Le tendenze del PLM per il 2020 sono: l’AR quale fattore di amplificazione della produttività, l’armonizzazione dell’interazione uomo-macchina, la sicurezza, la capacità di offrire soluzioni sempre più personalizzate, la gestione della qualità.
Paolo Delnevo, Vice President di PTC Italia e Sud Europa, delinea le 5 tendenze che caratterizzano il PLM: coloro che hanno puntato su queste tecnologie dispongono di strumenti capaci di gestire tutti i dati dei loro prodotti sull’intero ciclo di vita.
di Paolo Delnevo (*)
Il 2019 è stato un anno entusiasmante per il mondo del PLM, Product Lifecycle Management. Molte delle più note multinazionali, che, a vario titolo e in differenti settori, operano in ambito industriale, si sono definitivamente affermate quali digital leader grazie al percorso di massiccia adozione delle tecnologie PLM che hanno intrapreso: da Volvo a Raytheon, da Jabil a Stryker, da Beneteau a Bosch e così via.
Fare leva su strumenti che consentono di gestire il workflow in maniera strutturata ed efficiente, eliminando le tipiche problematiche che insorgono quando si devono riconciliare documenti realizzati con Microsoft Excel, PowerPoint e/o Word, apre a queste aziende degli orizzonti che consentiranno loro di crescere più velocemente del mercato. Tutto ciò massimizzando, nel contempo, la marginalità, con livelli di flessibilità che solamente pochi anni prima era difficile immaginare. Ebbene, già quest’anno, gli innovatori che hanno puntato su queste tecnologie possono avvalersi di un nuovo e ricco insieme di strumenti, che offre loro la possibilità di prendere le migliori decisioni grazie alla capacità di gestire in modo consistente tutti i dati dei loro prodotti sull’intero ciclo di vita.
Ecco di seguito, le cinque tendenze che caratterizzano il PLM nel 2020 secondo il Vice President di PTC Italia e Sud Europa, Paolo Delnevo.
L’AR quale fattore di amplificazione della produttività
Tra le principali funzionalità del PLM vi è la capacità di visualizzare in modo strutturato un prodotto con tutta la sua documentazione, dagli schemi CAD (ECAD, MCAD, PDF) alle informazioni progettuali, fino alle revisioni, sia in 2D che in 3D. Nel 2020 la realtà aumentata (AR) offre ai team interfunzionali la possibilità di visualizzare il prodotto nel suo contesto e da prospettive diverse; ciò fornisce un supporto straordinario ai progettisti per rivedere e apportare modifiche ai prototipi virtuali, introducendo, in caso di necessità, nuove opzioni e varianti.
Si pensi quanto straordinaria sia la possibilità di ingrandire in modo mirato una specifica parte su cui è necessario focalizzare l’attenzione, per esaminare nel dettaglio la configurazione del prodotto e/o il suo stato, comprendere se e quali modifiche debbano essere apportate e valutarne le funzionalità insieme a tutte le altre parti con cui si interagisce.
Armonizzare l’interazione uomo-macchina
Le avanzate capacità di interazione di sui sono dotate le Smart Connected People, mediante l’impiego di dispositivi wearable, nonché dei comuni mobile smart device, le cui funzionalità sono tutte supportate via integrazione PLM, sono un fattore decisivo che innalza la produttività e la qualità della forza lavoro. Un manutentore connesso che indossi, ad esempio, device del tipo Microsoft HoloLens 2, può sfruttare le potenzialità dell’AR per disporre di tutte le informazioni relative all’apparecchiatura che sta revisionando, con accesso senza soluzione di continuità alle informazioni contenute nelle piattaforme PLM, MES ed ERP aziendali.
A livello di produzione, le simulazioni digitali supportate dall’AR aiutano a valutare quale impatto può sortire l’introduzione di una variante o di un nuovo prodotto, consentendo di valutare più scenari secondo la tecnica “what if”. Infine, grazie alla loro efficacia nel combinare le caratteristiche fisiche di un prodotto con le informazioni digitali, i digital twins (gemelli digitali) sono sempre più utilizzati a livello enteprise, dalle attività di progettazione a quelle di pianificazione operativa, fino all’erogazione dei corsi di formazione.
