AIdAM ha recentemente festeggiato i 20 anni di attività: è stata fondata nel 1999. Inizialmente era AIdA, Associazione Italiana di Assemblaggio, e nel 2011 è diventata AIdAM.
Il mondo della meccatronica e dell’assemblaggio in Italia visto con gli occhi di Massimo Vacchini, Direttore di AIdAM, associazione di riferimento per questo settore, che ha da poco festeggiato 20 anni di attività.
di Simona Recanatini
Il comparto della meccatronica, affascinante fusione tra meccanica, elettronica e informatica, sta vivendo un periodo positivo e stimolante. Le aziende, oggi, sono diventate più consapevoli di come l’innovazione dei propri processi e dei propri prodotti sia l’elemento alla base della competitività. E la meccatronica, combinata con le nuove tecnologie, rappresenta il perno attorno al quale ruota tutto il processo di trasformazione lanciato da Industria 4.0 e dagli incentivi a essa connessi. AIdAM, l’Associazione Italiana di Automazione Meccatronica, è nata proprio per rappresentare l’innovativo comparto industriale della meccatronica sul territorio italiano. “Come sappiamo esistono altre realtà associative che si occupano di automazione industriale, ma non nello specifico di automazione meccatronica. Oggi AIdAM è l’associazione di riferimento per questo settore. Contiamo attualmente 74 associati che credono nella cooperazione per fare crescere professionalmente e culturalmente il comparto in cui operano”, sottolinea Massimo Vacchini, Direttore di AIdAM.
Massimo Vacchini è Direttore di AIdAM, associazione italiana di automazione meccatronica.
UN MONDO IN TRASFORMAZIONE
AIdAM ha festeggiato proprio di recente i 20 anni di attività: è stata fondata nel 1999 – inizialmente era AIdA, Associazione Italiana di Assemblaggio – su iniziativa di alcuni tra i personaggi più lungimiranti e all’avanguardia del settore. Per allargare il proprio raggio di azione e meglio adattarsi a un mondo industriale in continua trasformazione, nel 2011 è diventata AIdAM. “Nei 20 anni di storia associativa abbiamo avuto 200 iscritti. Nel corso del tempo alcuni hanno chiuso, altri hanno cambiato attività. Per quel che riguarda la situazione odierna del mercato, posso affermare che è molto positiva: dopo un freno tra aprile e luglio 2019 si è ripreso a lavorare con prospettive a lungo periodo. Al momento ci sono aziende del nostro comparto che hanno contratti firmati per consegne a dicembre 2020. In alcuni casi si è tornati a ordini che provengono più dall’estero che dall’Italia, ma anche il mercato interno sta regalando soddisfazioni. L’unico comparto che registra un fermo è quello dell’automotive”, spiega il Direttore. E a livello internazionale? “Sul fronte internazionale le nostre aziende sono seconde a pari merito con i tedeschi, al primo posto svetta il Giappone”, aggiunge Vacchini.
“Il mercato sta mutando. Oggetti e valori che sembravano inossidabili sono cambiati. Ovviamente anche il settore della meccatronica dovrà adattarsi alle nuove abitudini generalizzate”, afferma Vacchini.
Da osservatore privilegiato, AIdAM è in grado di tracciare un quadro fedele di quali siano i tratti distintivi delle aziende italiane di questo comparto così particolare. “Sicuramente le aziende italiane della meccatronica sono caratterizzate dalla capacità di risolvere i problemi produttivi dei clienti dando un supporto alla progettazione del prodotto, creando flessibilità alle macchine. E questo succede, a volte, anche se non viene richiesta espressamente dal cliente. Le nostre aziende si distinguono sul mercato anche per la capacità di offrire un servizio post-vendita attento e tempestivo: in molti casi sono un vero e proprio partner nel processo produttivo, più che un semplice fornitore di macchinari. E questo rappresenta un plus strategico e di grandissima importanza”, evidenzia Massimo Vacchini. Creatività, flessibilità (anche mentale), velocità nell’elaborare soluzioni innovative per ciascuna specifica esigenza del mercato: sono dunque questi i motivi che posizionano il comparto italiano della meccatronica sotto i riflettori, esaltandolo come brillante punto di riferimento della scena internazionale. Non va dimenticato che competitività e qualità rappresentano comunque gli elementi primari per il settore meccatronico, poiché l’applicazione di tecnologie nuove e la costante innovazione si sono rivelati e si rivelano tuttora basilari per produrre macchine sempre più performanti.
Creatività, flessibilità, velocità nell’elaborare soluzioni innovative per ciascuna specifica esigenza del mercato: sono i comuni denominatori che posizionano il comparto italiano della meccatronica sotto i riflettori internazionali.
PRESENTE E FUTURO
Come dicevamo, oggi più che mai ci troviamo di fronte a un mercato in continua trasformazione. E come sta evolvendo, dunque, il mondo della meccatronica? Quali sono le previsioni per il prossimo futuro? “Il mercato, in generale, sta mutando. Oggetti e valori che sembravano inossidabili sono cambiati. Ovviamente anche il settore della meccatronica dovrà adattarsi alle nuove abitudini generalizzate. Le macchine di assemblaggio, in un futuro non troppo lontano, dovranno entrare nel mondo del noleggio. Le macchine per la produzione industriale non si compreranno più: si noleggeranno, si pagheranno mentre producono, con un chiaro vantaggio economico per i clienti che potranno quindi pensare a più soluzioni contemporaneamente. Certo le nostre aziende non sono ancora pronte ad affrontare questo scenario totalmente nuovo, ma dovranno strutturarsi per affrontare questa ennesima evoluzione del mercato che porterà sicuramente, ne siamo convinti, rivoluzioni produttive, finanziarie e societarie”, spiega il Direttore di AIdAM.
“Gli scenari di sviluppo sono molteplici. Un ambito che ha già dato, e potrà dare ancora parecchio, è senza dubbio l’adeguamento delle industrie al 4.0. Cito poi l’attenzione delle nazioni così dette ‘di bassa qualità produttiva’ che potranno migliorare e crescere. E l’automotive dovrà presto decidere su quale linea produttiva orientarsi per l’alimentazione delle auto. Per quel che riguarda gli scenari di sviluppo, segnalo che il noleggio delle macchine non potrà che cambiare drasticamente il concetto di produzione, così come l’ampliamento di impiego dell’automazione in settori fino a ora inesplorati, che invece si orienteranno all’automazione produttiva. Ecco, il comparto dovrà farsi trovare pronto ad affrontare al meglio i nuovi possibili mercati, che rappresentano indubbiamente nuove opportunità di business. In tutti gli scenari di sviluppo, però, indistintamente, serve rapida innovazione perché il futuro non aspetta, corre…”, conclude Massimo Vacchini. ©ÈUREKA!
“Le macchine per produrre non si compreranno più: si noleggeranno e si pagheranno mentre producono, con un vantaggio economico per i clienti, che potranno pensare a più soluzioni in contemporanea”: è uno degli scenari di sviluppo secondo Vacchini.