, proponendo tecnologie innovative, prodotti e servizi nell’ambito della generazione distribuita, dell’efficienza e dello storage. Il suo Presidente, Pietro Colucci, esponente della green economy in Italia da oltre 30 anni, ci guida all’interno del Progetto Smart e ci spiega come sia riuscito a superare le barriere tecnologiche che ne ostacolavano l’implementazione.
di Anna Guida
Un breve identikit di Pietro Colucci: 56 anni, laurea in Economia e commercio, entra a 22 anni nell’azienda di famiglia occupandosi di servizi ambientali. Nel 2000 lancia l’acquisizione della divisione italiana del gruppo statunitense Waste Management Inc. da cui nasce il Gruppo Unendo di cui è amministratore delegato fino al 2009. Nel 2008 acquisisce Schiapparelli 1824 S.p.A. che cambia nome in Kinexia (oggi Gruppo Waste Italia) ed entra nella holding Gruppo Sostenya, nata nel 2011. Oggi è Presidente di Innovatec (www.innovatec.it) e azionista di riferimento del Gruppo Waste Italia. Dal 2006 al 2011 è stato Presidente di Assoambiente e Vicepresidente di FISE (Federazione Italiana Servizi). Con l’ex ministro dell’Ambiente Edo Ronchi è cofondatore della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile. Sempre con Ronchi e con l’allora Ministro per l’Ambiente Corrado Clini, nel 2012 è stato promotore degli Stati Generali della Green Economy. Attualmente è membro del Gruppo Energia di Assolombarda.
D. La sua Innovatec, la principale azienda italiana nel settore dell’efficienza energetica, ha lanciato nel 2013 il Progetto Smart, la realizzazione di un network che integra il web, il controllo domotico e l’interconnessione di centinaia di produttori-consumatori di energia rinnovabile. In cosa consiste?
R. Si tratta di una complessa architettura sia hardware che software che mette online gli apparati di produzione di energia rinnovabile e dispositivi di consumo, sia domestici che industriali. Rientra in quella dimensione che viene oggi definita “Internet delle cose”. Lo si può considerare come il primo Social Energy Network italiano: è fondato sul web, sul controllo domotico e sull’interconnessione di centinaia di produttori-consumatori di energia rinnovabile. Il sistema, abbinato a una speciale batteria agli ioni di litio e perfettamente adattabile a impianti di piccola e media taglia, permette di poter controllare l’utilizzo dell’energia, accumularla, venderla quando viene pagata di più e azionare gli elettrodomestici quando il costo dell’energia è minore. La community, quando la legge lo permetterà, potrà inoltre scambiarsi l’energia attraverso internet senza pagare, attuando solo delle compensazioni a fine periodo di riferimento. Dico “quando la legge lo permetterà” perché oggi in Italia lo scambio di energia tra diversi soggetti via web senza passare dalla rete non è consentito. È quindi solo possibile scambiare informazioni e regolare i singoli impianti con domotica legata al sistema di telecontrollo ma non scambiare energia.
Il Progetto Smart è il “passo ulteriore” che Innovatec sta compiendo connettendo le aziende, le case, le istituzioni locali e regionali che serve per estendere alla comunità, intesa nel senso più ampio possibile, i vantaggi che oggi produce per i singoli. Il chilowattora è scambiato all’interno della community infoenergetica secondo logiche di vantaggio economico per i suoi membri. Attraverso Internet i dispositivi collegati al sistema di interconnessione (Smart Grid) si autogestiscono secondo principi di efficienza. I dati disponibili sulla rete, come le previsioni meteo o le quotazioni della borsa elettrica, possono influenzare le dinamiche di produzione, accumulo e cessione dell’energia. Il tutto governato da un sistema di management centralizzato che ne garantisce la massima performance e che trasforma tante Smart Home in una Smart Community. Grazie alle potenzialità offerte dall'Internet delle Cose e dal web oggi tutte le barriere tecnologiche che ostacolavano l'implementazione e la diffusione di questi modelli di autoproduzione e scambio di energia da fonti rinnovabili sono superate. Ormai non è più necessaria la prossimità territoriale tra i componenti della community per partecipare a questa “democratizzazione energetica”.
Pietro Colucci, Presidente di Innovatec.
D. È un sistema adatto sia alle abitazioni che alle aziende?
R. Certo, è pensato per entrambe, anzi proprio sulla convivenza di questi due attori fonda parte dei propri principi di efficienza. Alla base dell’intero Progetto Smart c’è un’idea semplice: le aziende utilizzano più energia durante le ore diurne e nei giorni feriali, proprio quando le abitazioni ad uso civile ne usano di meno e quindi possono cederla. Di sera e nei weekend, invece, sono le industrie ad averne un bisogno più ridotto e a potere, pertanto, rifornire le case.
Se per le abitazioni il servizio è abbastanza standardizzabile, per le imprese va però customizzato in base a diversi fattori. Se una famiglia può risparmiare il 55% sui propri consumi, per le aziende questa percentuale è molto variabile (e molto dipende dal tipo di gestione energetica di partenza).
D. A chi porta benefici tale progetto?
R. A tutti gli attori coinvolti. Alle famiglie, alle imprese, all’ambiente, al territorio. Porta vantaggi a così tanti attori che il legislatore si sta opponendo con tutte le sue forze…
D. Ci spieghi meglio…
R. Il Progetto Smart consente l’autonomia energetica basata su autoproduzione da fonti rinnovabili. In Italia però si tende a scoraggiare l’autoproduzione: si può produrre energia e utilizzarla, ma non si può venderla né “fare rete”. È evidente che esiste una preoccupazione di carattere generale: se tutti gli utenti si sganciassero dalla rete autoproducendo energia, la domanda che ci si pone è ovviamente chi pagherà gli oneri di sistema della rete elettrica nazionale. Per questo, nonostante i ripetuti proclami in pompa magna a favore di una politica di efficienza energetica, il governo sta andando in realtà in tutt’altra direzione. Proprio poco tempo fa il Ministero dello Sviluppo Economico ha annunciato l’eliminazione dell’esenzione dal pagamento degli oneri di sistema per l’energia autoconsumata. Significa che prelevare tanta o poca energia dalla rete non farà più differenza, perché comunque i costi da sostenere non sarebbero più proporzionati ai consumi. Una mossa senza senso: anziché premiare le imprese e le famiglie che investono in impianti autoconsumo ed efficienza energetica, le si punisce. Il comportamento del Ministero appare tanto irragionevole da sembrare schizofrenico. Tutta la normativa comunitaria va nella direzione opposta. E dato che l’autoproduzione è alimentata prevalentemente da fonti rinnovabili, disincentivarla significa voler dare vantaggio alle fonti fossili tradizionali. È l’ennesima conferma di una strategia energetica miope per il nostro Paese. Un vecchio adagio disse: “Una visione senza un piano è un sogno e un piano senza una visione è un incubo”. In Italia negli ultimi 20 anni siamo riusciti a fare entrambe le cose.
Alla base del Progetto Smart c’è un’idea semplice: le aziende utilizzano più energia durante le ore diurne e nei giorni feriali, quando le abitazioni ne usano di meno e quindi possono cederla. Di sera e nei weekend, invece, sono le industrie a poter rifornire le case.