L’ingresso della robotica collaborativa a pieno titolo nelle aziende ha spinto l’Organizzazione Internazionale per la normazione (ISO) alla definizione di una specifica tecnica, lo standard ISO/TS 15066, dedicato ai requisiti di sicurezza della robotica collaborativa.
Elemento determinante dell’Industria 4.0, la robotica collaborativa accompagna gli operatori nelle attività lavorative più complesse, interagendo con essi in maniera sicura ed efficace e assicurando scambi proficui per una maggiore efficienza.
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Come sempre accade con l’introduzione di nuove tecnologie, quando la robotica collaborativa è entrata a far parte degli ambienti lavorativi di fabbrica, in molti si sono chiesti se i robot industriali avrebbero provocato la perdita di centinaia di posti di lavoro o, piuttosto, ne avrebbero creati di nuovi, più qualificati, dando vita a migliaia di nuove imprese “intelligenti”. Il timore dei lavoratori era quello di perdere il proprio posto di lavoro perché sostituiti da una macchina in grado di svolgere la stessa attività in modo più veloce, efficiente, che non necessita di pause e interruzioni. Preoccupazione che i difensori della robotica hanno sempre respinto con forza.
Oggi, nell’era della quarta rivoluzione industriale, grazie a fabbriche sempre più digitali e interconnesse e a imprese sempre più impegnate nella trasformazione in smart factory, il dibattito tra tecnologia e occupazione, fino a qualche anno fa vissuto in maniera fortemente divisiva, sembra essere ampiamente superato. L’Industria 4.0 sta portando sempre più innovazioni tecnologiche – automazione, robotica e intelligenza artificiale – al centro dei processi produttivi, arricchendo di fatto le competenze delle persone che si trovano a stretto contatto con i nuovi sistemi intelligenti.
In particolare, la robotica collaborativa ha portato un significativo cambiamento in molte aziende che, oltre a essersi abituate alla collaborazione efficace tra persone e tecnologie, si sono evolute in termini di efficienza e di produttività. Il bilancio può dunque considerarsi più che positivo. Possiamo senz’altro affermare che la robotica collaborativa elimini i lavori meno qualificati, più faticosi e usuranti, e nel complesso determini una crescita dei livelli di occupazione, con profili più qualificati.
D’altro canto, con l’avvento dell’Industria 4.0, l’innovazione tecnologica procede spedita e non si limita ai cobot (sinonimo di robotica collaborativa che sta per COllaborative roBOT): ci sono anche i veicoli autonomi, gli RFID, la full traceability, la blockchain, l’intelligenza artificiale e le chatbot, soluzioni entrate a pieno titolo nel mondo del lavoro.
ROBOTICA COLLABORATIVA, UNA SPECIFICA TECNICA DEDICATA
Un elemento che rende i cobot un tassello essenziale della moderna concezione della robotica industriale è la loro capacità di operare in stretta connessione con l’essere umano, permettendo di condividere attività e spazi di lavoro al fine di svolgere compiti produttivi comuni: una prerogativa definita “collaboratività”.
L’ingresso della robotica collaborativa a pieno titolo nelle aziende ha spinto l’Organizzazione Internazionale per la normazione (ISO) alla definizione di una specifica tecnica, lo standard ISO/TS 15066, dedicato ai requisiti di sicurezza della robotica collaborativa, secondo le modalità previste dalla Norma Tecnica UNI EN ISO 10218-2: 2011 armonizzata alla Direttiva Macchine 2006/42/EC.
Lo Standard ISO/TS 15066 impone di cambiare il modo in cui è concepita la sicurezza quando subentrano le applicazioni con robot collaborativi.
Dallo stesso emerge con forza il tema dell’interazione tra uomo e cobot, attraverso la certificazione della possibilità di interazione senza alcun rischio per gli operatori. Rispondendo quindi a tutti i principi dell’Industry 4.0, la robotica collaborativa rappresenta una tecnologia abilitante la quarta rivoluzione industriale, insieme all’Intelligenza Artificiale, IoT e IIoT, i Big Data, gli AGV, in linea con i 4 principi cardine della “Lean Robotics”, una metodologia introdotta per raggiungere al meglio gli obiettivi di progetto, integrazione e impiego di celle robotiche.
