Il traguardo del mezzo secolo è stato festeggiato da Kawasaki Robotics, storico partner di Tiesse Robot, in un’area di circa 1.200 metri quadrati coperta allestita alla fiera internazionale IREX, svoltasi a Tokyo, in Giappone.
Nell’ambito della fiera internazionale IREX, svoltasi dal 29 novembre al 2 dicembre dello scorso anno a Tokyo, in Giappone, Kawasaki Robotics, storico partner di Tiesse Robot (www.tiesserobot.it), non solo ha presentato importanti novità tecnologiche, come i due nuovi robot RS7N e RS7L e il nuovo BX200X a polso cavo, ma ha colto l’occasione per celebrare un significativo anniversario: 50 anni di attività come costruttore di robot industriali.
Il traguardo del mezzo secolo è stato festeggiato in un’area di circa 1.200 metri quadrati coperta, all’interno della manifestazione. La storia di Kawasaki, nel settore robotica, inizia nel 1968 con la firma di cooperazione con Unimate. Sempre dello stesso anno è la fornitura del primo robot idraulico costruito in Giappone per operazioni di saldatura a punti nell’industria automobilistica.
La sinergia con Unimate ha portato in seguito, nel 1981, alla presentazione dei robot a comando elettrico Puma, mentre un altro passo di rilievo è stata la proposta, nel 1989, della serie JS, robot con portata di 10 kg progettati da Kawasaki senza parallelogrammi di comando, soluzione che ha fatto da apripista per altri costruttori di robot, così come per i robot da 165 kg serie EX.
Chiaramente, la gamma Kawasaki oggi si articola in una ben più vasta serie di robot che vanno da 3 a 1.500 kg di portata, e con robot specifici per il settore medicale-farmaceutico e per il settore clean-room. Anche i sistemi di controllo hanno seguito l’evoluzione concettuale della parte relativa al braccio robot e oggi il controllore F60 per i robot sino a 10 kg di portata è il riferimento sul mercato per dimensioni e peso.
Oltre a presentare l’ampliamento della propria gamma di robot, Kawasaki Robotics ha voluto amplificare alla fiera nipponica la volontà di proseguire la produzione di robot collaborativi, proponendo i modelli Duaro 2 e 3 e firmando un rapporto di collaborazione con ABB per la ricerca congiunta di protocolli di sicurezza e comunicazione, procedendo in parallelo con lo sviluppo di un concetto originale di Coworking tra robot e operatore.
Tale concetto, denominato “Successor”, va applicato alle linee o a una singola cella dove, per rispondere all’attuale diminuzione di manodopera specializzata, si è pensato di abbinare ai robot dei dispositivi di guida remota e dei pacchetti di intelligenza artificiale che permettono agli operatori specializzati di trasferire i propri skills ai robot stessi, non eseguendo operazioni di vera e propria programmazione, bensì operando in remoto da aree di sicurezza.
In concreto, grazie a un dispositivo chiamato “Communicator”, l’operatore può movimentare uno o più robot della medesima linea per operazioni che in realtà richiederebbero un’elevata capacità di programmazione, il tutto agendo semplicemente sul dispositivo che, di ritorno, conferisce all’operatore le medesime “sensazioni” del robot nell’operazione svolta.
Ad esempio, una sensazione di “forza”, di “vibrazione” o di segnali sonori di allarme, se il robot sta forzando o interferendo. Eseguita un’operazione, il robot ne ripete esattamente le sequenze e le modalità. L’intelligenza artificiale permette poi che il robot possa trasferire quanto appreso da un operatore specializzato a un altro non specializzato, quindi non fornito delle stesse competenze.
Le applicazioni cui potrà far fronte una simile isola robotizzata sono molteplici: dall’assemblaggio alla verniciatura di particolari piccoli o grandi, fino alla manipolazione e alla sbavatura di getti. L’intelligenza artificiale consente infatti di captare le procedure che l’operatore specializzato ha realizzato per eseguire le operazioni cui è dedicato. Parliamo di uno sviluppo che permetterà in futuro, tramite simulatori, d’eseguire il training per operatori non specializzati, ovvero di formare nuovi operatori attraverso l’utilizzo delle stesse macchine robotizzate.
Un nuovo ambito di sviluppo riguarda poi i robot umanoidi – a IREX sono stati presentati i primi prototipi – e soluzioni integrate per sale chirurgiche, per le quali Kawasaki è parte di una joint-venture nella società Medicaroid, che immetterà sul mercato tavoli chirurgici a 6 e 7 assi e robot chirurgici da 1 a 4 bracci, oltre che soluzioni robotizzate per TAC e trattamento localizzato di tumori con radiazioni focalizzate: un settore che avrà un forte sviluppo in un breve lasso di tempo.
Ulteriori novità, oltre a quelle decisamente avveniristiche qui menzionate, verranno presentate nel corso del 2018, a dimostrazione non solo della longevità del grande costruttore giapponese, ma anche, e soprattutto, della sua capacità di innovare costantemente, precorrendo le più avanzate frontiere tecnologiche e nei campi ormai più svariati.
La gamma Kawasaki si articola oggi in una vasta serie di robot che vanno da 3 a 1.500 kg di portata, con robot specifici per il settore medicale-farmaceutico e per il settore clean-room (vedi foto).
In ambito IREX, Kawasaki Robotics ha confermato la volontà di proseguire lo sviluppo di robot collaborativi proponendo i modelli Duaro 2 e 3.