Marco Chiarini, General Manager di STOMMPY, azienda leader in Italia nella produzione di sistemi di protezione antiurto per uso industriale.
Il Decreto Legislativo 81 del 9 aprile 2008 impone ai Datori di Lavoro una serie di obblighi in tema di sicurezza dei dipendenti. L’obiettivo di STOMMPY (www.stommpy.it)? Realizzare un’analisi accurata ed esaustiva, individuare misure di tutela e redigere il DVR (Documento di Valutazione dei Rischi) come documento conclusivo e obbligatorio per ogni azienda.
In particolare, il report è volto a presentare una valutazione di tutti i rischi a cui è soggetto il personale, indicare le procedure da seguire in caso di pericolo e pianificare un programma di interventi volti alla riduzione dell’indice di rischio nelle diverse aree all’interno degli stabilimenti industriali, esplicitando le misure di prevenzione e i dispositivi di protezione ritenuti opportuni per migliorare, nel tempo, il livello di sicurezza.
Si esprime sull’argomento Marco Chiarini, General Manager di STOMMPY, azienda leader in Italia nella produzione di sistemi di protezione antiurto per uso industriale: “il D. Lgs. 81 ha permesso di aggiornare e integrare, sulla base dell’esperienza maturata nel corso degli anni, i contenuti del D. Lgs. 626/94 ora abrogato e di tutte le precedenti normative in materia. Il rispetto delle prescrizioni costituisce un obbligo non solo etico e morale, ma anche giuridico. L’inosservanza comporta, infatti, importanti conseguenze, sia dal punto di vista amministrativo che penale, che prevedono una sanzione da 2.500,00 € a 6.400,00 € o l’arresto fino a 8 mesi”.
Gli obblighi di legge introdotti in questi ultimi anni per disciplinare la materia vengono a volte interpretati più come adempimenti burocratici che come azioni efficaci per incrementare realmente i livelli di sicurezza in azienda.
“Adottare concretamente un piano a favore della sicurezza garantisce rilevanti effetti positivi su molteplici parametri di gestione dei processi, oltre a benefici economici non trascurabili. Per dimostrarlo, STOMMPY, da sempre promotrice della sicurezza in ambito industriale, ha condotto una ricerca su un campione di quaranta clienti di diversi settori, nell’arco di tre anni, dove il piano di valutazione dei rischi ha previsto, tra i diversi provvedimenti, anche l’installazione di protezioni antiurto nelle aree di movimentazione delle merci”, spiega Chiarini.
“Si tratta di un progetto che ha coinvolto principalmente la figura dell’RSPP, il Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione aziendale, ma è stato oggetto d’attenzione anche per i titolari, facility manager e responsabili della manutenzione. Nel processo di valutazione dei rischi abbiamo analizzato con i clienti i percorsi dei mezzi, concentrandoci su alcuni parametri quali, ad esempio, gli spazi disponibili per la manovra dei carrelli, la velocità di percorrenza, i pesi e gli ingombri dei carichi trasportati”, aggiunge Chiarini.
“Al fine di ridurre e/o eliminare le eventuali collisioni, abbiamo suggerito, ove possibile, di ampliare l’area di manovra dei carrelli, a favore di una maggiore visibilità nei punti di incrocio. Abbiamo, inoltre, proposto di modificare la disposizione di scaffalature e nastri trasportatori, delimitare le aree di parcheggio merci e i percorsi pedonali. Nella maggiore parte dei casi, in assenza di spazio, si è intervenuti installando dei sistemi di protezione antiurto STOMMPY®, allo scopo di preservare le infrastrutture esistenti e tutelare, allo stesso tempo, i lavoratori”, sottolinea Chiarini.
È fondamentale”, evidenzia ancora il Manager di STOMMPY, “che la protezione antiurto sia idonea all’ambiente di lavoro in cui verrà installata, definita attraverso il calcolo preliminare dell’energia di impatto che il carrello può generare. A partire da questo risultato, è possibile selezionare la protezione antiurto capace di contenerla e dissiparla nel pavimento senza danneggiarlo; altrimenti, oltre a generare dei costi imprevisti al cliente, non si potrebbe garantire la resistenza della protezione antiurto agli urti successivi”.
“Siamo molto soddisfatti dei risultati della ricerca”, commenta, infine, Chiarini. “La condivisione dei dati con i nostri clienti ci ha permesso di accrescere il livello di consapevolezza in merito ai vantaggi concreti derivanti dall’adozione dei ‘Sistemi di Protezione Antiurto’. Il nostro obiettivo è, infatti, stimolare un numero sempre maggiore di aziende a intraprendere lo stesso percorso. Se le norme sulla sicurezza vengono calate consapevolmente all’interno delle procedure aziendali, i risultati, dati alla mano, sono reali, e contribuiscono a ottenere concreti risparmi e una maggiore efficienza”.