Con un giro d’affari in crescita costante, la storia di Pneumax inizia nel lontano 1976.
Audacia, costanza e lungimiranza sono i pilastri di una strategia aziendale proiettata verso il futuro, che ha trasformato Pneumax da piccola realtà nata nella seconda metà degli anni Settanta al Gruppo di oggi, che controlla 21 società e che occupa una posizione di assoluto rilievo nel panorama mondiale della componentistica per l’automazione pneumatica.
di Elisa Maranzana
“La filosofia della nostra azienda è quella di non arrendersi mai e continuare a essere sempre più competitivi”. Con queste parole Roberto Bottacini, patron del Gruppo Pneumax (www.pneumaxspa.com), ha aperto la conferenza stampa dello scorso 4 maggio dedicata ai quarant’anni dell’azienda bergamasca che nel tempo, passo dopo passo, si è ritagliata una posizione di assoluto rilievo nel panorama mondiale della componentistica per l’automazione pneumatica. Come? Con pazienza, passione, costanza, tenacia e coraggio. Ma anche con lungimiranza, per aver saputo fare le scelte giuste al momento giusto, continuando a investire e credere nella propria impresa anche in tempi di crisi, andando in assoluta controtendenza rispetto a buona parte delle altre realtà.
C’ERA UNA VOLTA...
Con un giro d’affari in crescita costante, la storia di Pneumax inizia nel lontano 1976, quando Giuseppe Beretta e Roberto Bottacini costituiscono il primissimo nucleo dell’azienda a Lurano, in provincia di Bergamo. Passano gli anni e l’azienda cresce, trasformandosi nel Gruppo Pneumax Holding S.p.A. di oggi che controlla 21 società, di cui due produttive italiane, 13 commerciali estere e 6 commerciali italiane. Di pari passo con l’azienda, si amplia anche la sede operativa. Il quartier generale di Lurano oggi occupa una superficie totale di 94.000 m, di cui 54.000 metri quadrati coperti, e ospita macchinari di ultima generazione che consentono di produrre con estrema flessibilità e precisione tutti i componenti per le linee di assemblaggio. Solo in questi stabilimenti oggi lavorano circa 360 persone, che salgono a un totale di circa 600 se si considerano anche le filiali estere del Gruppo.
“La nostra è una azienda che non delocalizza la produzione e che lo non lo farà mai”, ha affermato con orgoglio Bottacini. “I nostri prodotti hanno un contenuto tecnologico di un certo livello e pertanto vogliamo che il know-how e la proprietà intellettuale di quello che facciamo restino in azienda. Una realtà come la nostra che opera in un settore tecnologico, inoltre, deve necessariamente evolvere continuamente, trovando possibilità di sviluppo sul mercato sempre nuove. Ed è proprio seguendo questa logica che da alcuni anni a questa parte ci siamo inseriti in settori meno comuni, dove difficilmente i Paesi emergenti come la Cina riusciranno a farci concorrenza”. Non è difficile immaginare che una mission come questa richieda strategie aziendali rivolte al futuro, politiche produttive in grado di “fare la differenza” e soprattutto investimenti. Una scelta vincente, quest'ultima, che ha accompagnato di fatto l’intera storia di Pneumax. Solo nel 2015 l’azienda ha effettuato investimenti per un totale di oltre 14,2 milioni di euro (interamente autofinanziati), di cui 10 destinati alla costruzione dell’unità 6 dello stabilimento di Lurano. È di oltre 4 milioni di euro, invece, l’investimento per l’anno in corso destinato principalmente a macchinari ad alta tecnologia.
Negli stabilimenti Pneumax di Lurano, in provincia di Bergamo, lavorano circa 360 persone, che salgono a un totale di circa 600 se si considerano anche le filiali estere.
“La nostra è una azienda che non delocalizza la produzione e che non lo farà mai”, afferma con orgoglio Roberto Bottacini, patron del Gruppo Pneumax.
CAMBIO DI ROTTA
La conferenza stampa di Lurano è stata anche l’occasione per spiegare come l’offerta di Pneumax si è evoluta nel corso degli anni e per dedicare un focus alle nuove linee di prodotto.
“Siamo partiti dalla produzione di componentistica pneumatica più standard e convenzionale, costituita sostanzialmente da prodotti destinati ad applicazioni generiche e quindi a un mercato piuttosto vasto”, ha spiegato Emanuele Morandi, responsabile commerciale dell’azienda. “Poi sono arrivati gli anni 2010 e 2011 che hanno segnato una svolta: ai prodotti per l’automazione in senso generico si sono affiancate nuove linee dedicate ad applicazioni per settori specifici come l’automotive e l’Oil & Gas, e a cui si sono aggiunte negli ultimi tempi anche soluzioni per l’automazione e la movimentazione con vuoto”.
Una mission come quella di Pneumax richiede strategie aziendali rivolte al futuro, politiche produttive in grado di “fare la differenza” e soprattutto investimenti.
A GRANDI LINEE
La gamma automotive, in particolare, è costituita da una linea di prodotti utilizzati principalmente per l’ambito della lastratura, quella fase cioè in cui avvengono tutte le lavorazioni della lamiera: bloccaggio della lamiera (clamping), centraggio dei fori di riferimento (locating), movimentazione della lamiera (handling), ribaltamento della lamiera (pivoting).
La linea di prodotti per l'Oil&Gas, invece, comprende svariati prodotti costruiti in acciaio AISI 316L o alluminio in grado di operare a vari livelli di temperatura e pressione, al fine di soddisfare le più svariate esigenze. A questa gamma di soluzioni appartengono principalmente unità per il trattamento aria, valvole inox modulari, elettrovalvole per aria e fluidi e attuatori inox.
La terza linea di componenti e soluzioni presentata durante la conferenza stampa è infine dedicata all'automazione e alla movimentazione con vuoto. Quindi sostanzialmente generatori di vuoto pneumatici (sia monostadio che multistadio), ventose con diametri compresi tra i 2 e i 200 mm realizzate in vari materiali che vanno dalla gomma Nitrilica al silicone e poliutretano, e compensatori di livello.
L’offerta Pneumax include prodotti per l’automazione in senso generico, ma anche nuove linee dedicate ad applicazioni in settori specifici come l’automotive, l’Oil & Gas, la movimentazione con vuoto.