Il convegno “The Surface Treatment’s Future” di PoliEFUN è organizzato in due giornate: la prima, svoltasi il 23 settembre, dedicata ai rivestimenti superficiali organici; la seconda, programmata il 15 dicembre, sui trattamenti superficiali inorganici. Nella foto di anteprima: sostenibilità e informatica sono tematiche al centro del dibattito nel convegno di PoliEFUN.
Il 23 settembre si è svolto al Politecnico di Milano un convegno-tavola rotonda sui trattamenti superficiali, con al centro il grande tema della sostenibilità, trasversale a ogni settore della società, e le innovazioni nel campo informatico. Ma perché l’accoppiamento tra sostenibilità e informatica? Tale accoppiamento può sembrare forse azzardato o fuori dai canoni.
Esaminando però quanto è stato pubblicato nella letteratura scientifica, ad ampio raggio, ci si rende conto che esistono tra tutti i settori sinergie che aprono nuovi scenari e che oggi il modo di lavorare è trasversale: discipline di settori tecnico-scientifici considerati distanti, fino a oggi non interagenti, sono ora insiemi sovrapponibili, per lo meno fino a certi livelli di profondità d’analisi.
In particolare, le tecnologie ICT, AI, e IoT, in tutte le loro specificazioni, condizionano il modo di lavorare, determinano l’innovazione, la accelerano tanto che non riusciamo a distinguere un punto d’arrivo.
Già nel 2018 alcuni sociologi affermavano che era iniziata, anzi la stavamo vivendo, la 4a rivoluzione industriale. Basandosi sulla disponibilità diffusa di tecnologie digitali che sono state il risultato della 3a rivoluzione industriale, o digitale, la 4a rivoluzione industriale è guidata in gran parte dalla convergenza d’innovazioni digitali, elettroniche e fisiche.
A che punto siamo nel settore del trattamento superficiale? Di certo l’industria degli impianti da tempo si sta rinnovando, sfruttando una digitalizzazione estesa a quasi tutti i processi. La complessità del settore del trattamento, che comprende attività nella scienza dei materiali, dell’ingegneria chimica e dell’ingegneria meccanica influenza il ritmo della rivoluzione: vi sono settori dove si è avanti, altri che seguono a rilento.
Nella scienza dei materiali, ad esempio, di quelli che servono per il trattamento superficiale, settore vicino alla chimica e alla fisica, l’interazione con le discipline informatiche va avanti piano, ma con risultati significativi.
L’incontro è stato organizzato in due appuntamenti: il primo, che si è svolto il 23 settembre scorso, dedicato in particolare ai rivestimenti superficiali organici. Il secondo, che si terrà il 15 dicembre, sarà incentrato sui trattamenti superficiali inorganici.
La “formula” pensata per questi momenti vuole essere un tentativo di riaffermare l’efficacia culturale di un confronto in presenza rispetto a un incontro online. Nel corso dei due appuntamenti vengono trattati argomenti completamente dedicati alla sostenibilità dei prodotti vernicianti, come i biomateriali, o il riciclo di scarti organici da rifiuti, e altri già orientati a un’innovazione più spinta, sull’onda di tecnologie informatiche quali quelle di processo.
Il valore del convegno sta nell’esplorare un’interazione delle tecnologie del trattamento superficiale con quelle “invadenti”, fare il punto e discernere i settori (ricerca, formulazione, applicazione, caratterizzazione) che possono trarne vantaggio e quali no. Alcuni reparti del settore dei trattamenti superficiali sono influenzati dalle tecnologie informatiche, mentre altri si stanno affacciando ora.
Era giusto, secondo PoliEFUN, che da sempre associa i paradigmi culturali agli interessi industriali, esaminare questa rivoluzione (la quarta) alla luce della linea obbligata della decarbonizzazione. Sempre più spesso l’estrazione dei dati dalle azioni empiriche e dai servizi tradizionali, la loro finalizzazione, ovvero l’utilizzo dei big data, viene associato all’azione di sostenibilità ambientale.
Per raggiungere i propri obiettivi di decarbonizzazione, le aziende energetiche debbono ripensare i propri modelli di business e applicare insiemi di tecnologie e strumenti mantenendo la propria competitività. Negli ultimi anni, il settore ha sviluppato un’ampia gamma di soluzioni tecnologiche di decarbonizzazione efficaci. Queste saranno cruciali, ma richiederanno anche tecnologie che sono ancora in fase di sviluppo e che necessitano di complesse sfide ingegneristiche per essere risolte.
Le due linee, quella legata all’AI e quella legata alla decarbonizzazione, non possono che procedere insieme, sostenendosi vicendevolmente.
Oggi più che in passato la trasversalità delle conoscenze è connotazione di crescita, che esiste, è reale, è un sovrapporsi di insiemi di saperi che formano un nuovo ambiente di unità interattive che si influenzano a vicenda, corroborandosi con una forte sinergia, mai vista prima nella coesistenza delle scienze che pure è stata sempre riconosciuta.
Se ne è parlato con un occhio a quello che potrà accadere, al futuro, per l’innovazione, si tornerà a parlarne ancora il 15 dicembre.
Concludendo questo intervento su TECNeLaB, il Prof. Paolo Gronchi, cita la definizione di un grande scienziato, Marco Somalvico, del Politecnico di Milano, che per primo affermò l’importanza dell’intelligenza artificiale.
“L’intelligenza artificiale è essenzialmente una tecnica statistica per ottimizzare le cose che le aziende già fanno bene. Mentre i dipendenti generalmente possiedono intuizione e abilità eccellenti per fornire un lavoro professionale, il motore del computer fa un ulteriore passo avanti analizzando grandi set di dati e scoprendo modelli per ulteriori miglioramenti. Questo strumento digitale, abbinato al cervello umano, può perforare i problemi più in profondità e scoprire correlazioni più imprevedibili di quanto potrebbero fare gli umani da soli”. (a cura di Paolo Gronchi per conto di PoliEFUN)
È giusto, secondo PoliEFUN, che da sempre associa i paradigmi culturali agli interessi industriali, esaminare la quarta rivoluzione industriale alla luce della linea obbligata della decarbonizzazione.