Luigi “Bepe” Pastrello ha una storia commovente. Burattinaio autodidatta, artigiano e artista, nel corso della sua carriera ha fatto emozionare decine di migliaia di bambini con i suoi teatrini e coi pupazzi realizzati di sua mano. È morto nel 1991, talmente povero che per pagarsi il loculo dovette donare tutta la propria produzione artistica al Comune di Castelfranco Veneto, che, dallo scorso mese di dicembre ha aperto una mostra in suo onore per ricordarlo nella sede del Museo Giorgione, aperta fino al prossimo 22 marzo: “Di qua e di là dal mondo-Umani e non umani nei burattini di Bepe Pastrello”.
Nell’occasione, 3DZ, azienda di Castelfranco Veneto, nel Trevigiano, leader nella vendita dei più prestigiosi brand mondiali di stampanti e scanner 3D, ha partecipato alla realizzazione del burattino tra i più grandi al mondo. Si tratta dell’autoritratto che l’artista fece di sé stesso, che a volte usava nei suoi show. L’originale è un mezzobusto grande poco più di una mano, circa 20 cm. L’azienda castellana ha scansionato tale opera con le ultime tecnologie del 3D, le più evolute sul mercato. E il risultato è stato eccezionale: è la prima volta che un’opera d’arte di questa tipologia viene scansionata; la sfida tecnica è stata elevatissima ed è riuscita a portarla a termine uno scanner spider di Artec 3D.
Dopo la scansione è seguita la fresatura con un braccio meccanico, a opera di Printmateria s.r.l. , di enormi blocchi di polistirolo che, alla fine, hanno generato un faccione grande 4 m che spunta dal tetto del Museo Casa Giorgione, poggiandosi su una struttura a mo’ di teatrino, realizzata da Giancarlo Baggio. Infine, i colori sono stati stesi dallo storico artista Alessandro Gatto, che conosceva Pastrello di persona e che l’agenzia Otium che ha supervisionato il progetto, ha scelto per dare eternità all’opera.
“Siamo orgogliosi di aver partecipato a questa sfida artistica”, spiega Gianfranco Caufin di 3DZ Treviso. “Il risultato è eccezionale e prova ancora una volta che la scansione 3D ha utilizzi ancora inesplorati. Pensiamo ad esempio a tutte le opere d’arte da conservare e proteggere in casi di inondazioni, come è capitato a Venezia. La memoria digitale dell’opera ne garantisce la conservazione eterna e la possibilità di una riproduzione su supporti diversi per renderla, ad esempio nel caso di Pastrello, più grande e popolare per il pubblico”.