Il 2019 per l’automazione industriale, dopo sei anni di crescita consecutiva, date le numerose incognite del mercato, ha subito un lieve rallentamento.
I preconsuntivi di ANIE Automazione, per la prima volta dopo sei anni di crescita, mostrano per il 2019 un lieve, seppur sensibile, rallentamento. Guardando al 2020 rimane quale incertezza, correlata, in particolare, alla crisi internazionale.
di Alberto Taddei
La crisi tedesca, il rallentamento della crescita cinese, i dazi USA, la situazione di instabilità geopolitica mediorientale, l’incertezza sulla proroga e sull’orizzonte temporale degli incentivi governativi legati al piano Industria 4.0. Quest’anno sono state davvero molte le incognite a pesare sul comparto dell’automazione industriale che, dopo una crescita consecutiva che dura da ben sei anni, ha probabilmente chiuso il 2019 in lieve ribasso. Sono queste le previsioni più attendibili sulla prossima evoluzione del comparto rappresentato da ANIE Automazione, l’associazione che, all’interno della federazione ANIE, con i suoi oltre 100 associati rappresenta il punto di riferimento nazionale per le imprese fornitrici di tecnologie per l’automazione di fabbrica, di processo e delle reti.
Nei diversi segmenti dell’automazione industriale, nel 2019 hanno mantenuto una stabilità i settori dei controllori e delle relative periferiche.
AUTOMAZIONE E MACCHINE, ANALOGIE SPECULARI
Se nel 2018 l’industria italiana fornitrice di tecnologie per l’automazione aveva confermato il trend che l’aveva vista nei cinque anni precedenti crescere a un ritmo medio annuo pari al 7,5%, il 2019 è risultato di tutt’altro tenore. Già i consuntivi del primo semestre avevano dato una chiara conferma della brusca inversione di tendenza iniziata a fine 2018: a giugno, il confronto rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente non lasciava dubbi, con un chiaro -3% complessivo.
Sebbene il mercato nella seconda parte dell’anno si sia parzialmente ripreso, le previsioni di fine anno non lasciano spazio a grandi scenari di recupero: si prevede infatti la chiusura prossima alla stabilità se non, con più probabilità, in terreno lievemente negativo.
Questo andamento riflette le stime di Federmacchine, la federazione delle aziende meccaniche che, con oltre 5.000 imprese e 200.000 addetti, raggruppa i principali ambiti produttivi che fanno riferimento a macchinari e impianti industriali. La netta frenata del mercato domestico, accompagnata dal progressivo rallentamento di alcuni mercati esteri, lascia pensare che il comparto – tra i più importanti serbatoi di sbocco per le tecnologie di automazione – possa chiudere il 2019 all’insegna della crescita zero, se non anch’essa in terreno lievemente negativo.
Se si pensa che i principali mercati europei in cui le tecnologie italiane per l’automazione industriale trovano sbocco sono Germania, Francia e Spagna, che insieme incidono per circa un terzo dell’export, ben si comprende come la complicata situazione in cui attualmente si trova l’Europa lasci qualche dubbio anche per il 2020.
In controtendenza, nei preconsuntivi di fine 2019 il comparto del software industriale che dovrebbe, secondo le previsioni, chiudere in positivo.
TIENE BENE IL SOFTWARE INDUSTRIALE
Provando a scendere un poco più in profondità, ovvero prendendo in esame i singoli comparti che compongono l’universo tecnologico dell’automazione, i preconsuntivi di fine anno portano a dire che chi probabilmente è riuscito a mantenersi stabile, evitando pericolose oscillazioni percentuali al ribasso, è il comparto afferente al mondo dei controllori (PLC, PAC, RTU...) e delle relative periferie I/O. Ben inteso, stiamo parlando di crescita zero, che tuttavia è sempre molto meglio dei cali sull’ordine del 5-6% medio che, praticamente tutti gli altri comparti, hanno registrato a fine anno.
In controtendenza a questa situazione, tuttavia, il comparto relativo al software industriale ha chiuso, quasi con certezza, l’anno in terreno positivo. Elemento centrale in quello che potremmo definire il tipico modello dello Smart Manufacturing, il software ha assunto un ruolo di primo piano che, a buona ragione, è stato supportato dalla crescente diffusione delle tecnologie di comunicazione IoT, virtualizzazione e monitoraggio e controllo avanzato, anche tramite i dispositivi di tipo mobile che sono sempre più impiegati per la gestione efficiente della fabbrica.
IL RUOLO DEGLI INCENTIVI
Come accennato in apertura di articolo, il 2020 non è attualmente visto come anno foriero di grandi potenzialità. Per quanto riguarda il mercato interno, il riferimento è al piano degli incentivi, che il governo porrà in atto.
Nel 2019, e già a partire da fine 2018, il piano Impresa 4.0 sembra aver esaurito la sua iniziale efficacia. È tuttavia fuori discussione che il risultato di sostanziale tenuta che il comparto dell’automazione industriale ha probabilmente raggiuno quest’anno sia senz’altro dovuto agli incentivi governativi legati a super e iperammortamento, senza i quali – con tutta probabilità – gli ultimi mesi si sarebbero potuti chiudere con un passivo piuttosto preoccupante, anche intorno ai 5-6 punti percentuali.
L’esperienza del triennio 2017-2019 porta infatti a dire che una buona parte della crescita degli anni passati è da attribuirsi al piano delle incentivazioni che le varie leggi di bilancio hanno messo in campo e senza le quali i risultati sarebbero stati sì positivi, ma decisamente più contenuti. ©ÈUREKA!
L’esperienza del triennio 2017-2019 porta a dire che una buona parte della crescita di questi anni va attribuita ai piani di incentivazione posti in essere dalle diverse leggi di bilancio.