LAMIERA 2023 conferma il buon andamento del settore; i numeri risultano stabili rispetto all’edizione passata, con più di 19.000 visitatori e circa 400 espositori.
Numeri importanti, una proposta completa e soddisfazione da parte di espositori e visitatori: così si è conclusa lo scorso maggio LAMIERA 2023, tornata a svolgersi negli anni dispari.
di Andrea Pagani
L’edizione del 2023 di LAMIERA si è tenuta dopo solo un anno dalla precedente, un “cambio di passo” necessario per riprendere la cadenza biennale sugli anni dispari sfalsata dalla pandemia. Un solo anno dalla precedente può apparire poco per un settore che, pur innovando costantemente, non può rivoluzionare la propria offerta con un simile ritmo.
Eppure, di novità tra gli stand se ne sono viste molte e di varie tipologie. Non solo macchine, impianti, attrezzature, software o servizi: tra i corridoi della fiera sono nate importanti relazioni di business e sono state posate le fondamenta per la lavorazione della lamiera del futuro.
Il laser resta una delle tecnologie più apprezzate in fiera.
UNA MANIFESTAZIONE CHE TORNA A CRESCERE
I numeri di LAMIERA 2023 certificano il buon andamento del settore e risultano stabili rispetto all’edizione passata, con più di 19.000 visitatori (oltre ad altri 4.000 provenienti dalla concomitante Made in Steel) e circa 400 espositori.
“Siamo molto soddisfatti dei risultati ottenuti perché la manifestazione, che si è svolta ad appena 12 mesi dalla precedente, non solo ha confermato i risultati della scorsa edizione ma, per alcuni indicatori, ha fatto ancora meglio”, ha spiegato Barbara Colombo, presidente di UCIMU-Sistemi per Produrre.
Positivo il riscontro da parte dei visitatori così come degli espositori: in un momento storico nel quale è importante ottimizzare gli sforzi, si punta a pochi contatti di qualità anziché agli “assalti” agli stand di alcuni anni fa (e che non sempre contribuivano a instaurare relazioni di business interessanti).
Destano sempre molto interesse gli appuntamenti organizzati a Lamialamiera, promossa da Fondazione UCIMU e realizzata con il contributo di Regione Lombardia, che quest’anno ha coinvolto circa 800 operatori in presenza e altri 3.500 collegati da remoto in occasione di circa 40 incontri con istituzioni e aziende. I temi maggiormente discussi sono stati quelli legati alla digitalizzazione e alla sostenibilità che, come vedremo, rappresentano un asset sempre più importante per lo sviluppo delle aziende.
Significativa la presenza di studenti: una delle tematiche che tiene in scacco il settore è infatti la scarsa disponibilità di nuove leve, e attirarne l’interesse fin dagli ultimi anni di scuola è un ottimo modo per preparare i tecnici del futuro.
PIÙ POTENZA AI LASER
Se fino a qualche anno fa l’approccio al laser pareva essere legato alle basse potenze per le sorgenti in fibra e a potenze maggiori per quelle a CO2, oggi la situazione è completamente stravolta. Con le macchine a CO2 relegate a specifiche nicchie applicative, sono le sorgenti in fibra ottica a farla da padrone. In fiera si sono viste molte macchine dotate di sorgenti da 10 o 15 kW, ma i produttori hanno a catalogo vari modelli da 30 kW utili per affrontare in modo veloce e produttivo spessori importanti e materiali altamente riflettenti.
Anche il tallone d’Achille di questa tecnologia, cioè la qualità del bordo di taglio in uscita, è stato affrontato e risolto grazie all’evoluzione dell’elettronica di controllo, che oggi consente di modulare il fascio in modo da ottimizzarne l’azione anche su lamiere da diverse decine di millimetri di spessore.
Si tratta ovviamente di casistiche particolari: alcuni kilowatt sono generalmente sufficienti per affrontare le principali lavorazioni di officina, ma la consapevolezza di poter “salire” ulteriormente è una garanzia per il futuro di questo settore.
Sempre più digitali e connesse: le nuove macchine consentono di fare un notevole passo in avanti in produzione.
