Un nuovo report che analizza un raggruppamento di aziende nel settore oil&gas che capitalizzano 1.200 miliardi di dollari, rivela una divisione transatlantica tra aziende europee che superano le loro rivali americane per quanto riguarda l’impegno verso un futuro a basse emissioni di carbonio, avendo iniziato a investire in fonti energetiche alternative e a incrementare la quota di gas.
L’industria petrolifera e del gas, e l’utilizzo dei loro prodotti, genera circa il 50% delle emissioni globali di CO2. Le politiche climatiche e la tecnologia dirompente che riguarda l’uso degli idrocarburi nei settori dei trasporti e dei servizi richiederanno all’industria petrolifera e del gas di adattarsi rapidamente per far sì che il proprio business riesca a rispondere alle esigenze future.
Il rapporto reso noto da CDP (www.cdp.net), un’organizzazione no profit internazionale che fornisce a imprese, governi e investitori il sistema globale di misurazione e rendicontazione ambientale, rapporto votato come il più importante report sui cambiamenti climatici dagli investitori istituzionali, afferma che l’industria ha bisogno di una migliore disciplina di mercato per assicurarsi il proprio posto in un futuro a basse emissioni di carbonio, attraverso un abbassamento della base di costo o un ritorno del capitale agli azionisti.
La ricerca rivela, inoltre, che l’assenza di dati affidabili sulle riserve probabili e possibili rappresenta una perdita significativa di informazioni preziose per gli investitori che cercano di confrontare il rischio del portafoglio delle attività all’interno delle aziende.
“Su entrambi i versanti dell’Atlantico, le grandi aziende internazionali petrolifere e di gas hanno bisogno di vedere come si inseriscono in un sistema energetico in grado di raggiungere gli obiettivi climatici fissati nell’Accordo di Parigi”, afferma Tarek Soliman, senior analyst investor research di CDP. “La nostra ricerca mostra che le aziende europee si sono dimostrate più attive nello sviluppo di strategie di transizione per il prossimo decennio – che ci si aspetta sarà caratterizzato da un picco della domanda di petrolio –, e stanno iniziando a implementarle”.
“Ma molto di più deve essere fatto a tutti i livelli dalle compagnie petrolifere e del gas nell’esplorare le loro possibilità future, e gli investitori vogliono monitorare queste azioni attraverso una divulgazione più accurata e coerente”, aggiunge Soliman.
“È di vitale importanza che il settore Oil & Gas si impegni a raggiungere l’obiettivo globale di transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. C’è una divergenza inevitabile fra i loro impegni e la trasparenza, come dimostra questo report. LGIM utilizzerà molte delle scoperte per guidare la sua strategia complessiva di impegno in questo settore”, sostiene Meryam Omi, head of sustainability and responsible investment strategy di LGIM.
Il report attuale ha confrontato le performance delle aziende di oil&gas in materia di clima e ha riscontrato che Statoil, Eni e Total sono, rispetto alle altre aziende, le più virtuose dal punto di vista dei parametri relativi alle emissioni di carbonio, con Suncor, ExxonMobil e Chevron che si posizionano invece più in giù nella classifica delle aziende valutate da CDP.