Rispondendo a tutti i principi dell’Industry 4.0, la robotica collaborativa rappresenta una tecnologia abilitante la quarta rivoluzione industriale.
LA RIVOLUZIONE IN CHIAVE 4.0
L’evoluzione dell’industria verso un modello intelligente, sospinta dall’avvento della quarta rivoluzione industriale, ha portato la robotica collaborativa, l’interconnessione tra uomo e machina e la digitalizzazione a occupare un ruolo centrale nel processo di trasformazione delle aziende.
Consapevoli del fatto che la robotica collaborativa innalza la produttività, l’operatività, quindi la buona riuscita del prodotto finale e una maggiore efficienza, sempre più aziende scelgono di introdurre i cobot nei propri processi aziendali.
La robotica collaborativa offre numerosi vantaggi alle aziende, a partire dalla velocizzazione dei processi industriali più ripetitivi e l’azzeramento della possibilità di errore, grazie ai movimenti esatti che il cobot è in grado di svolgere in virtù di una programmazione che, peraltro, non richiede conoscenze approfondite. È flessibile e sicura, in quanto evita l’esposizione dell’operatore al rischio, e di facile utilizzo. Grazie all’introduzione dei cobot, inoltre, ci si assicura quella continuità produttiva che un operatore umano non può garantire. Anche da un punto di vista economico, i cobot offrono un vantaggio, in quanto il ritorno sull’investimento, tutto sommato sostenibile nella maggior parte delle applicazioni, è quasi immediato e certo.
Grazie alla robotica collaborativa, inoltre, le PMI possono gestire flussi produttivi in costante cambiamento e ampliare il proprio portfolio dei prodotti senza stravolgere layout e processi.
Come più volte affermato, i cobot sono strumenti in grado di guidare la transizione all’automazione in maniera socialmente sostenibile in quanto non sostituiscono l’uomo, ma si limitano a sollevarlo da alcune lavorazioni, tipicamente le più ripetitive, sporche e pericolose, e il cui uso facilita l’introduzione di nuove e più qualificate competenze in azienda, supportando la crescita professionale degli operatori. Con l’avvento e l’introduzione della tecnologia collaborativa assistiamo all’ottimizzazione sempre crescente del processo produttivo e ad una spinta verso una generale riqualificazione del personale aziendale.
Secondo i dati degli Osservatori Attivi del Politecnico di Milano, sono sei le figure specialistiche emergenti che dovrebbero collocarsi nelle aziende di servizi logistici entro i prossimi 5 anni: Innovation Manager, Informatico dell’Automazione, Informatico Logistico, Big Data Analyst, Digital Transformation Manager e consulente in Intelligenza Artificiale.
IL FUTURO A PORTATA DI MANO CON LA ROBOTICA COLLABORATIVA
Con l’avvento della Production Logistics, termine che ricomprende tutte le attività di pianificazione, implementazione e controllo dei processi di trasporto, distribuzione e immagazzinaggio all’interno del processo produttivo, e la creazione di una filiera personalizzata, automatizzata e locale, la robotica collaborativa giocherà un ruolo di primo piano. Oggi non si parla più di produzione e commercializzazione di massa di prodotti di base, ma sempre più spesso di una supply chain caratterizzata da servizi molto specifici a valore aggiunto, con prodotti su misura che soddisfino particolari esigenze del cliente.
In questo contesto, la robotica collaborativa e l’impiego delle tecnologie abilitanti Industry 4.0 – Intelligenza Artificiale, sensori lungo tutta la filiera e marketplace elettronici – permettono di monitorare il consumatore e, attraverso le informazioni di ritorno sul prodotto, di produrre in base alle esigenze della domanda e non più in base alle previsioni di lungo periodo, con ricadute positive in termini di impatto ambientale sia per le aziende che per i consumatori. ©TECNeLaB
L’Industria 4.0 sta portando sempre più innovazioni tecnologiche al centro dei processi produttivi, arricchendo di fatto le competenze delle persone che si trovano a stretto contatto con i nuovi sistemi intelligenti.