Samec progetta e realizza componenti e sistemi modulari di manipolazione della lamiera su presse transfer e su linee robotizzate inter-presse.
Cosa significa fare Impresa 4.0? Quali i concetti base di questo nuovo paradigma? E come dovrebbero investire le imprese italiane protagoniste della quarta rivoluzione industriale? Le risposte a tutte queste domande ci arrivano da Nicola Scarlatelli.
di Elisa Maranzana
Dalla recente ricerca “Osservatori Digital Transformation Academy e Startup Intelligence” portata avanti dal Politecnico di Milano è emerso che nel 2018 più di un’impresa italiana sue tre (vale a dire il 36%) aumenterà gli investimenti in tecnologie digitali, con una crescita stimata fra l’1,8% e l’1,9%. Merito della fase due del Piano di Governo, la cosiddetta Impresa 4.0, forse. Ma c’è anche chi sostiene che se un’azienda vuole crescere investendo nelle nuove tecnologie e muoversi verso la fabbrica del futuro, lo fa comunque. Indipendentemente dagli incentivi che un Governo mette o non mette a disposizione. A pensarla così è certamente Nicola Scarlatelli, Amministratore Delegato di Samec (www.samecsrl.com/it), realtà torinese che da oltre quarant’anni progetta e realizza componenti e sistemi modulari di manipolazione della lamiera su presse transfer e su linee robotizzate inter-presse. Samec nelle nuove tecnologie crede e investe da molto tempo prima che si iniziasse a parlare di quarta rivoluzione industriale.
Nicola Scarlatelli, Amministratore Delegato di Samec.
FARE IMPRESA 4.0 OGGI
“Nessuno ha uno storico letterario dal quale emerge una linea guida assoluta su come fare Impresa 4.0”, ci dice Scarlatelli. “Si tratta di un termine che rimanda a un modo di pensare più che a un insieme di regole fisse. È proprio in questi anni infatti che ciascuna realtà sta testando sulla propria pelle cosa è necessario fare concretamente”.
Ma Samec nella fabbrica del futuro crede davvero e l’esigenza che la porta a investire in questa direzione nasce da due considerazioni ben precise. “La prima – sottolinea Scarlatelli – è legata a uno dei problemi principali tipici di un’azienda piccola come la nostra, ovvero la trasmissione del sapere: la conoscenza che risiede in alcune persone rischia di andare persa se tale persona abbandona l’azienda. La seconda riguarda invece il valore del prodotto, che intorno agli anni Settanta risiedeva in gran parte nella produzione fisica e in minima parte nelle attività pre-produttiva e post-produttiva. Nel Duemila la produzione fisica è passata a ricoprire un valore basso del prodotto, mentre ha acquisito enorme importanza ciò che risiede a monte e a valle del processo. Questo significa che ciò che genera valore non deriva tanto dalle nuove tecnologie, quanto piuttosto dall’integrazione di ogni fase del processo”.
Secondo Nicola Scarlatelli, quindi, a fronte di una produzione che – grazie alle nuove tecnologie – costa e continuerà a costare sempre meno, concetti come la conoscenza, il sapere, la creatività e il servizio rivolto al cliente acquistano e acquisteranno sempre più valore. Le Imprese 4.0 pertanto devono lavorare in questa direzione, partendo da un miglioramento della comunicazione all’interno dell’intera struttura aziendale, dove con comunicazione si intende non solo lo scambio di informazioni, ma anche la condivisione e la diffusione delle conoscenze. “Di recente ho letto una frase che mi ha colpito molto e con la quale sono pienamente d’accordo”, aggiunge Scarlatelli. “L’idea di Impresa 4.0 non si basa sulle tecnologie presenti in una fabbrica, bensì sul lavoro nelle fabbriche tecnologiche, perché il fattore determinante saranno sempre e comunque le persone”.
Testimonianza di Samec sulla centralità delle risorse umane in occasione della inMec Torino: reunion imprenditoriale dedicata alle sfide dell’Industry 4.0 organizzata dalla CDO.
