I treni della linea M4 della metropolitana di Milano, che collega l’aeroporto di Linate, sono realizzati da Hitachi Rail. Ogni convoglio può trasportare fino a 600 passeggeri.
Dal 4 luglio è in esercizio la tratta della metropolitana M4 di Milano, sistema senza conducente più avanzato d’Italia. Hitachi Rail è la “mente” tecnologica di questa realizzazione che Barbara Ferrari, Manager del Gruppo, descrive negli aspetti principali.
di Riccardo Oldani
I milanesi l’hanno aspettata a lungo una via di collegamento veloce tra il centro della città e l’aeroporto di Linate, stufi di affidarsi ad autobus spesso bloccati dal traffico di superficie. E, finalmente, il 4 luglio scorso la loro attesa ha avuto una risposta. È stato quello, infatti, il giorno dell’inaugurazione del tratto della M4, o Linea Blu, tra piazza San Babila e lo storico scalo della città. Una parte fondamentale nello sviluppo del progetto è stata ricoperta da Hitachi Rail, che non solo ha fornito i treni a guida autonoma ma anche il sistema di segnalamento, la terza rotaia, le tecnologie di telecomunicazione e i sistemi di tariffazione e controllo degli accessi.
LA PIÙ AVANZATA IN ITALIA
Barbara Ferrari, Director Central Eastern Europe & Turkey and Italy Sales Rail Transit di Hitachi Rail, ci racconta gli aspetti principali di questa realizzazione.
“La M4 di Milano è in questo momento la più avanzata che abbiamo in Italia e l’unico sistema CBTC driverless. Ci sono, nel nostro Paese, anche altri sistemi senza conducente, sempre a Milano, ma anche a Brescia, Roma e in altri centri. Ma si basano su una tecnologia diversa. Per la Linea Blu la soluzione utilizzata è il Communication Based Train Control (CBTC appunto), che permette una comunicazione continua terra-treno e, quindi, il blocco mobile. Vale a dire che, a parità di caratteristiche della linea, è possibile aumentare la capacità di emissione dei treni e quindi il numero di convogli contemporaneamente in movimento. Il blocco mobile consente infatti di svincolarsi dalle sezioni di blocco legate ai circuiti dei binari”. La conseguenza diretta dell’applicazione di questo sistema, di livello GoA4 (cioè driverless senza alcun operatore a bordo e completamente automatico), è che i treni possono partire con un cadenzamento più fitto, fino a 160 secondi nelle ore di punta e che quindi aumenta il volume dei passeggeri trasportati. “I treni della M4”, dice Ferrari, “hanno una capienza di 480 passeggeri che può arrivare a un massimo di 600. Attualmente sono 14, per servire i 7 km di tratta già aperti con 8 fermate. Ma quando l’opera sarà completata, nel 2024, i 15 km e le 21 stazioni saranno serviti da 47 convogli, per un volume massimo di 24 mila passeggeri l’ora per ogni senso di marcia”. In questo modo Milano sarà “liberata” da almeno 4,43 milioni di tragitti in auto ogni anno, con un beneficio stimato, in termini di minori emissioni prodotte, di 10.310 t di anidride carbonica e di 1.511 kg di particolato PM10 che non finiranno nell’aria respirata dai milanesi.
L’impianto produttivo di Reggio Calabria, dove Hitachi Rail produce i treni della linea M4. In tutto 47 convogli, di cui 14 sono già in servizio dal 4 luglio scorso.
PRODOTTI IN ITALIA
I treni della M4 sono tutti costruiti in Italia nello stabilimento di Reggio Calabria, un grande impianto dove vengono realizzati anche veicoli destinati all’estero e all’avanguardia per quanto riguarda le tecnologie di produzione adottate. “Hitachi Rail è particolarmente focalizzata su innovazione e sostenibilità”, dice Barbara Ferrari, “che non solo caratterizzano i nostri prodotti, ma che applichiamo anche ai nostri siti produttivi, con l’obiettivo di distinguerci come ‘climate change innovators’. Quindi innovazione e digitalizzazione riguardano anche tutte la filiera manifatturiera e lo sviluppo delle soluzioni non prettamente hardware”.
SICUREZZA MASSIMA
Grande attenzione è stata posta anche alla sicurezza. “I nostri sistemi”, dice Ferrari, “rispondono allo standard SIL4 (Safe Integrity Level 4), il più elevato possibile. Qualora per esempio si verificasse un problema sulla linea il sistema automaticamente attiva le operazioni di frenatura e fermata. Le stazioni sono tutte dotate di porte di banchina, previste dal sistema CBTC driverless, che impediscono alle persone di attesa di avere accesso alla sede dei binari. Solo quando il treno si è fermato completamente in stazione il sistema apre le porte, allineate perfettamente a quelle del convoglio. Quindi la sicurezza fisica dei passeggeri è sempre garantita. Sistemi di telecamere e di sicurezza monitorano poi continuamente tutta la linea”.
“Per quanto riguarda il controllo degli accessi, avviene attraverso varchi in cui si può passare solo se si è muniti di biglietto cartaceo, smart card, carta di credito o anche QR code. Si può così avere un sistema di bigliettazione check-in/check-out che consente sempre di calcolare con precisione la tariffa in base alla distanza percorsa e quindi effettuare correttamente gli addebiti a chi paga con carta di credito”, aggiunge Ferrari.
Treni della linea M4 in stazione. Grazie al blocco mobile possono partire con un cadenzamento di soli 160 secondi nelle ore di punta.
IL FUTURO DELLA MOBILITÀ INTEGRATA
Su questo fronte, e non soltanto sulla tecnologia dei treni, Hitachi Rail è un importante innovatore. L’esperienza più avanzata attualmente in funzione in Italia, a Genova, è la app GoGoGe, che utilizzando la tecnologia Bluetooth degli smartphone consente ai viaggiatori di far scattare la tariffazione non appena mettono piede su un mezzo pubblico, sia esso una funicolare, un autobus, la metropolitana o uno degli ascensori cittadini. Non solo. Si verifica anche un’integrazione totale con la rete ferroviaria, con i parcheggi e con i sistemi di car sharing. Un genovese, ma anche un turista, può così usufruire appieno di tutto il sistema di trasporto pubblico locale, senza doversi preoccupare di acquistare biglietti diversi in base ai mezzi scelti o di calcolare le tariffe, esercizio spesso complesso quando gli spostamenti avvengono su tratte interurbane. ©TECNeLaB
L’interno di uno dei treni appena consegnato. Completamente driverless, questi mezzi non hanno bisogno di alcun operatore a bordo.