LO SHORTAGE È ANCORA UN PROBLEMA
C’è anche qualche ombra sul settore della lamiera: al pari di molti altri (quasi tutti, praticamente) ci si scontra con lo shortage, ovvero la scarsa disponibilità di materie prime e componenti.
È un problema comune, tanto che diversi espositori hanno confermato come sia più facile siglare un contratto più per la rapida disponibilità delle macchine che per le loro (pur importanti) caratteristiche tecniche o per il prezzo.
Non stupisce il fatto che il mercato dell’usato stia vivendo una seconda giovinezza, trainato inizialmente da revamping e retrofitting e, ora, dalla difficile reperibilità del nuovo.
La situazione si sta pian piano normalizzando: l’eccezionale domanda sta rientrando e i materiali circolano più velocemente, ma si tratta pur sempre di una variabile da considerare quando si accettano nuove commesse o quando è necessario ammodernare il proprio parco macchine.
AUTOMAZIONE: UNA RISPOSTA A PIÙ NECESSITÀ
La costante crescita dell’automazione nell’industria ormai non sorprende più, anzi: sorprende invece il fatto che ci siano ancora molte aziende che rifiutano, per i motivi più disparati, l’utilizzo di queste tecnologie.
Eppure, l’offerta non manca e permette di avere anche un approccio conservativo: automatizzare una sola macchina, o un singolo reparto, o - dove possibile - sfruttare i robot collaborativi per ottenere un apprezzabile vantaggio per operatori e macchine.
A proposito di robot, i numeri riportati da SIRI (l’Associazione Italiana Robotica e Automazione) lasciano poco spazio alla fantasia: la costante crescita nella vendita e nell’installazione di robot, in particolare nei flessibili modelli antropomorfi, è un chiaro segnale. Il 2022 si è chiuso con il record storico di 12.432 nuovi robot installati in Italia (+6.5% rispetto al 2021), dei quali la stragrande maggioranza (71,5%) destinati alla manipolazione e movimentazione. La saldatura, tematica di grande importanza nel settore della lamiera, vanta una quota dell’11%.
Con una media di 217 robot installati ogni 10.000 addetti, l’Italia si posiziona ben al di sopra della media globale (141), pur restando lontana dai “mostri sacri” asiatici come Corea del Sud, Giappone, Cina e, per restare in ambito europeo, da Germania e Svezia.
Sono stati 40 gli appuntamenti nell’arena di Lamialamiera, con circa 800 operatori in presenza e altri 3.500 collegati da remoto.
UN APPROCCIO CONCRETO PER LO SVILUPPO DELLE OFFICINE
Industria 4.0 (in tutte le sue recenti evoluzioni) promette miracoli nelle officine meccaniche.
Ma è davvero così? Per rispondere occorre fare delle distinzioni.
Partire da un “foglio bianco”, come capita ad alcune nuove aziende o in caso di costruzione di un nuovo stabilimento, è la condizione ideale: è possibile integrare tutte le migliori tecnologie, connettere macchine e sistemi, automatizzare singole macchine o intere linee, ottimizzare i processi. È forse in queste condizioni che si può ottenere il massimo.
Ma sappiamo bene come il tessuto industriale italiano sia composto da un gran numero di imprese di dimensioni medio-piccole, non sempre aggiornate a livello tecnologico e con poche possibilità di stravolgere la propria officina per far posto alle ultime novità legate a Industria 4.0.
È a loro che si rivolge una parte considerevole dell’offerta vista in fiera: dalle singole macchine capaci di costituire da sole una piccola “fabbrica 4.0” all’hardware per estrapolare e condividere dati da impianti non recenti, da dare poi in pasto a software capaci di ricavarne informazioni utili.
Perché se da un lato è vero che praticamente tutte le aziende sono interessate ai vantaggi ottenibili con Industria 4.0, dall’altro è altrettanto vero che una quota importante di queste aziende necessiti di soluzioni che consentano loro di compiere i primi, cauti passi in questo ambito tecnologico.
In fiera si è notata una particolare attenzione nei confronti di queste condizioni; ora non resta che concretizzare gli incontri tra visitatori ed espositori, in attesa della prossima edizione di LAMIERA in programma dal 7 al 10 maggio 2025. ©TECN’È
Quello dello shortage di materiali e componenti è un problema che, pur in fase di attenuazione, condiziona ancora il mercato della lamiera.