DALLA TEORIA ALLA PRATICA
Ma per Samec come si traduce a livello pratico il concetto di Impresa 4.0? “Prima di tutto – ci risponde Scarlatelli – stiamo cercando da un lato di migliorare i sistemi utilizzati per le attività che si collocano a monte del processo produttivo, e, dall’altro, di migliorare la professionalità delle figure coinvolte. In passato per esempio avevamo grande difficoltà a rintracciare i dati, perché risiedevano sostanzialmente nelle teste dei progettisti, e così abbiamo integrato un software PDM che consentisse di archiviare i dati stessi in un database molto evoluto, in modo che fosse più facile per tutti rintracciarli, documentarsi e visionare ogni aspetto relativo a quel progetto, quindi dalla richiesta del cliente, alle soluzioni proposte e così via”.
Gli investimenti di Samec in ottica 4.0 non toccano solo i dati di progetto, ma anche la logistica e il time to market. “Abbiamo ottimizzato la gestione della materia prima con un magazzino verticale BI.MAG.560 che dispone di 28 cassetti con una capacità di portata pari a 2.000 kg, distribuiti su due torri per una portata complessiva di 56.000 kg con software di supervisione integrato e interconnesso con il nostro gestionale, affinché fosse facilitato anche in questo caso l’interscambio delle informazioni. In questo modo, per esempio, è costantemente aggiornato sulla disponibilità o meno della materia prima per poi potersi muovere di conseguenza. Di pari passo negli ultimi due anni abbiamo acquistato due nuovi magazzini verticali automatici con consolle di comando touch screen CoPilot e software WMS interconnessi con l’intera struttura aziendale (che si vanno a sommare a un altro manuale già presente in azienda), per poter gestire al meglio anche il prodotto finito. A questi se ne aggiunge un quinto – anch’esso automatico e interconnesso – un ROTO-POINT con 468 comparti e software SPS per la completa tracciabilità e gestione dell’utensileria”.
Per quanto riguarda le tecnologie produttive, infine, gli ultimi investimenti Samec hanno riguardato una stampante TO3D micro 40 con monitoraggio da remoto per la prototipazione rapida e un tornio CNC Biglia B565 YS con torretta a 12 posizioni motorizzate, mandrino principale con asse C, asse Y e contromandrino con asse C alimentato da un caricatore di barre automatico X-FILES-S 365 per la realizzazione di una nuova linea di prodotti che verrà lanciata sul mercato nel corso del 2018.
“L’idea di Impresa 4.0 non si basa sulle tecnologie presenti in una fabbrica, bensì sul lavoro nelle fabbriche tecnologiche, perché fattore determinante saranno sempre e comunque le persone”, sostiene Scarlatelli.
VERSO IL FUTURO
La politica degli investimenti nelle nuove tecnologie fa da sempre parte della strategia di crescita di Samec e, in termini economici, equivale a circa il 10% del suo fatturato annuo. Percentuale che, negli ultimi due anni, ha raggiunto il 15%. Ed è stata proprio questa politica a far sì che Samec non vivesse mai, neppure nei periodi più bui, momenti di crisi. “Noi abbiamo sempre prestato una particolare attenzione alle esigenze del cliente – continua Scarlatelli – ed è proprio il tentativo di rispondere a questi bisogni che ci ha portati e ci porta a rinnovarci continuamente”.
Investire nelle nuove tecnologie è essenziale per una buona politica di crescita, ma spesso accade che la naturale e fisiologica resistenza al cambiamento tipica della natura umana faccia da freno, a meno che la leadership non riesca a coinvolgere e guidare le persone durante ogni fase evolutiva. “Le persone più sensibili tendono per natura a vedere di buon occhio queste scelte”, ci spiega infatti l’Amministratore Delegato dell’azienda di Torino, “pur consapevoli del fatto che comporterà non poca fatica. L’età media dei ragazzi che oggi lavora in Samec è di 32/33 anni e il livello di scolarizzazione è decisamente aumentato rispetto a un tempo. La mia impressione è che queste persone abbiano molta fiducia nelle decisioni che vengono prese dall’alto, anche perché abbiamo cercato da sempre di coinvolgerle quanto più possibile nel processo decisionale e di trasformazione dell’azienda”.
E conclude: “Per me è davvero molto importante che ci sia un futuro di Samec. La flessibilità, la passione, l’immaginazione, la partecipazione, la responsabilità, la motivazione, l’integrazione e il lavoro in team sono la discontinuità e la continuità con il passato”. ©TECN’È
“La flessibilità, la passione, l’immaginazione, la partecipazione, la responsabilità, la motivazione, l’integrazione e il lavoro in team sono la discontinuità e la continuità con il passato”, afferma Scarlatelli.