La sicurezza prima di tutto
Per le aziende multinazionali che dispongono di più impianti produttivi sparsi per il mondo, in cui si trovano a operare team di lavoro sia intra-aziendali che inter-aziendali, il fattore sicurezza è una priorità imprescindibile, soprattutto quando si tratta di preservare e proteggere milioni di dollari di proprietà intellettuale (IP). Tutti gli stakeholder che partecipano alla catena del valore – l’azienda che offre il PLM, i produttori e i fornitori – devono agire sulla base di metodologie condivise, che consentano loro di garantire la maggiore sicurezza possibile ai loro prodotti e/o processi, all’occorrenza intervenendo in modo rapido e mirato.
L’essere agili a livello globale non deve però andare a discapito della sicurezza: è necessario mantenere sempre un rigoroso controllo dei dati strategici di prodotto, tenendo traccia di chi vi accede e in quali circostanze. Un’efficace politica di controllo degli accessi, con permessi classificati in base ai ruoli e/o agli specifici compiti assegnati agli utenti, unitamente all’impiego di un sistema PLM sicuro, consente di creare ambienti di lavoro collaborativi sia all’interno che all’esterno dell’azienda, aumentando l’efficienza produttiva globale.
A ciò si aggiungono gli ulteriori livelli di sicurezza dati che le più note piattaforme cloud, ad esempio Microsoft Azure, forniscono agli utenti, tra cui gli standard FedRAMP (Risk and Authorization Management Program), ITAR (International Traffic in Arms Regulations) e DFAR 252.204-7012 (per i contractor che operano con il Ministero della difesa statunitense).
Soluzioni sempre più personalizzate
La possibilità di gestire in modo strutturato la tracciabilità e di mantenere il controllo di tutti i cambiamenti consente di aumentare il numero di varianti di ciascun prodotto, diminuendo nel contempo il numero di componenti base. Ciò offre una grande opportunità a fornitori e clienti di costruire partnership per collaborare in modo strutturato, in quanto l’ambiente cooperativo consente di valutare l’impatto generato dai cambiamenti, fornendo una maggiore comprensione delle interdipendenze.
La capacità di offrire un prodotto quanto più personalizzato possibile (concetto di personalizzazione di massa) è uno dei fattori chiave delle strategie cosiddette disruptive. Quante più opzioni Engineering by Choice, ovvero di personalizzazione, un fornitore è in grado di offrire ai clienti, tanto più questi saranno in grado di differenziarsi dalla concorrenza. Il PLM si configura quale miglior sistema per affrontare strutturalmente questi aspetti, ad esempio per gestire la distinta base che, in relazione alle diverse opzioni e varianti introdotte per uno specifico prodotto, tende inevitabilmente ad aumentare di complessità.
Qualità “closed loop”
Nel tempo i prodotti sono evoluti, trasformandosi da semplici oggetti elettromeccanici a sofisticati dispositivi controllati elettronicamente via software. Per i team di lavoro che si trovano a utilizzare le stesse informazioni, abbattere la complessità agevola il processo di raggiungimento, e mantenimento, dei più alti livelli di qualità. La possibilità per le imprese di passare dalla tradizionale gestione documentale dei dati a un processo di fruizione delle informazioni quasi in tempo reale consente di implementare processi di gestione della qualità automatizzati, il che si traduce in una riduzione degli scarti, del numero di rilavorazioni, dei difetti e di guasti sul campo.
Paolo Delnevo, Vice President di PTC Italia e Sud Europa.
CONCLUSIONI
Le tematiche legate all’innovazione industriale sono attualmente tra le più calde e le tendenze che abbiamo illustrato possono essere considerate la punta di un iceberg molto grande e ancora tutto da esplorare nelle sue potenzialità nascoste. Ciò che è certo è che per il PLM il 2020 ha tutte le carte in regola per prospettarsi come un anno dal grande potenziale innovativo. Grazie alle straordinarie opportunità che l’AR, in combinazione con i wearable e gli smart HMI (interfaccia uomo-macchina), offre per le attività di visualizzazione, supporto remoto e training, e all’utilizzo delle best practice in tema di sicurezza dei dati, il 2020 rappresenta una pietra miliare per il PLM, che si connota quale vero e proprio filo digitale capace di collegare efficacemente tutti i diversi aspetti che fanno capo agli ecosistemi produttivi. ©TECNeLaB
(*) Paolo Delnevo, Vice President di PTC Italia e Sud Europa.