Sawyer, cobot a un braccio della statunitense Rethink Robotics, ora commercializzato anche in Italia da Robot at Work.
L’edizione 2018 della grande fiera dell’automazione di Monaco di Baviera, automatica, ha segnato il trionfo dei robot collaborativi. Non c’è grande marchio del settore che non abbia presentato una novità o un’evoluzione di prodotto.
di Riccardo Oldani
Non è una novità che una fiera chiuda i battenti con annunci roboanti da parte degli organizzatori. Ma nel caso dell’edizione 2018 di automatica (www.automatica-munich.com), l’esibizione su robotica e automazione tenutasi a Monaco di Baviera dal 19 al 22 ottobre, l’enfasi è ben meritata. L’edizione di quest’anno si è chiusa con +7% sia per il numero di espositori, 890, sia per quello dei visitatori, oltre 46.000. Ma, soprattutto, è stata caratterizzata dalla presentazione di un gran numero di nuove soluzioni.
Il vero protagonista tra i padiglioni e gli stand bavaresi è stato il robot collaborativo. Ormai ogni produttore mondiale, anche quelli più tradizionalmente votati a un’automazione ad alti volumi e ad alte velocità, ha inserito nella propria gamma automi di questo tipo.
PIONIERI DEL SETTORE
E per mantenere il primato tecnologico anche i pionieri del settore sono giunti a Monaco con interessanti innovazioni. A partire da Universal Robots (www.universal-robots.com), che ha presentato la nuova gamma di bracci collaborativi destinata ad aggiungersi, e non a sostituire, quella esistente. I nuovi UR3e, UR5e e UR10e differiscono esteriormente dai loro fratelli più anziani soltanto per alcune minime particolarità estetiche, ma costituiscono un deciso passo avanti tecnologico, grazie all’integrazione nel sesto asse di un sensore di coppia/forza al polso che garantisce una maggiore sensibilità nei movimenti. Migliorata anche la precisione, che è stata portata a un livello di ripetibilità dei movimenti di ±0,03 mm. “I robot della nuova gamma”, spiega Alessio Cocchi, Responsabile Commerciale per l’Italia, “nascono anche con 17 safety native, per coprire un aspetto fondamentale quando si parla di collaborazione tra uomo e robot, quello della rispondenza alle più severe norme di sicurezza”. Le “safety” dei bracci Universal Robots sono certificate da TÜV Nord e rispecchiano i requisiti delle norme EN ISO 13849-1 e EN ISO 10218-1. Cambia anche l’interfaccia di programmazione, più intuitiva e semplificata.
Sempre per restare in tema di marchi storici, Rethink Robotics (www.rethinkrobotics.com), società statunitense tra le prime a concepire un robot collaborativo, Baxter, era presente con il nuovo arrivato in famiglia, Sawyer, a un braccio, caratteristico per il colore rosso granato, e ora disponibile anche in Italia grazie all’iniziativa di un’azienda del bresciano, Robot at Work (www.robotatwork.net).
Sawyer, cobot a un braccio della statunitense Rethink Robotics, ora commercializzato anche in Italia da Robot at Work.
IL FRATELLO MINORE
KUKA (www.kuka.com/it) ha risposto presentando, nel suo avveniristico stand, un nuovo braccio collaborativo che si va ad aggiungere all’LBR iiwa, condividendone molte caratteristiche. Si chiama LBR iisy, è tutto bianco, leggermente più piccolo rispetto al suo fratello maggiore, con una capacità di carico di 3 kg e uno sbraccio di 600 mm. È nativo Industry 4.0, in grado di supportare tutte gli standard industriali di connessione e interoperabilità, come OPC UA, tutti i protocolli di bus di campo, oltre a connessioni I/O analogiche e digitali e standard di sicurezza.
L’idea è sviluppare sempre più un portafoglio di App in grado di fare dell’LBR iisy un robot plug & play e connesso al cloud, sia per consentirne il controllo che per raccoglierne i dati ai fini di un riscontro analitico. Il robot non è ancora disponibile sul mercato italiano: lo sarà nel 2019.
LBR iisy di KUKA Robotr è tutto bianco, leggermente più piccolo rispetto al suo fratello maggiore, con una capacità di carico di 3 kg e uno sbraccio di 600 mm.
