I componenti modulari Octopus grip permettono di riconfigurare in modo rapido ed efficiente il sistema di presa.
La partecipazione di Samec ad EuroBLECH ha suscitato riflessioni sul significato dell’italianità a livello industriale, sull’importanza del “fare rete” e sulla necessità di adoperarsi per favorire la nascita di un nuovo modello di sviluppo produttivo.
di Claudia Pirotta
Quando incontriamo Nicola Scarlatelli, Amministratore Unico di Samec (www.samecsrl.com/it) e Presidente della CNA di Torino (www.cna.to.it), lui e la sua azienda – specializzata nella realizzazione di componenti e sistemi complessi nell’ambito dell’automazione e della robotica industriale – hanno appena concluso la fiera EuroBLECH dove hanno riconfermato la presenza scommettendo su uno spazio espositivo doppio rispetto alla superficie dello stand dell’edizione precedente. È inevitabile iniziare la chiacchierata con un commento a caldo sulle ragioni che lo hanno spinto a questo salto. “La visita esplorativa nel 2014 e la partecipazione all’edizione successiva ci hanno confermato quanto in queste occasioni ci si possa confrontare con il mondo e si capisca come il mondo si sta muovendo”, ha sottolineato Scarlatelli. Ancor più dei contatti intrapresi, la manifestazione consente di comprendere le potenzialità che le piccole realtà italiane come Samec (l’azienda conta una trentina di addetti) sono in grado di esprimere nei prodotti, nei processi e sul piano della qualità dei servizi. “In questi due anni abbiamo creato nuovi prodotti, anche in virtù dei riscontri dell’edizione precedente. Abbiamo dato vita ad una nuova linea di chiusure pneumatiche nell’ambito dell’automazione e manipolazione della lamiera nello stampaggio, sia basata sui classici sistemi a 3 assi (transferpress) sia di tipo robotizzato, quindi con dispositivi generalmente usati nella tecnologia del vuoto”, ha aggiunto Scarlatelli.
Nicola Scarlatelli, Amministratore Unico di Samec: “Quanto meno componenti costituiscono un assieme, tanto più aumenta la durata degli stessi”.
UN PATRIMONIO DI TRADIZIONE E INNOVAZIONE
Quest’anno, Samec si è presentata ad EuroBLECH con uno spazio completamente aperto, rivolto all’accoglienza. Questo approccio ha dato i suoi frutti, come puntualizza Scarlatelli: “tra gli oltre cento contatti qualificati che abbiamo avviato, molti di questi, anche studenti, hanno chiesto informazioni sulla tecnologia, sul perché i componenti si identificano cromaticamente… È l’esaltazione dell’italianità del nostro saper fare e dei prodotti, il patrimonio di un senso estetico che si fa concreto, soprattutto il riscontro di un bisogno diffuso di creatività e di capacità di esser flessibili”. Il tocco italiano non è un’esclusiva della moda o della cucina, ma pervade anche i prodotti industriali, a partire dall’approccio alla progettazione e costruzione dei componenti che contraddistingue la tradizione di Samec ed è parte integrante del DNA dell’azienda: adattare concetti semplici allo sviluppo di oggetti tecnologicamente avanzati che riducano costi, errori, tempi di setup e fatica dell’operatore.
L’uso di diversi colori aiuta gli operatori, semplificando le operazioni di installazione e manutenzione di un sistema a tutto vantaggio dell’efficienza produttiva.
SEMPLIFICARE PER DURARE
L’identificazione cromatica delle diverse parti di un sistema per facilitarne montaggio, manutenzione e stoccaggio, o l’attenzione all’ergonomia delle forme, belle da vedere e facili da regolare: tutto in Samec è rivolto alla semplificazione del processo, con un’attenzione particolare per l’intuitività di utilizzo. “Ho sempre ritenuto che quanti meno componenti costituiscono un assieme, tanto più aumenta la durata degli stessi”, dice Scarlatelli. Ne sono un esempio i morsetti dentinati, adattabili a qualsiasi esigenza grazie ad un sistema modulare. Con soli 10 componenti, infatti, si possono realizzare illimitate configurazioni per facilitare l’uso di sistemi robotizzati di manipolazione della lamiera. O ancora, la serie brevettata Octopus grip di componenti modulari e versatili permette di riconfigurare in modo rapido ed efficiente il sistema di presa. Centrale è, quindi, non solo il risultato atteso, ma la possibilità degli operatori di gestire anche l’automazione più avanzata in modo friendly ed efficace.
L’IMPORTANZA DI “FARE RETE”
Senza nulla togliere all’attrazione che esercita all’estero “l’ars italiana” della capacità di interpretare correttamente le richieste di un mercato esigente non è condizione necessaria e sufficiente per competere; alle aziende del nostro Paese serve qualcosa in più. Come sottolinea Scarlatelli: “è necessaria una scelta culturale: oggi la vera difficoltà per le imprese è organizzarsi e strutturarsi per dare risposte adeguate ai mercati”. Da sempre Samec ritiene che l’aggregazione del “fare rete” e la definizione di obiettivi comuni con partner che rappresentano la filiera siano le chiavi per generare quella massa critica alla base della competitività del sistema-Paese. “Purtroppo, ciò non viene ancora colto con il dovuto valore; non possiamo attendere, abbiamo bisogno di crescere. Spero che questo concetto possa prendere sempre più piede in modo radicale tra gli imprenditori per perseguire una strada di evoluzione strutturale, durevole nel tempo. Ad EuroBLECH ho potuto osservare la presenza di molti italiani, anche se il numero degli asiatici è decisamente in aumento e ciò merita una riflessione seria rispetto al da farsi”.
“Fare rete e definire obiettivi comuni con partner della propria filiera permettono alle aziende di essere competitive”, dice Nicola Scarlatelli.
VERSO UN NUOVO PARADIGMA MONDIALE
Ci si sta spostando verso un modello di produzione in cui sempre più l’integrazione dei processi automatizzati è a garanzia di una qualità ripetibile e costante e di una competitività economica indipendente dalla soggettività degli operatori: la gestione delle risorse umane diventerà un tema decisamente strategico. “È necessario modificare un paradigma di ordine mondiale; il nuovo ordine sociale sarà dato da un impiego che ha come visione il miglioramento della vita delle persone, a cominciare dalla scolarizzazione e dalla cultura. Si affacceranno nuovi lavori, per soddisfare le maggiori esigenze a monte (sviluppo, ricerca, progettazione) e a valle del prodotto (servizi, comunicazione, marketing), che potranno impiegare molte persone. Per favorire il mutamento in atto l’imprenditore deve considerarsi ‘un apprendista’ e imparare dai propri collaboratori, trasmettendo loro la sensibilità e le competenze necessarie per ricreare quelle opportunità che lui stesso ha avuto, mettendole a disposizione delle generazioni future”. Ecco una visione lungimirante del fare impresa oggi. ©TECN’È
Samec sviluppa costantemente nuove soluzioni mirate, guidata dai feedback che riceve dai propri clienti.