PARTNERSHIP AD ALTO LIVELLO
ABB (www.abb.it), invece, ha proposto la versione a un solo braccio di YuMi, il suo robot collaborativo umanoide a due braccia, sul mercato dal 2015. Il nuovo cobot è compatto – pesa solo 9,5 kg – e può essere montato anche a parete o a soffitto ed è stato pensato, con il suo payload di 0,5 kg, per fornire un supporto agli addetti al montaggio di elementi di piccole dimensioni, in aziende medio-piccole. È stato proposto con una serie di accessori, tra cui pinze per operazioni particolari, e con caratteristiche di sicurezza che possono essere opzionalmente maggiorate per impieghi speciali attraverso l’adozione del software SafeMove2, che monitora tutti i movimenti del robot. ABB è stata anche protagonista, insieme a Kawasaki (www.robotics.kawasaki.com), di una dimostrazione congiunta, in cui sono state illustrate le potenzialità di una piattaforma di programmazione che i due gruppi hanno sviluppato insieme per programmare, ed eventualmente coordinare tra loro, i rispettivi robot collaborativi, YuMi per ABB e DuAro per il marchio giapponese. Le due aziende hanno cominciato a collaborare su questo fronte dopo l’accordo siglato a novembre 2017 e automatica è stata l’occasione per mostrare i primi frutti del sodalizio, tutto incentrato sulla robotica collaborativa.
Lo YuMi a braccio singolo, con una capacità di carico di 0,5 kg, è il nuovo robot collaborativo di ABB presentato ad automatica. Si aggiunge al “fratello maggiore” con due braccia.
UNA LISTA DI NOVITÀ
Tra gli altri cobot nei padiglioni di automatica hanno senz’altro impressionato i Cobotta di Denso (www.denso.com), non più grandi di una lampada da tavolo, con un payload di 0,5 kg, e allestiti nello stand del gruppo giapponese in un numeroso gruppo in grado di assemblare penne a sfera in un processo completamente automatico. Yaskawa (www.yaskawa.it) ha portato in fiera il suo HC10, con un payload di 10 kg e uno sbraccio di 1.200 mm, tra i più grandi e robusti della categoria. FANUC (www.fanuc.eu/it), che persegue una strada diversa in fatto di collaboratività, con modelli simili a robot industriali classici, ma rivestiti di un materiale morbido e colorati di verde, ha presentato il nuovo CR-15iA, con capacità di carico di 15 kg, che si inserisce nella gamma in aggiunta ai due già esistenti CR-4iA, CR-7iA e CR-35iA. I numeri nelle sigle indicano il payload in kg.
Il robot HC10, interpretazione di Yaskawa del braccio collaborativo, con un payload di 10 kg e uno sbraccio di 1.200 mm, tra i maggiori della categoria.
E mentre Mitsubishi Electric (www.it3a.mitsubishielectric.com/fa/it) ha esposto il suo braccio robotico collaborativo Melco R, che avevamo già visto a SPS IPC Drives Italia, Epson (www.epson.it) ha messo in mostra il suo umanoide collaborativo WorkSense W-01, affettuosamente chiamato “Bertie”, alloggiato su un carrello con ruote e potentemente sensorizzato con quattro telecamere nella testa, una per polso, e sensori di forza nelle braccia.
FANUC ha presentato ad automatica il nuovo robot collaborativo CR-15iA, che va ad aggiungersi a una gamma ricca di altri tre modelli.
ESOSCHELETRO INDUSTRIALE
Non si può concludere la rassegna su automatica 2018 senza citare un’altra presentazione a sensazione che ha animato i giorni della fiera, quella dell’esoscheletro MATE, sviluppato da Comau (www.comau.com/it), e pensato per aiutare gli operai o qualunque altro lavoratore che si trovi impegnato in operazioni in cui deve tenere a lungo le braccia al di sopra della testa. Leggero – appena 3 kg –, si indossa come un gilet e si fissa alle braccia poco al di sotto delle spalle.
“È pensato per chi lavora in fabbrica, ma anche in altri ambiti professionali dove sia necessario tenere le braccia sollevate a lungo. Lo scopo è ridurre la fatica e migliorare la qualità del lavoro”, dice Maurizio Cremonini, Vicepresidente Marketing e Business Development di Comau. Potrebbero pertanto trarne vantaggio, riducendo l’incidenza di dolori e problemi posturali, anche categorie come dentisti, elettricisti, imbianchini. Il lancio commerciale è previsto entro la fine del 2018. ©tecnelab
Il nuovo esoscheletro MATE di Comau, pensato per alleviare la fatica di lavori in cui bisogna tenere a lungo le braccia protese al di sopra della testa. In commercio a fine 2018.